In tempi non sospetti, due stagioni fa, ero uno dei pochi convinti che Di Francesco esprimesse col suo Sassuolo il calcio migliore d' Italia. Quell'anno finì con la qualificazione in Europa League. Poi nell'ultima stagione "mediocre", il mister emiliano pareva aver finito il fluido, giocatori stanchi e non abituati al doppio impegno settimanale, arrivavano alla domenica stanchi, forse più di testa che di fisico.

Un calcio fatto di triangolazioni rapide, con scambi eseguiti quasi a memoria da interpreti che hanno sempre più di una soluzione per sviluppare e concludere l' azione. La prevedibile imprevedibilità del suo calcio è stata a tratti entusiasmante. 

"Se esprime quel calcio con quegli interpreti, figuriamoci se avesse dei campioni cosa riuscirebbe a fare..." questa era la domanda ricorrente nella mia testa.
Quando Allegri non era certo della permanenza in bianconero, io ero quasi più favorevole a Di Francesco che a Spalletti. Attraverso il lavoro, la dedizione e le idee chiare è riuscito a far esprimere ai suoi ragazzi il bel gioco. È arrivato alla Roma per sostituire proprio Spalletti e stasera si troverà ad affrontare quello che poteva essere il suo presente e forse chissà... il suo prossimo futuro. 

Se riuscirà a confermare anche nella Capitale ciò che ha fatto con la squadra emiliana, di certo i fari bianconeri torneranno ad illuminare il suo percorso e lo terranno sotto stretta osservazione, con buona pace di tutti gli scettici del caso che reclamano sempre quell' esperienza europea che un allenatore, se è bravo, deve necessariamente avere.

FINOALLAFINE○●○●○●