Il 29 ottobre 2023, a San Siro, alle ore 18:00, si disputerà la partita: Inter-Roma.

Sarà una serata da incubo per Romelu Lukaku, anche se hanno vietato i 30.000 fischietti ai tifosi Nerazzurri, ma sicuramente i tifosi interisti non esiteranno a fischiare lo stesso.
Vietati i fischietti a San Siro. Proprio così: salta l’iniziativa programmata dagli ultras nerazzurri per “accogliere” Romelu Lukaku durante Inter–Roma. La decisione è stata presa dalla questura su iniziativa del Gos, il gruppo operativo di sicurezza. Il tavolo tecnico ha valutato che i 30mila fischietti annunciati dalla Curva Nord avrebbero potuto impedire il regolare svolgimento della partita, valida per la decima giornata di Serie A, disturbando il giocatore e soprattutto l’arbitro, il cui fischio sarebbe potuto risultare impercettibile in campo. Queste le ragioni di una scelta che resta comunque senza precedenti.

Diecimila a Firenze due anni fa andavano bene, ora no. La legge non è uguale per tutti…”, ha protestato la Curva Nord con una storia su Instagram. Il riferimento è a quanto accaduto nel 2022 al Franchi, quando i tifosi della Fiorentina accolsero Dusan Vlahovic, appena passato alla Juventus, con circa 10mila fischietti. Un altro precedente si verificò sempre a San Siro l’11 marzo 2007, quando Ronaldo giocò il derby con la maglia del Milan: anche allora i tifosi nerazzurri si procurarono migliaia di fischietti, senza impedire al Fenomeno di segnare un gol.

La stessa forma di dissenso era stata pensata per Lukaku, dopo il suo mancato ritorno all’Inter nel corso dell’estate. Il belga, dopo aver promesso eterno amore al club, aveva preso tempo e deciso di trattare anche con la Juventus. Da lì la rottura della trattativa, fino al passaggio in extremis alla corte di Mourinho a Roma. E proprio il club giallorosso aveva lanciato l’allarme in questi giorni rispetto al “clima” che si sarebbe vissuto a San Siro. Alla fine è stato ascoltato.

BIG ROM E LA SUA STORIA CON L'INTER
L'ultima volta che Big Rom ha giocato a San Siro era il 27 Maggio 2023, con il suo gol dopo un minuto di gioco. Allora, però, non sapeva che sarebbe stata l'ultima partita nello stadio dei Nerazzurri.
Lukaku e l’Inter, che storia. Un amore forte, fortissimo. E poi una delusione di uguale intensità. Passione e tradimenti.
L’ultimo quest’estate, quando il club nerazzurro trattava col Chelsea e lui, Big Rom, a cose praticamente fatte tra le due squadre si è tirato indietro. Da quel rifiuto nasce il risentimento degli interisti, complici anche le voci di una trattativa (mai confermata dal diretto interessato) con la Juventus. Ma le ultime settimane di Lukaku in nerazzurro nascondono anche altro. Telefonate, parole cancellate dai fatti. Fino all’approdo alla Roma, che domenica arriva a San Siro. Tutto nasce nella settimana della finale di Champions League tra Inter e Manchester City.

LA PANCHINA CONTRO IL CITY MAI DIGERITA
Sì perché quella partita Romelu voleva giocarla dall’inizio. Invece Inzaghi, con cui non ha mai avuto un grande rapporto, gli preferisce Dzeko in coppia con Lautaro. Nella settimana che precede la finale di Istanbul, alla ripresa degli allenamenti, il belga chiede allo staff tecnico un giorno in più di riposo perché si sente affaticato. Gli viene accordato e svolge una seduta specifica, poi torna in gruppo, possibile che anche questo dettaglio abbia inciso sulla scelta di Inzaghi. Quando lo inserisce in campo, nella ripresa, Big Rom si rende pericoloso ma «para» involontariamente un colpo di testa di Dimarco. Pochi giorni dopo, in un post su Instagram, promette: «L’Inter ha ancora fame e torneremo a combattere con la speranza di raggiungere un giorno quel momento in cui si scrive la storia». Siamo a metà giugno. Il club nerazzurro decide di acquistarlo a titolo definitivo dal Chelsea: il 14 giugno il d.s. Ausilio vola a Londra e inizia a trattare con gli inglesi. Dieci giorni dopo, al matrimonio di Dimarco, Romelu è inaspettato assente. Ma l’Inter insiste.

