Dopo i clamori del calciomercato, si è alzato il sipario sul campionato. Se è proverbiale che "chi più spende, meno spende", è pur vero che l'eccezione talvolta è la regola.
Juve e Napoli erano, prima del mercato estivo, due ottime squadre.
La Juve ha speso tanto confidando nella regola proverbiale, il Napoli no, affidandosi alla altrettanto proverbiale eccezione. I bianconeri hanno sostituito Gonzalo Higuain, principe del San Paolo in esilio, con Ronaldo, re indiscusso del Bernabeu. I partenopei si sono limitati a consolidare il gruppo con innesti mirati, volti ad allargare la rosa. I bianconeri hanno "soltanto" messo la classica ciliegina sulla torta.
Tutto semplice dunque? No, affatto! Così come, per CR7, tatticamente parlando, non sarà facile fare meglio del principe nuovamente in esilio, sua maestà Gonzalo Higuain, convertito al servizio della squadra da Allegri, allo stesso modo, per Ancelotti, re degli allenatori, non sarà facile sostituirsi nel cuore dei napoletani al profeta del bel calcio Sarri.
Le sorprese? Bernardeschi, Milik e Verdi. Può essere, per loro, l'anno della consacrazione.

Vorrei adesso parlare di Inter, Roma, Milan e Lazio. Sono cambiate, anche tanto e, lo ammetto, è complicato, preferisco farlo riflettendo e non di riflesso, al primo verdetto, seppure illusorio, del campo. Concludo con la consapevolezza che regole e proverbi nel calcio, come nella vita, spesso vengono disattesi. Non sarebbe, altrimenti, il gioco più bello ed imprevedibile del mondo.