La Roma è nel caos totale. I numeri sui bilanci dei giallorossi mettono i brividi, e servono nuove investitori per invertire un trend divenuto pericoloso. Non è nostro compito entrare nel dettaglio dei numeri, ma sicuramente la situazione economica è in controtendenza con le dichiarazioni. Dagli ambienti giallorossi arrivano i "no secchi" alle liste di corteggiatori sui giocatori migliori, ma con quel buco nelle casse come si fa a rifiutare tali somme? 

Andiamo con ordine. Il primo grande assente è il presidente Pallotta, lontano da Roma da anni, pronto a cedere ma alle condizioni che detta lui. La sua gestione, che non era iniziata proprio con i conti in ordine, fu oggetto ben presto di tanti scontri. La famiglia Sensi dichiarò per mezzo stampa che la proprietà a stelle e strisce aveva ereditato un club senza troppi debiti, ma Pallotta si fece paladino di una rinascita che non è mai sbocciata. Fra assenze pesanti, cessioni immolate sull'altare del vendere subito a qualsiasi prezzo pur di far quadrare i bilanci, i giallorossi hanno collezionato una serie di manovre che hanno condizionato gli ultimi anni. Da Salah a Manolas, passando per Pjanic e Allison, la gestione americana ha dovuto mettere campioni sul mercato che hanno vinto tanto, il cui valore è almeno raddoppiato, e senza neanche pensarci troppo. Le operazioni però non sono servite a gestire i buchi in bilancio e Pallotta ha cambiato ancora.

Totti via, ma aveva capito tutto il capitano, l'unico forse in grado di farsi paladino della fede giallorossi. Dentro dirigenti, direttori sportivi, allenatori e progetti tecnici e societari stravolti ogni 6 mesi. Programmi mai sbocciati quindi, che in una fase in cui il calcio è diventato sempre più azienda, hanno portato buchi e zero titoli. L'ultima campagna acquisti era già lo specchio della gestione Pallotta. Cessioni importanti e poi innesti per lo più improntati a far quadrare i bilanci, o prestiti, vedi Smalling, che sono serviti a valorizzare i giocatori. Degli altri. I numeri in rosa sono esagerati. Sette difensori centrali, cinque esterni di difesa, una batteria di trequartisti ed esterni di attacco composta tra gli altri da elementi poco utilizzati e degli stipendi insostenibili. Unico punto fermo Fonseca, che ha provato a rigenerarli tutti, da Pastore a Perotti, perfino Bruno Perez e Cetin. Una missione impossibile che non porterà comunque a risanare le casse, sopratutto dopo una stagione, quella attuale, nerissima.

L’ultimo capitolo sembra quello destinato a chiudere l’esperienza di Pallotta in Italia. La società ha fatto registrare in questo esercizio una perdita di circa 126 milioni di euro, giustificata dall’emergenza Covid, dalle conseguenze del calciomercato, dai proventi ridotti a causa della partecipazione all’Europa League e non alla Champions. In tutto ciò la trattativa con Friedkin, che in prima battuta offri circa 660 milioni di euro, scesi ben presto a 610 a causa di alcune mancate cessioni della Roma e poi a 575. L’ultima offerta sancì la rottura, forse ingiustificata visti i conti del club. In mezzo la pandemia che ha bloccato tutto, e la mancata possibilità di realizzare lo stadio di proprietà, che ad onor del vero non è solo una mancanza degli americani. E adesso? Le alternative sono poche. Vendere, creare plusvalenze e ricapitalizzare. Le dichiarazioni però vanno in direzione opposta, perché le richieste per Zaniolo, Pellegrini, Under e gli altri, sono state rispedite al mittente.

La Roma è in grave difficoltà, mentre dal comune lanciano timidi segnali di riapertura sull'impianto di Tor Di Valle. Tanti, troppi punti interrogativi per andare avanti e far tornare i conti. I tifosi giallorossi hanno infatti espresso tutto il loro disappunto con diversi striscioni in giro per Roma. Accuse a Pallotta, Baldini e Baldissoni, paura per il liberi tutti sul mercato. Il "Pallotta go home" è uno slogan ormai attualissimo e il presidente dovrà prenderne atto. Rilanciare con forza o accettare una cessione che sembra ormai l’unica soluzione? Pallotta ricordi che la Roma è un bene per tutto il calcio italiano, dimostri di avere a cuore le sorti del popolo giallorosso o faccia un passo indietro. Non è più il tempo delle attese.