In pochi, probabilmente nessuno, se lo sarebbero aspettato. Eppure lui, Sinisa Mihajlovic, era lì, in panchina, pronto ad accompagnare il suo Bologna fin dalla prima giornata di campionato. E' trascorso poco più di un mese da quella conferenza stampa, emozionante e straziante al tempo stesso, in cui Sinisa annunciava al mondo di essere più che mai pronto ad intraprendere con fermezza e determinazione le cure necessarie per sostenere quella che inevitabilmente sarebbe stata un'estenuante battaglia per la vita. Eppure lui si è presentato lì, a bordo campo, sicuramente provato fisicamente, ma risoluto e fiero nell'espressione e negli atteggiamenti, inossidabile come sempre.

Sicuramente si è trattato del momento più intenso della domenica di campionato, una meravigliosa sorpresa, un dono di inestimabile valore di cui Sinisa si è simbolicamente fatto carico. E' stato, infatti, impossibile esimersi dal dedicare, anche solo qualche attimo di riflessione, per rielaborare ed incanalare l'impetuoso flusso di emozioni e di pensieri che scaturiscono dinanzi ad una così possente manifestazione di forza e di coraggio di cui un singolo uomo si è dimostrato capace, affermazione del fermo proposito di voler strenuamente affrontare gli eventi, plasmare ancora una volta il proprio destino, senza subirne il condizionamento, per quanto difficile e insuperabile possa apparire l'avvenire.

Ancora impressa nei miei occhi è quella lacrima che ha solcato il volto di Sinisa, non una debolezza, un segno di rassegnazione, ma la materializzazione di un sentimento, la ferrea determinazione di voler impugnare la propria vita, nonostante la paura. Mihajlovic, infatti, non ha mai nascosto di provare paura: nessun uomo può affermare di non avere paura, ma il coraggio di saperla dominare e sottomettere non è mai venuto meno.

Più che mai attuali risuonano le parole di Nelson Mandela:

"Ho imparato che il coraggio non è l'assenza di paura, ma il trionfo su di essa. L'uomo coraggioso non è colui che non si sente impaurito, ma colui che vince la paura" .

La paura è un sentimento insito nella natura umana, una conseguenza diretta del nostro eterno ed ineluttabile bisogno di certezza. La si potrebbe definire come l'analisi fuorviante dell'incerto, quell'inarrestabile flusso di argomentazioni, pensieri e previsioni che si instaurano nella mente ogniqualvolta ci si interroga sulla piega che potrebbero prendere gli eventi, alla ricerca dell'unico ragionevole corso che caratterizzerà l'avvenire. La molteplicità delle alternative genera inevitabilmente confusione logica, che si traduce in un condizionamento emotivo, fisico: nasce quell'inquietudine di fronte all'ignoto che è l'essenza della paura.

Chi se non Sinisa può aver sperimentato tutto questo. Il suo esempio, tuttavia, ci rammenta dell'importanza di saper reagire: la paura non è un sentimento che può essere estirpato, ma uno stato emotivo con cui bisogna imparare a convivere, e avere, appunto, il coraggio di accettare. Il profondo turbamento che si insinua, quella stasi psico-fisica che si instaura quando si è soggiogati dal timore, non è altro che uno sperpero di risorse preziose, prima fra tutte il tempo.

Forse è proprio questo uno degli insegnamenti più grandi che si possono trarre dall'esempio di Sinisa: il tempo è il bene più prezioso, un dono di inestimabile valore di cui non bisognerebbe mai perdere la consapevolezza. Non il possesso, non la ricchezza, ma il tempo. La sua preziosità è conseguenza diretta della irreversibilità che gli è propria. Il momento della prova, della sofferenza, esalta il valore assoluto di ogni singolo giorno, di ogni singolo istante: Mihajlovic ha dimostrato di sapere bene cosa questo significhi, certificando, con il suo coraggio, di non essere disposto a perdere neanche un secondo, fin dal principio.

Spesso si perde tempo nella pianificazione, nella stesura ordinata a livello razionale e di inconscio di un avvenire perfetto, a cui sottomettere il presente, tributando le proprie energie al raggiungimento di ciò che solo idealmente potrebbe essere, e che in realtà ancora non è e che, probabilmente, mai neppure sarà. L'esempio di Sinisa ci rammenta dell'inestimabilità di ogni istante, del coraggio di saper impugnare ogni momento per tracciare il proprio destino ed esserne protagonisti, indipendentemente dalla difficoltà delle circostanze. La bellezza è già qui, è il tempo che ci è dato.

Al valore di ogni singolo giorno.