ATTENZIONE: questo articolo non è tale. È un discorso proferito sottovoce, appena sospirato, un pensiero che si poteva benissimo contenere. Ha un suo filo conduttore seppur discutibile, è una cassettiera ordinata, piena di cose comprensibili, condivisibili e incondivisibili e al suo interno vi sono ammissioni di colpa, dichiarazioni di inferiorità, denunce di sofferenza, umili scuse e tutto ciò che non ha accento. Invito debolmente chi dovesse essere dotato di forte predisposizione al sorriso capovolto, all'accettamento passivo, alle constatazioni prive di sale, pepe o qualsiasi altro condimento ad andare a fare... una corsetta liberatrice. Eccetera, eccetera, eccetera.

Colui che è considerato da molti (compreso il sottoscritto) come il miglior blogger del sito, in tempi non sospetti si è espresso nei seguenti termini: "Chi vince ha sempre ragione". Nonostante io abbia molti anni di meno e quindi una conoscenza della vita infinitamente meno profonda, mi sento di dissentire. Chi perde ha sempre ragione, non chi vince. Chi perde avrà sempre qualcosa da recriminare, potrà gridare al complotto, alla sfortuna, potrà sostenere che avrebbe meritato lui di vincere, e il bello è che la maggior parte delle volte avrà ragione. Chi vince, invece è messo all'angolo, condannato a subire disprezzo, rimproveri, insinuazioni e la cosa tragica è che non avrà mai l'occasione di dimostrare di aver meritato di vincere.

Anche in questo caso (non c'è bisogno di specificare quale caso, sappiamo tutti di cosa stiamo parlando) chi ha perso ha avuto ragione. C'è infatti qualcuno (in realtà molti più di uno) che avrebbe meritato la vittoria ben più del sottoscritto. Qualcuno che ha ottenuto voti più alti dei miei, qualcuno che scrive meglio di me e che ha delle idee migliori delle mie, che ha più cultura, più passione, più talento e più costanza. Qualcuno del quale non so niente, se non che il suo username richiama una tonalità di blu e che nella sua foto profilo compaiono due chitarre appoggiate l'una all'altra, ma che, e lo so per certo, avrà sicuramente un curriculum migliore del mio, un voto di laurea più alto del mio, delle esperienze lavorative migliori delle mie. Non può non essere così. Qualcuno che tifa per una squadra migliore della mia e che ascolta della musica più degna di tale nome rispetto a quella che ascolto io. Sì perché il de gustibus non è altro che una ignava non-presa di posizione. Non è vero che tutta la musica ha pari dignità e che i gusti non si discutono. Esiste una musica di serie A e una musica di serie B. E io ascolto, consapevolmente e colpevolmente, musica di serie C, che forse non merita nemmeno l'appellativo di "musica". Insomma, restando in ambito discografico, Stromae (non saprei dire se è un cantante si serie A, B o C), in uno dei suoi più struggenti capolavori, cantava "Tu étais formidable, j'étais fort minable" (tu eri formidabile, io ero pessimo). 

Sono sicuro di aver occupato buona parte dei pensieri di questa persona nell'ultima settimana, tanto da avermi dedicato un bellissimo articolo e numerosi commenti. Ha espresso (non solo lui, per la verità) parole dure nei miei confronti, dalle quali traspare una generale mancanza di stima e rispetto. Ha svilito un frutto del mio seppur migliorabile lavoro parlandone come di un banale e mal fatto "articolo che parla di trapper". Ha paragonato la mia vittoria al più madornale errore della storia di X Factor e alla più discussa assegnazione del  Pallone d'oro della storia del calcio recente. Non nascondo che mi hanno indispettito, provocato sentimenti di rabbia, sconforto, inadeguatezza, colpa, vergogna. Devo dire che talvolta mi hanno anche divertito. Sicuramente hanno rovinato un momento che avrebbe dovuto essere di enorme orgoglio. Eppure non posso biasimarlo. Sono entrato in questa community di nascosto, con tanto di passamontagna a coprirmi il volto, e l'ho letteralmente derubato di un sogno che pensava di aver già afferrato. L'ho fatto soffrire. E che nessuno dica che non è colpa mia. Ho scelto io di scrivere quegli articoli. Avrei dovuto evitare. Oppure avrei dovuto scriverne di migliori dei suoi (impossibile) e meritarmi così la vittoria. Invece ho scelto di vincere e di farlo immeritatamente e per questo chiedo umilmente perdono a tutti.

Forse chi ha dubitato della legittimità delle scelte della redazione si aspettava una risposta. Io, da parte mia, avrei tanto voluto dare una lezione di stile, di eleganza, di umiltà, di vita. Ma questo non mi è possibile. In primis perché, anche se non so quanti anni abbia la persona in questione, il fatto che Ligabue abbia segnato la sua adolescenza mi fa pensare che possa avere qualche primavera in più di me. E non sono degno di dare lezioni a chi ha vissuto più di me, posso al massimo farmene dare. Poi perché sono un povero casciavit. Parlo da casciavit, scrivo da casciavit, tifo casciavit, ascolto musica casciavit, e faccio un lavoro da casciavit. E un povero casciavit non potrà mai avere niente da insegnare a un baùscia. Infine non potrei mai dare una lezione di stile, eleganza, umiltà a chi di stile, eleganza e umiltà ha dimostrato di averne all'infinito.

Ho detto che chi perde ha sempre ragione. In questo caso c'è un aspetto sul quale ha invece torto. Mi ha paragonato a Lionel Messi, uno dei miei più grandi idoli, di cui mi innamoro ogni volta che accarezza il pallone e del quale sono indegno. Sono invece più simile a Gagliardini, uno scarpone privo di talento, che lavora sì, ma non sarà mai al livello dei suoi compagni. Uno che gioca titolare ogni partita ma non si capisce il perché, che mette in panchina Eriksen, Nainggolan, e uno fra Barella, Brozovic e Vidal. Uno che non merita di indossare quella maglia e che è lì solo perché è il cocco del mister, che non capisce nulla di calcio.
Ecco, credo che il paragone con Gagliardini sia più azzeccato.
Fine.