Qualche mese fa il c.t. della Nazionale italiana Roberto Mancini si lamentava del fatto che in Serie A si utilizzano poco i giovani italiani. Effettivamente vengono sfruttati ben poco i talenti delle giovanili, destinati a rimanere nelle squadre Primavera di ogni club senza mai fare il salto di qualità. Sì, perchè in Italia preferiamo giocatori preparati, pronti. Restiamo ammaliati da de Ligt, un olandese dell'Ajax che compriamo anche ad una cifra improponibile per un giocatore di soli 19 anni. Non ci pensiamo nemmeno di dare un'occhiata ai nostri vivai dove potrebbe trovarsi un giovane promettente quanto o più di de Ligt. No. In Italia non funziona così. Vogliamo tutto e subito, abbiamo fretta di vincere. Non abbiamo il tempo per lanciare un giovane giocatore, in campo italiano, in campo europeo, credere in lui. No. Vogliamo il massimo, il giocatore esperto che ci fa vincere.

Per carità, in ogni squadra ci sono diversi giovani talenti. Stranieri. Perchè? Vi chiedete perchè stranieri sì e italiani no? Perchè all'estero credono nei giovani, credono in de Ligt, non hanno paura di lanciarlo in una semifinale di Champions League. Il neo-acquisto della Juve è solo un esempio di coraggio, che ci insegna a dare una chance ai nostri giovani. La chance in questo caso gliel'ha data l'Ajax che credendo in lui lo ha fatto diventare uno dei più forti difensori in circolazione e l'ha fatto approdare in un top club appena maggiorenne. Bisogna osare. Ecco cosa ci manca in Italia, il coraggio. Abbiamo paura, ma abbiamo anche la faccia tosta di lamentarci se quel giocatore giovane che una squadra lancia in una partita di campionato o di coppa, magari commette un errore sotto porta. Lo si critica, lo si prende di mira senza incoraggiarlo, senza rianimarlo e incitarlo, convincerlo che può fare di più. Ma la paura di un errore sotto porta, anche questi giovani ragazzi ce l'hanno, soprattutto loro. La paura di essere giudicati. Non credono in loro stessi perchè vedono che nessuno crede in loro, nessuno dà loro una possibilità. Sbagliato, tutto sbagliato. Così non va, il sistema Italia piange, la Nazionale Italiana piange e ne paga le conseguenze magari con un esclusione dal Mondiale o dall'Europeo. I club italiani si facciano un esame di coscienza e investano sulle giovani leve del nostro calcio. Un po' come ha fatto la Roma con Zaniolo, la Fiorentina con Chiesa, ma non come ha fatto il Milan con Patrick Cutrone.

Come pretendiamo che l'Italia cresca investendo sui giovani se una società come il Milan svende un giocatore appena ventunenne, svende ad una cifra intorno ai 20 milioni Cutrone? Scelta del nuovo Milan di Giampaolo infelice e criticata. Perchè se da una parte devi regolare il bilancio con una plusvalenza, dall'altra perdi l'attaccante del futuro, l'attaccante che ha sempre dato tutto per la maglia rossonera. Entrato nel mondo Milan sin dal 2007, dopo le giovanili Patrick viene lanciato da Montella. L'inizio di una storia che sembrava eterna. 90 presenze, 27 gol. Poco, ovviamente se non diciamo che Cutrone è stato relegato in panchina diverse volte, la cosiddetta seconda scelta di André Silva prima, di Piatek dopo. Il Milan, nonostante le richieste del giocatore di volere più spazio, ha sempre preferito altri offrendogli solo qualche chance. Dalla panchina, Patrick ha saputo ritagliarsi il suo spazio ottenendo la convocazione dell'U21 e in seguito della Nazionale di Mancini. Si ispira a Inzaghi, ricorda Inzaghi; un buon giocatore, un talento cristallino che però non esploderà qui in Italia. Infatti, se il Milan è stato sempre importante per lui, lui forse non è mai stato importante per il Milan che lo scarica. Lo svende. Al Wolverhampton per 20 milioni. Non abbastanza se pensiamo che sul mercato abbiamo giocatori della stessa età di Patrick o più giovani che costano un occhio della testa. Ad esempio Felix. Nemmeno Ronaldo vale 126 milioni.

Ma alla fine è giusto così. E' giusto che Cutrone cresca in un campionato importante come la Premier League e giocarsi l'Europa League con i Wolves piuttosto che scaldare la panchina di San Siro a soli 21 anni. Giusto per la felicità del ragazzo, mentre il calcio italiano piange perchè perde una giovane stella. Squadre italiane, non fate come il Milan: credete nei nostri giovani, lanciateli perchè di certo c'è un altro Cutrone, un altro giocatore che è attaccato alla maglia più di quanto lo sia il milionario che schierate in campo ogni domenica. Buona fortuna Patrick, esempio di amore per la maglia che incoscientemente non è stato ripagato.