Saper accettare un "No", imparare a rinunciare, sperimentare un'opposizione: si tratta di uno dei passaggi più importanti ed essenziali nel percorso di crescita di ogni individuo.
Il meraviglioso e al tempo stesso assai arduo "mestiere" del genitore, non può prescindere, dal punto di vista educativo, dalla necessità di inculcare questa fondamentale lezione di vita. Il bambino, sperimentando il rifiuto, l'opposizione ad un desiderio altrimenti percepito dalla mente infantile come bisogno legittimo se sempre esaudito, acquisisce familiarità con il concetto di limite.
Tale assimilazione garantisce, come diretta conseguenza, la possibilità di apprezzare e rispettare ciò che è diverso, che è al di là del soggetto poiché, la presenza di un limite, vale a dire di una linea di demarcazione ideale, inevitabilmente è associata a quella di confine. E così, gradualmente, si sviluppa la consapevolezza dell'altro, ciò che è posto al di là del confine, che è necessariamente diverso dall'io, collocato invece al di qua: nascono il rispetto e il riconoscimento legittimo degli spazi degli altri. Risulta pertanto più che giustificato citare il celebre monito dei "No" che aiutano a crescere.

Nel corso dell'età adulta, la situazione risulta essere per certi versi capovolta. Il soggetto che si accinge a varcare la soglia della fase di piena maturazione, più che del riconoscimento dell'essenzialità dei "no", ha necessità di sperimentare l'importanza del saper dire di "Sì", vale a dire accogliere la novità, lanciarsi, anche con un pizzico di sana spregiudicatezza, per abbracciare un'opportunità, un'occasione generosamente offerta dal destino, soprattutto, essere in grado di accettare la realtà delle cose. Accoglienza e accettazione degli eventi, dunque, ma anche pianificazione e costruzione del piano di vita sulla base del "Sì" alla possibilità.

Mauro Icardi è un ragazzo di 26 anni che, grazie allo strepitoso talento calcistico di cui è provvisto, ha avuto l'opportunità di realizzare, già in giovanissima età, molti dei sogni che per la stragrande maggioranza dei suoi coetanei sarebbero solo pura utopia. Dopo l'esperienza nel settore giovanile del Barcellona, Mauro approda alla Sampdoria, dapprima tra i ranghi della formazione Primavera, per poi essere inserito in prima squadra nel 2012, anno della sua consacrazione. Segna quattro gol nel roboante 6-0 di Marassi ai danni del Pescara e, soprattutto, non manca di esibire tutte le sue qualità al cospetto della Vecchia Signora, alla quale rifila la bellezza di tre marcature nel corso del campionato, condannando la Juve ad una clamorosa doppia sconfitta contro la squadra blucerchiata. Nell'estate 2013 si concretizza il passaggio all'Inter e l'inizio dell'esperienza che segna la definitiva consacrazione del centravanti di Rosario. Mauro è un attaccante assai prolifico, il classico centravanti con sviluppatissimo fiuto del goal che ama appostarsi in area per affondare il colpo da vero e proprio rapace, e finalizzare l'azione corale della squadra. Abilissimo nel gioco aereo, micidiale negli ultimi sedici metri, nel corso di sei stagioni all'Inter mette a referto la bellezza di 124 goal in 135 presenze complessive, guadagnandosi la nomina a capitano della squadra sotto la gestione Mancini. Capocannoniere delle serie A nelle stagioni 2014/2015 e 2017/2018, implacabile sentenza nei più recenti derby di Milano, Icardi pare essere un predestinato.
E' l'icona dell'Interismo, l'incarnazione della più intima essenza della fede calcistica nerazzurra, il beniamino della tifoseria.

Fino a quando qualcosa non si rompe.

