Alla luce delle straripanti prestazioni degli ultimi mesi, Paulo Dybala sembra aver beneficiato della cura Sarri. Seconda punta nel 4-4-2, falso nueve nel 4-3-3, o da trequartista alle spalle di Ronaldo e Higuain. Basti vedere i numeri per capire come da una possibile partenza si stia iniziando a parlare addirittura di rinnovo: 25 presenze e 11 gol tra tutte le competizioni, ha già superato lo score dell'anno scorso soltanto a metà stagione (42 presenze finali con 10 marcature). Dybala sembra rinato e sono lontani i tempi in cui con Massimiliano Allegri sulla panchina bianconera era stato messo in ombra dall'arrivo di CR7 e fosse addirittura finito a fare il centrocampista aggiunto. Di questo bisogna dare i meriti a Maurizio Sarri per aver rigenerato un campione che d'estate la dirigenza bianconera aveva deciso di sacrificare per fare "cassa", trovandogli una collocazione in campo capace di farlo tornare devastante e protagonista.

L'altra faccia della medaglia è la parabola discendete di Federico Benardeschi, che sembrava prossimo alla consacrazione durante la passata stagione ma che quest'anno, complici diverse variazioni tattiche, sembra essere ai margini della rosa a disposizione di Sarri. Facendo un passo indietro, Bernardeschi era diventato una pedina fondamentale per il 4-3-3 di Allegri nell'ultimo anno collezionando 39 presenze stagionali, di cui 8 in Champions, e 3 gol, con prestazioni si altissimo livello. Sarri attualmente ha fatto presagire che nei tre d'attacco per lui non ci sia spazio e che stia cercando di trasformare il giocatore da ala ad interno di centrocampo pur di concedergli più spazio, ora tocca a lui lavorare per stravolgere le gerarchie in casa bianconera, dove in sei mesi si è ritrovato da titolare a riserva. La Juventus su di lui ha investito tanto, poco più di due anni fa (circa 40 milioni), senza contare che da più di tre anni è stabilmente nel giro della Nazionale e a ventisei anni da compiere Bernardeschi può e deve ancora dire la sua in grandi palcoscenici.