Ormai ci siamo: la Serie A sta per ripartire dopo tre lunghi mesi. Mancano 11 giorni e si riprenderà con il recupero delle 4 partite della 25a giornata; prima, però, ci attende la Coppa Italia che ricomincia con le semifinali di ritorno il 12 e 13 giugno e la finale il 17 giugno. Ci aspetta un'estate di calcio rovente, costellata di partite ogni giorno fino al 2 agosto, per quanto riguarda il campionato italiano e poi con gli scontri nelle coppe europee. 

Diciamocelo chiaramente: tutti noi che andiamo pazzi per questo gioco non vediamo l'ora che arrivi il week-end per gustarci le semifinali con le quali difatto si riaccendono i motori del calcio italiano. Ognuno di noi spera che arrivi il 20 giugno il più presto possibile, perché significherebbe riprenderci una fetta di normalità che per tre mesi è dannatamente mancata. 
Sicuramente la mancanza di calcio per molti non è stato un problema perchè, in questi mesi di clausura a causa della pandemia, i problemi sono stati ben altri. Ma adesso che stiamo lentamente tornando alla normalità, è giusto che il calcio italiano riparta? 
Ovviamente ci sono dei pro e dei contro.
E' giusto che riparta perchè, come detto, l'Italia e gli italiani riassaporerebbero una parte di normalità e spensieratezza che senza ombra di dubbio anche una partita di pallone è in grado di dare. Sono stati mesi durissimi e i nostri pensieri a momenti di certo non sono stati positivi, soprattutto guardando la televisione che giorno dopo giorno ci aggiornava di una situazione disastrosa mai vista prima. I tanti malati e i morti, quanta gente provata mentalmente dalla quarantena e anche a livello economico; persone e famiglie che hanno vissuto momenti orribili e se quello che stiamo vivendo è un ritorno alla normalità anche per loro, è giusto che passino due ore davanti allo schermo del proprio televisore a guardare una partita di calcio. Il calcio italiano riparte anche per questo. E soprattutto per questo. E aggiungo che sarebbe più giusto che le persone guardassero serenamente una partita di calcio in chiaro perchè molti, prima e a maggior ragione dopo questo periodo nero, non possono permettersi di pagare l'abbonamento alle varie pay TV. Le partite in chiaro, dunque, aiuterebbero in questo senso ed eviterebbero anche i probabili assembramenti nei pub. Una missione del ministro Spadafora che spero abbia risultato positivo, un nodo ancora da sciogliere ma che, a parer mio, non farebbe che il bene del calcio italiano e della sua ripartenza.

Se ora spostiamo la nostra attenzione sulla classifica notiamo: una lotta scudetto tutta da vedere come quella per la retrocessione e dei posti per le coppe europee per i quali molte squadre hanno ancora da lottare. Tutto aperto insomma. La Serie A deve ripartire anche per questo. Vi immaginate se fosse finita come in Ligue 1 e avessero "cristallizzato" l'attuale classifica? Il putiferio più totale. Più che altro perchè adesso c'è una certa Juventus al primo posto e la Lazio di un certo Lotito, quest'anno in stato di grazia, che può lottarsela fino alla fine. Il problema non si pone almeno per adesso. Infatti, in caso di ulteriore stop e se non si farebbe in tempo a giocare playoff e playout, il piano C è un algoritmo che deciderà la classifica e così le sorti di questo campionato. Si spera di portare a termine il calendario e giocarle tutte, perché sarebbe la cosa più giusta, un'altra cosa per la quale vale la pena riprendere.

Invece quali sono le cose per cui non varrebbe la pena ricominciare il campionato? Molti infatti preferivano fare come i francesi o addirittura non assegnare lo scudetto e l'anno prossimo fare una Serie A a 22 squadre e cioè senza retrocessioni e con le due squadre attualmente in testa alla serie B automaticamente promosse. Un'ipotesi bocciata sul nascere a maggior ragione dopo che abbiamo visto quello che hanno fatto in Germania. I tedeschi giocano da metà maggio e il modello Bundesliga sembra impeccabile e di certo ha spinto la Serie A e gli altri campionati maggiori a riprendere. Ma noi siamo in grado di emularlo? Dobbiamo riuscirci ed evitare contagi soprattutto tra i calciatori e tra gli addetti ai lavori che entreranno negli stadi. Questo è uno dei rischi principali della ripartenza. Un altro è il carico eccessivo di lavoro. Come in Germania dobbiamo essere in grado di tenere il ritmo di una partita ogni tre giorni, è necessario e che si voglia o no va fatto per portare a termine il campionato entro il 2 agosto. Queste partite ravvicinate e le sedute di allenamento eccessive, che le squadre stanno tenendo per riprendere la forma fisica dei giocatori, comportano infortuni. Già qualche infortunio si è verificato e andando avanti non mi sorprenderei se altri calciatori saranno costretti ad alzare bandiera bianca. Un serio problema che si può provare a sopperire con le cinque sostituzioni ma, anche in questo caso, sarebbero penalizzate le squadre che non hanno una rosa lunga e non possono permettersi di far rifiatare tutti i giocatori date le partite ravvicinate. Non solo, di match importanti e di scontri diretti ce ne sono da disputare e non è detto che le squadre riescano a schierare la formazione titolare perché potrebbero essere rimaneggiate. Al di là della forma fisica c'è anche la forma mentale dei calciatori da recuperare: anche per loro non sarà stato facile fermarsi d'un tratto per tre mesi e non è semplicissimo riacquistare la forma mentale nonchè morale in poche settimane.
Un ultimo fattore per il quale il calcio italiano e estero non dovrebbe ripartire è dovuto alla mancanza dei tifosi allo stadio. I tifosi sono coloro che danno la spinta ai giocatori e al boato per un gol si regalano e regalano emozioni anche a chi è a casa sul divano e si sente partecipe di quell'urlo anche se non è lì presente. Senza tifosi non è vero calcio. 
Mancherà soprattutto questo al calcio, il tifo allo stadio. Nonostante ciò, sono sicuro che ci abitueremo e per quanto possano esserci diversi pro e contro, quello che ognuno di noi desidera è tornare a veder rotolare sui campi di tutta Italia il pallone e ritrovare i nostri beniamini sperando di esultare come prima, più di prima.
Fai presto Serie A, torna e facci divertire.