E' storia recentissima e ormai, si potrebbe aggiungere, tristemente nota a tutti, la vicenda relativa alla drammatica interruzione dell'idillio con l'Inter. Fin dai primi mesi del 2019, il rapporto tra Mauro, la moglie Wanda, nonché sua procuratrice, e la società, si deteriora progressivamente. Un alone di mistero regna sulle effettive cause della disputa. Un adeguamento contrattuale, le insistenti e invadenti voci di mercato su un possibile approdo alla Juventus, puntualmente e scomodamente alimentate da Wanda in sedi poco opportune, contrasti con i compagni di squadra, dissidi con l'allenatore: tanti possibili fattori che probabilmente hanno globalmente contribuito a determinare l'estromissione di Maurito dal progetto nerazzurro, progetto di cui egli stesso avrebbe dovuto essere l'emblema per eccellenza. Dulcis in fundo, Mauro pare non ne voglia sapere di cambiare aria, rifiuta ostinatamente qualsiasi destinazione e, stando alle ultimissime dichiarazioni della moglie Wanda, parrebbe addirittura intenzionato a proseguire nel suo radicale conflitto con l'Inter fino alla scadenza naturale del contratto: ciò significa contemplare e sposare la possibilità di trascorrere due anni di carriera senza poter giocare.

E' assolutamente inconcepibile che una simile idea possa essere anche solo vagliata come scenario percorribile: Mauro Icardi, indipendentemente dal fatto che tale presa di posizione sia esclusivo frutto del corso dei suoi pensieri o sia condizionata dall'ascendente che certamente Wanda su di lui esercita, ha in primo luogo la profonda colpa di contemplare una tale possibilità. Sembrerebbe non avere per nulla a cuore la propria carriera di calciatore, di non essere minimamente interessato a concretizzare l'ambizione di divenire un potenziale campione, un vincente. Butterebbe alle ortiche due fondamentali anni di attività agonistica all'età di 26 anni, senza un apparente razionale "perché". Eppure sembrerebbe essere questa l'evoluzione ormai delineata del corso degli eventi. Icardi si ostina a dire "No", rifiuta proposte scegliendo sempre Wanda come ambasciatrice. Pare mancare la dignità di voler accettare la realtà delle cose ed agire di conseguenza, come sarebbe invece proprio per un ragazzo giunto all'età di piena maturazione, un individuo che, come si diceva all'inizio, dovrebbe fare dell'accoglienza degli eventi e dell'accettazione delle opportunità il proprio stile di vita. I troppi "No", stanno costando a Mauro la felicità nel vero senso del termine, il rischio di vedersi sfuggire tra le dita una carriera è drammaticamente più che mai concreto. Se Mauro umilmente fosse disponibile a rimettersi in gioco, pronunciasse finalmente la parola "Sì", ad esempio per accettare la corte del Napoli di Ancelotti, piazza meravigliosa dove sicuramente scalderebbe il cuore dei tifosi, lui, argentino come Maradona, che rivestirebbe il ruolo di unico terminale offensivo, concederebbe in primo luogo sollievo a se stesso e si assicurerebbe, in un colpo solo, un futuro brillante nuovamente alla portata e la possibilità di troncare definitivamente con un passato del quale ora è inesorabilmente prigioniero.

Mauro sicuramente non sta traendo giovamento dalla politica del rifiuto ossessivo, "No" che non aiutano a crescere, né come uomo né come calciatore. Per di più, il calcio mondiale sta seriamente rischiando di smarrire uno dei profili più interessanti attualmente in circolazione, il cui talento, è universalmente riconosciuto. Tutti i tifosi, non solo quelli interisti, assisterebbero al dramma di vedere privato lo spettacolo del calcio di uno dei suoi protagonisti di maggior prospettiva, sia nelle vesti di centravanti della propria squadra, che in quelle di degno avversario in epici scontri.

Per Icardi è inesorabilmente giunta l'ora di riprendere in mano il proprio destino: è ora di tornare a dire di "Sì", accettare la realtà, accogliere le opportunità e provare a tracciare un cammino da vero campione.