Le tappe dell’addio
Il 5 luglio Ausilio esce allo scoperto: «Lukaku è un’idea importante, di tutta l’area sportiva. Lui sa benissimo che vorremmo riportarlo all’Inter e cercheremo di trovare una soluzione». Quando Inzaghi presenta la nuova stagione in conferenza stampa ammette: «Ho lottato tanto per riportarlo qua lo scorso anno e vorrei farlo anche quest’anno». È il 12 luglio. Due giorni dopo l’Inter trova un accordo col Chelsea: 35 milioni più 5 di bonus. Ma sia Romelu sia il suo agente, l’avvocato Ledure, non rispondono più al telefono. Anche i compagni provano a chiamarlo, come rivelerà più tardi Lautaro, ma il belga scompare. L’Inter capisce che dietro il silenzio c’è un contatto in corso con la Juventus e molla la presa: rottura totale. Romelu proverà poi a lanciare segnali di avvicinamento, rispediti al mittente. Così, con la Juve che conferma Vlahovic, sceglie la Roma.

Le polemiche: Lukaku: «Se parlo io...»; Lautaro: «Ci sono rimasto male»
Tutto lo spogliatoio, come detto, respinge i tentativi di riavvicinamento, il clima lo racconta Lautaro Martinez in un’intervista alla Gazzetta: «Ci sono rimasto male, è la verità. Anche io ho provato a chiamarlo in quei giorni di caos, ma non mi ha mai risposto. Lo stesso ha fatto con altri miei compagni. Dopo tanti anni insieme, dopo tante cose vissute insieme, sono rimasto deluso. Per carità, è una scelta sua. Gli auguro il meglio Un comportamento simile non me lo aspettavo». L’interessato risponde indirettamente dal ritiro del Belgio: «Si è detto e si è scritto molto su di me l’estate scorsa. Molte str... Parlerò per tempo, ma se raccontassi davvero come è andata l’estate scorsa rimarrebbero tutti scioccati. Ci sono stati momenti in cui potevo davvero esplodere, probabilmente l’avrei fatto cinque anni fa ma ora non spreco più le energie così».

La prima esperienza all’Inter: ecco lo scudetto
Eppure i ricordi belli ci sono. Eccome. Il primo Lukaku-Inter, una favola a lieto fine. Siamo nell’estate del 2019, allenatore dei nerazzurri è Antonio Conte che chiama Romelu (in quel momento ai margini del Manchester United), chiede uno sforzo alla società per portarlo a Milano. Il belga arriva, e il matrimonio è subito un trionfo: nel suo primo anno all’Inter segna 34 gol, come Ronaldo nella sua annata d’esordio. La squadra va in finale di Europa League e in campionato arriva dietro alla Juve di Sarri. Il secondo anno è quello buono: scudetto interista numero 19, Lukaku protagonista assoluto con 24 reti in serie A (30 in totale in stagione).

Il primo «tradimento» e il ritorno
Qui c’è il primo tradimento, ben remunerato: va via Antonio Conte, va via Romelu, che però porta nelle casse nerazzurre 113 milioni di euro griffati Chelsea. Passano pochi mesi, e già a dicembre Lukaku in un’intervista a Sky chiede perdono all’Inter e annuncia il suo desiderio di tornare a Milano. Così, complice un brusco taglio dello stipendio (5,5 milioni), nell’estate 2022 Lukaku torna a casa in prestito. Ma il gran ritorno non darà i frutti sperati. Si arriva alla panchina in finale di Champions, l'estate tribolata, la rottura. Ora il ritorno a San Siro, con la Roma. Lo attendono 50 mila fischietti, tanti innamorati delusi.

 

Marco,11 anni