Dal sogno all’incubo, in poche settimane, forse giorni. Dai festeggiamenti per le goleade in campionato e le storiche vittorie in Europa, il popolo bergamasco si è trovato a fare i conti con le vittime della pandemia. Le colonne dei giornali, monopolizzate dal sogno europeo, si sono trasformate in un attimo nell'elogio di una città pronta a resistere ad una ondata di cattive notizie, e lo ha fatto con la consueta tenacia, con dignità e con quella voglia di reagire che  ora è il manifesto di una nazione intera. La squadra di Percassi non è diversa, è la guida di una città che sogna di riprendere tutto ciò che si era bruscamente interrotto. E se Bergamo si rialza dalle sue basi, produttive e laboriose, anche il pianeta Atalanta pensa a ripartire dal proprio condottiero.

Giampiero Gasperini è un uomo, prima ancora che un allenatore, apprezzato in tutta Italia. La sua squadra ha un marchio unico, invidiato, che non dipende da un giocatore ma da un sistema capace di infastidire gli avversari e valorizzare i singoli. Il suo gioco ha portato la Dea agli onori della cronaca in Europa, e si è imposto in Italia a discapito di tanti club che pensano ai nomi e dimenticano il resto. Percassi lo sa bene e ha provato ad accontentare il suo tecnico in più occasioni. Il presidente non è solo un imprenditore affermato, ma è stato calciatore, e ha saputo sbagliare nella sua prima presidenza, facendo tesoro dei suoi errori. Conosce bene i segreti delle aziende e della Dea, e la notizia di una proposta di contratto a vita per Gasperini è solo l’ennesimo potenziale capolavoro. Dietro questa idea non c'è solo un messaggio ai tifosi e la stima per l'allenatore, c'è molto altro.

Il compito più duro per l'Atalanta sarà infatti rimanere lì dove si trova, fra le prime d'Italia e le migliori d'Europa. Arrivarci è stato un compito duro, confermarsi in una élite si club con fatturati mostruosi è davvero cosa ardua. Serve ingegno, creatività e le mosse giuste. La prima è quindi ripartire dal Gasp, fare di lui un punto fermo per un intero club, dalla prima squadra alle giovanili. Il marchio dell'allenatore potrebbe diventare quello di tutto il settore tecnico, in modo da crescere calciatori che parlano la stessa lingua già da giovani, che formeranno la squadra del futuro ma che hanno appeal europeo. Un po' come succede all'Ajax, bella nel gioco, fra le prime nello sfornare talenti e giocatori. È questa l'idea di Percassi, e ad onor del vero sembra la migliore possibile. Gli uomini per realizzarla non mancano, una squadra con giovani interessanti è la base, e se a questo si aggiunge una tifoseria che oggi più di ieri vuole il bello prima ancora che i successi, alla Dea non è vietato sognare. Lo stile Atalanta è già un marchio di fabbrica, e somiglia molto a quello dell'Ajax. Serve solo la ciliegina, andare avanti già subito in Europa, ma tutta Italia sostiene Bergamo e tifa Atalanta.