Guardo, mi stropiccio gli occhi, guardo ancora.
Sono incredulo. Il campionato cadetto è già chiuso a febbraio. Resto sbalordito mentre guardo l’attuale classifica del campionato di serie B, e sfido chiunque a non farlo.
Il Benevento di Pippo Inzaghi domina al primo posto con ben 16 punti di vantaggio sulla seconda e 17 sulla terza; qualcuno potrebbe pensare, il Benevento di Chi? Inzaghi? lo stesso Inzaghi che catapultato sulla panchina del Milan arrivò decimo? Ma quale? quello che dopo aver sorpreso con il Venezia fallì l’altro banco di prova in serie A al Bologna? Ebbene sì, proprio lui. Dopo l’esonero di Bologna ne furono dette tante, e in verità, alcuni parlano ancor oggi di quel periodo (vedi Dijks e la sua infelice uscita); Pippo fu massacrato dai più e fu ritenuto non all’altezza di dare da allenatore almeno in parte quello che aveva dato da giocatore.

A giugno arriva la chiamata di Vigorito e del Benevento. Ed è qui che Inzaghi sembra aver trovato la dimensione giusta per esprimere al meglio le sue idee di calcio, e perché no, far ricredere qualcuno sulle sue capacità da allenatore. La rosa a sua disposizione è certo una rosa di primo livello, forse la più attrezzata della serie B, ma una nave senza un condottiero non va da nessuna parte, basta dare uno sguardo alla classifica di Cremonese ed Empoli, che non navigano certo nell’oro dopo un mercato scoppiettante ad inizio anno. Osservo.
Cosa ci dice la classifica? Miglior difesa, miglior attacco ma soprattutto UNA sola sconfitta dopo 22 giornate.
Mi stupisco ancora. Penso che risultati del genere si possano ottenere in due modi: o hai Buffon, Del Piero, Nedved e Trezeguet, oppure hai grinta, fame e soprattutto tanta voglia di lavorare.
Il Benevento di Inzaghi è questo, vedendo qualche partita salta all’occhio come non regali mai niente, mai un avversario che non viene raddoppiato, mai un giocatore che tiri indietro la gamba, mai una corsa che viene fermata. Il risultato è che agli avversari restano le briciole, se ad inizio anno i posti per salire direttamente erano due, a febbraio è uno solo, e dire che dietro è anche molto agguerrita la lotta, ma il Benevento ha deciso di fare campionato a parte e di non lasciare agli altri nemmeno il desiderio di sognare.
Oltre i meriti caratteriali che può avere l’allenatore, non si può non sottolineare le capacità tattiche dimostrate fin qui. Il Benevento ha dimostrato di saper essere camaleontico e di sapersi adattare a qualsiasi avversario o situazione, di saper sopperire alle assenze di pedine importanti come Schiattarella ad inizio anni o Antei a campionato in corso, di saper vincere con il Crotone diretta concorrente senza il perno della difesa Caldirola, di poter fare a meno anche di Hetemaj, e di poter quasi ribaltare il derby dopo l’uscita di Viola, uno dei principali artefici di questa scalata verso la A, ma soprattutto di potersi permettere una punta, Coda, da 6 gol stagionali mandando a rete 13 giocatori diversi.

Tutto questo è il Benevento, una macchina che sembra perfetta, pronta a tornare in A, con un pilota, Inzaghi, pronto a prendersi le proprie rivincite, con la consapevolezza di poter contare su una società sana, forte e affidabile, e su una piazza che noi tutti ricordiamo salutare con orgoglio la serie A proprio come era cominciato tutto, cantando e saltando.