Quest'anno, anche grazie all'inserimento della terza coppa internazionale, si ha la possibilità di vedere squadre esotiche di nazioni molto spesso sconosciute nel panorama delle coppe europee. Basti pensare al Vaduz e al Ballkani, team di Conference League che alzano la bandiera di Liechtenstein e Kosovo, anche con risultati promettenti. Non è il caso, però, di altre nazioni, i quali team non riescono o non sono riusciti a portare il loro nome nella parte alta della classifica, diversamente dai pronostici. Una di queste nazioni è la Grecia, patria di squadre con un ampia gamma di possibilità di mostrare il meglio nelle competizioni europee, ma che ha mancato il bersaglio nella stagione corrente.
Per questo mi chiedo: cosa è successo alla Grecia, e più precisamente all'unico team rimasto in piedi, dopo la decimazione nel preliminari delle coppe internazionali, l'Olympiakos Pireo?

L'Olympiakos Syndesmos Filathlōn Peiraiōs, o più semplicemente Olympiakos, è una squadra che non ha neanche bisogno di presentazioni, poiché il suo palmares parla da sé. 47 campionati nazionali vinti e 28 coppe nazionali: basta questo per spiegare l'importanza di un team simile all'interno del campionato greco, e non solo. Nella sua storia, ha raggiunto per 34 volte la possibilità di giocare in Champions League. Ciò nonostante, dalla stagione 1997/1998, prima stagione nella massima coppa europea dell'Olympiakos dopo il cambio di format col sistema a gironi, fino ad oggi ha raggiunto solo 4 volte (su 20) la fase successiva. Il massimo storico è la posizione ai quarti di finali nel 1999, persi contro la Juventus, che perderà contro lo United di Sir Ferguson vincitore della competizione.

L'anno scorso, nella stagione 2021/2022, vincendo ancora una volta la Super League greca, raggiunge i preliminari, subendo una sconfitta pesante dai vicini bulgari del Ludogorets Razgrad, buttandoli in Europa League. Arrivando al secondo posto, incontrano una terza di Champions conosciuta dagli italiani: l'Atalanta, perdendo sia l'andata sia il ritorno e facendo le valigie prima del previsto. La stagione, però, non è fallimentare: la vittoria del campionato per il terzo anno di fila riporta i Rossobianchi di Pireo ai preliminari di Champions, ancora una volta deludenti, uscendo immediatamente a causa del 0-4 contro i Verdi del Maccabi Haifa. Raggiungendo i preliminari di Europa League si pensava fosse un percorso facile, ma non fu così. Slovan Bratislava e Apollon Limasson fanno sudare parecchio gli Olimpionici, che portano a casa il passaggio del turno grazie ai calci di rigore.

Mentre oggi che sta succedendo? Se non avessimo guardato prima lo storico deludente dell'Olympiakos, non avremmo mai pronosticato un risultato così soprendente, ossia un unico punto dopo quattro giornate di Europa League in un girone più che abbordabile, composto da Freiburg, Nantes e Baku Qarabag. Ma qual è il problema di fondo? La risposta sembra facile: il calciomercato, o più in generale la rosa. Mathieu Valbuena, Marcelo, James Rodriguez, Šime Vrsaljko, Yann M'Vila, Sokratis: tutti questi sono giocatori dell'Olympiakos, quindi perché mai dovrei dire che il problema è la rosa? Il problema, secondo me, è il seguente: esiste un divario troppo grande tra esperti del campo di gioco, come Marcelo e James Rodriguez, e giovani promettenti, per esempio Pep Biel, centrocampista classe '96. Per quanto possono fare bene i veterani, tra cui James Rodriguez, che dimostra di essere sempre quello di una volta, questo porta anche a vulnerabilizzare la rosa a maggiori possibilità di infortuni e necessità di sostituire i veterani quando stanchi. Per semplificare, è sempre meglio non mettere troppo zucchero, similitudine per i veterani già esperti del calcio, né troppo poco.

Concludo dicendo che questo, a parer mio, è solo l'inizio di quello che può essere un vero decollo verso la fine dei veri grandi team greci che abbiamo sempre visto in Europa, perché quando entrano più veterani, si dà sempre meno spazio ai giovani. Sembra quasi, come ho accennato nel titolo, che la Grecia sia diventata lo spazio per portare i veterani che vogliono concludere la loro carriera tirano ancora il pallone due o tre volte. Ovviamente, paragonare direttamente la situazione dell'Olympiakos Piero all'America è esagerato, ma non mi sorprenderei se vedessi in futuro la possibilità di vedere queste squadre vivaio per i giocatori a carriera terminata anche in altri competizioni europee, forse anche nel nostro Bel Paese.