Una situazione di immobilismo generale si è impossessata del mercato. Se escludiamo il Milan, in Italia nessuno compra. Si vende, possibilmente all'estero, possibilmente facendosi dare più soldi possibile. Già, perché all'estero non chiedono sconti.

Le nostre società si stanno muovendo tutte sottotraccia, cercando di sbagliare meno possibile, come in una lunghissima ed estenuante partita a scacchi.
La Juve si avvicina a Douglas Costa, Bernardeschi, Darmian e Cancelo, ma si allontana da N'Zonzi e Paredes; l'Inter si avvicina a Borja Valero e Skriniar, ma si allontana da Ruduger e Di Maria; la Roma perde Salah, Manolas e Paredes, ma compra Hector Moreno e valuta Berardi o Deulofeu; il Napoli non vende e non compra.

Niente botti insomma. Nessuno vuole avere l'onore di dare inizio a questo domino che movimenterà l'estate di tutti gli appassionati. Ma per quale motivo?

Non certamente per motivi economici, visto che Juve e Inter hanno fondi importanti da investire. Neanche per questioni tattiche perché le squadre hanno individuato già da un po' di tempo le pedine per ricoprire i ruoli potenzialmente scoperti. Qualcuno è limitato dal FFP e deve aspettare inizio luglio per "accendere la miccia" e dare il via allo spettacolo, ma solo l'Inter dei club "ricchi" fa parte di questa categoria. E allora perché questo immobilismo?

Le dinamiche di mercato sono decisamente cambiate nel corso degli anni. Adesso nonostante gli introiti siano decuplicati, c'è molta più attenzione proprio per l'eccessiva valutazione data a calciatori tutto sommato "mediocri".
Se per prendere Berardi il Sassuolo avesse chiesto 20 milioni invece di 50, il numero di pretendenti che potevano permetterselo sarebbe aumentato, ci sarebbe stata più concorrenza e anche il Sassuolo stesso ne avrebbe tratto dei vantaggi. Invece avendo un costo così elevato si fanno valutazioni di altro tipo: ad esempio Berardi costa quasi quanto Douglas Costa, è più giovane ma ha meno esperienza internazionale ed è meno abituato a giocare certi tipi di gare, a sopportare delle situazioni in cui la pressione è altissima. Tutto è contestabile, sia chiaro, magari se Berardi giocasse una finale di Champions sarebbe più decisivo del brasiliano, ma purtroppo per questi parametri vanno fatte queste valutazioni che sono oggettive, perché basate su dati reali.

I prezzi sballati attribuiti ai giocatori sono la causa principale della "frenata" nella corsa al talento che magari c'è stata negli anni passati. Oggi si etichetta un giocatore, gli si mette un cartellino con un prezzo per quello che potrà valere in futuro, non per quello che effettivamente dimostra di valere oggi.
Così facendo hanno ridimensionato il mercato delle società e con lui anche i sogni di noi tifosi.

FINOALLAFINE