Penso alla prossima sfida del San Paolo e mi torna alla mente il "triello", duello allargato de "Il buono, il brutto, il cattivo", capolavoro western di Sergio Leone.
A De Laurentiis si opporranno il solito Higuain e ora anche Pepe Reina. Se del rapporto ADL/Reina conosciamo i dissidi che hanno condotto al divorzio, le cose si complicano, e non poco, quando si scava in quello fra ADL e Higuain.
Fra ADL, la tifoseria napoletana e Gonzalo, fu amore a prima vista, culminato, nel maggio 2016, in apoteosi al trentaseiesimo centro dell'argentino. Sabato quattordici maggio si affrontavano infatti Napoli e Frosinone, Higuain realizzó la storica tripletta che gli consentì di battere il record di reti in serie A che fu di Nordahl. Il San Paolo esplose di gioia come solo ai tempi di Maradona, era l’inizio di una favola, prologo di future meraviglie.
Chi avrebbe immaginato, di lì a poco, l’epilogo che tutti conosciamo? Higuain alla Juve, che scandalo, abominio! L’invisa, allora come non mai, società bianconera aveva sottratto il bomber dei record agli avversari, garantendosi così l'egemonia del campionato a venire. Il vaso di Pandora era scoperchiato, la frattura insanabile.

Dicembre 2017, Napoli Juve zero a uno. Il Pipita appena sceso in campo punta platealmente il dito contro ADL, è il preludio della disfatta. Al minuto tredicesimo Higuain colpisce, cerca ancora provocatoriamente ADL che, occhi al cielo, come se condannato al patibolo, soccombe. Il San Paolo è annichilito.
La vittoria juventina ha scongiurato la fuga scudetto, i bianconeri viaggiano in corsia di sorpasso.

Aprile 2018, a campi invertiti il risultato è sempre di uno a zero, stavolta a favore dei partenopei. Minuto novantesimo, Koulibaly stacca in cielo ed espugna lo Stadium, il Vesuvio è in festa. Giochi riaperti? Macché! Il Pipita, ancora lui, a Milano, contro l’Inter, in una partita condita da mille polemiche, rimette tutto a posto.
Di gratitudine nel calcio però non si vive. Alla Juve, si sa, sono esigenti e poco inclini al romanticismo, così Higuain, fuggito dalla caldara del Vesuvio, si ritrova scagliato nell’inferno rossonero, dove si consola, se non altro, con il buon Pepe Reina, quest’ultimo sì rimpianto dalla tifoseria partenopea. Il "triello" è servito, manca però la vecchia signora, burattinaia impertinente che ne sa una più del diavolo.