Si contano i giorni, le ore e perfino i minuti. Si parla di sfide nella sfida mettendo a confronto ogni singolo giocatore delle due rose, Dybala e Higuain su tutti, e perfino i due tecnici o i due presidenti, in un’analisi che cerca di scomporre le due più grandi realtà di questo campionato in tutte le sue componenti con l’obbiettivo di trovare una risposta alla domanda che tutti gli appassionati di calcio si stanno ponendo: ‘chi vincerà?’. Sarà la sfida dei cattivi (i bianconeri) contro i buoni (gli azzurri), perché i brutti (i nerazzurri) sono già stati fatti fuori o meglio si sono già fatti fuori da soli e allora la si può ribattezzata sfida-scudetto anche se aritmeticamente non è detto che lo sia, ma si sa che poi mentalmente lo sarà. Lo sa la Roma, unica squadra ad aver provato a interrompere lo stra-dominio bianconero degli ultimi anni con un testa a testa finito sempre allo stesso modo, sempre nello stesso luogo: lo Juventus Stadium. Un fortino inespugnabile, il campo di battaglia ideale dove la perfetta macchina da guerra bianconera stritola tutti gli avversari, anche i più temibili, anche i più sfrontatamente insinuanti, che escono sempre e inesorabilmente con le ossa rotte e a loro, gli sconfitti, non resta che leccarsi le ferite perché tutto è già stato irrimediabilmente scritto, forse addirittura compromesso, in una sera di manifesta inferiorità e allora ci si arrende all'evidenza mentre i vincitori si allontanano sempre più. Mentre i protagonisti riempiono l’attesa con frasi di circostanza del tipo ‘è una partita da tre punti, come le altre’ resta comunque facile intravedere nelle loro parole un filo di menzogna, una bugia detta per stemperare mentre nella mente è l’impazienza a far da padrone ed è tutto uno strano mix di emozioni dove la voglia si mescola a un po’ di sana e irrinunciabile paura. Sono le stesse emozioni che possono tradirti e far da madre al fatidico ‘episodio’, quello di cui si discute a lungo nel dopo partita, quello di cui si discute ancora a mesi di distanza, quello che inevitabilmente ti lascia addosso un incancellabile rimorso anche ad anni di distanza: è un gol sbagliato a tu per tu col portiere, è un fallo da rigore o un fallo troppo irruento che ti lascia fuori proprio quando c’era da star dentro e giocarsela fino alla fine. Ma sono quelle stesse emozioni che a volte possono essere l’arma in più, quelle che ti danno quel pizzico di cattiveria che ti mancava per cambiare le carte in tavola. Si potrebbe dire che la Juve c’è più abituata e che per questo parte avvantaggiata e con gli onori (perché quello sono e niente più) del pronostico a proprio favore, ma si potrebbe dire anche il contrario. Si potrebbe dire che la Juve lotta per mantenere tale una consuetudine fatta di 4 anni di vittorie e di 14 vittorie consecutive mentre il Napoli lotta per fare, o meglio, ri-fare, la storia perché lo si percepisce anche a distanza che a Napoli si respira un’aria speciale, la stessa di 25 anni fa, la stessa che respirano gli 11 ‘titolarissimi’ di Sarri, quella che ti inculca euforia e sfrontatezza direttamente nei polmoni, quella che alla fine ti fa vincere e poco importa il come, il quando e il dove. Che partita sarà Napoli-Juve? Impossibile prevederlo, da pazzi azzardare un pronostico, ma è possibile immaginare che sarà una lotta aperta dove conteranno solo le motivazioni e, non me ne vogliano i bianconeri, quelle dei partenopei sono impareggiabilmente valide perché si lotta per un’intera città che non vede l’ora di esplodere di gioia, per la prima volta o ancora una volta dopo tanto tempo o magari tutt’e due insieme in una gioia che racchiude due intere generazioni, nuova e nostalgica allo stesso tempo. Una città che aspetta impazientemente di festeggiare e che nell'attesa canta le note di 'un giorno all'improvviso'. Non potranno cantarla allo Stadium i tifosi napoletani ma quelle note risuoneranno comunque nella testa di Insigne e compagni. Impossibile pensare che tutto questo non faccia la differenza ma si è comunque chiamati all’impresa contro quei cattivi che non guardano in faccia niente e nessuno e che per questo vincono quasi come se fossero assuefatti alla vittoria e le imprese sono difficili se non impossibili per definizione ma proprio per questo anche indimenticabili. Proprio per questo restano nella storia.