Il calciomercato invernale, anche detto di riparazione, è alle porte e, come ogni anno, sulle principali testate giornalistiche italiane hanno iniziato a impazzare nomi, cognomi e presunti valori di mercato di giocatori appetibili, per un motivo o per l’altro, dalle big della Serie A. I tifosi inevitabilmente sognano il colpo da novanta ma in cuor loro sanno che, soprattutto se le cose vanno bene come a Milanello, arriverà solo qualche rinforzo per puntellare una rosa che ha superato di gran lunga anche le più rosee aspettative. Premesso che mi fido ciecamente di Paolo figlio di Cesare, di Massara e del loro team, come ogni tifoso anch’io ho la mia lista dei desideri, che si esaurisce in quattro acquisti realisticamente fattibili: due difensori, un centrocampista e un attaccante.

Difesa

Per tutto il mese di gennaio, forse anche favoriti dal freddo che si impossessa delle nostre case e dei nostri letti, una delle metafore più frequentemente consumate per giustificare l’auspicabilità di determinati acquisti è quella della “coperta troppo corta”. Immaginiamoci allora, per parlare della difesa del Milan, un letto matrimoniale nel quale stanno dormendo marito e moglie che, essendo sposati ormai da un po’, non giacciono più abbracciati l’uno all’altra. La coperta che rappresenterebbe l’organico a disposizione di Pioli per difendere la porta di Donnarumma, in questo caso non è né troppo corta, né troppo lunga, né di qualità inferiore alle attese (il contrario, semmai). Ha le dimensioni giuste ma il marito, che dorme a destra, ha tirato buona parte della coperta a sé e russa bello coperto, mentre la moglie, a sinistra, rimasta leggermente scoperta, non riesce a riprendersela ed è costretta a patire un antipatico freschino.
Fuor di metafora, numericamente la difesa del Milan è a posto, ma se a destra c’è una evidente sovrabbondanza, a sinistra si rischia di rimanere scoperti. Ecco perché, a mio avviso, andrebbe rinforzata proprio la catena mancina con due valide alternative a Romagnoli e Théo Hernàndez.

Il vice-Romagnoli

Avere un centrale di piede destro ed uno di piede mancino è fondamentale perché consente di pianificare una fase di costruzione dal basso con più efficacia. Ad esempio il centrale, spesso lasciato libero dalle marcature avversarie, può uscire ed avanzare palla al piede con più sicurezza per spezzare le linee avversarie; oppure può allargarsi e ricevere sulla fascia laterale per consentire al terzino di scivolare a centrocampo, fare un controllo orientato e servirlo. Tutto questo va fatto col piede giusto per non incappare in stop mal eseguiti o passaggi mal calibrati (non tutti i centrali di difesa hanno la tecnica di Van Dijk e soprattutto pochi possono vantarla in entrambi i piedi). Se a destra ci sono già Kjaer, Gabbia e Kalulu (oltre al separato in casa Musacchio), a sinistra il solo Romagnoli ha bisogno di una alternativa affidabile se si vuole essere competitivi su più fronti.
Di centrali mancini affidabili, però, ce ne sono sempre meno in circolazione e la scelta non è per nulla facile. L’ideale sembrerebbe essere il promettente Sven Botman del Lille. Il ventenne olandese ha impressionato per la sua solidità nella doppia sfida di Europa League ma c’è da capire la fattibilità economica dell’operazione. Il Lille però sta attraversando una crisi finanziaria importante e i suoi gioiellini potrebbero essere portati via a buon prezzo. Transfermarkt lo valuta solo 10 milioni ma l’impressione è che possa costare almeno il doppio. Due alternative di maggior esperienza e sicuramente minor dispendio per le casse di Elliott, possono essere Gian Marco Ferrari del Sassuolo, Aissa Mandi del Betis Siviglia, e Mamadou Sakho del Cristal Palace, che sembra aver perso il posto da titolare quest’anno: rispettivamente 28 e 29 e 30 anni.

Il vice-Théo

Avere Théo Hernàndez in campo o meno, per questo Milan, significa giocare in due modi completamente diversi. In assenza del motorino targato FR, vengono a mancare le sue accelerazioni, i suoi strappi, i suoi contropiedi e i suoi recuperi, tutte cose che non sembrano essere nelle corde del timido, e soprattutto fuori ruolo, Dalot. Per questo motivo occorre trovare qualcosa che si avvicini il più possibile, per caratteristiche, non certo per qualità, a quello che è considerato uno dei migliori interpreti di quel ruolo al mondo. Il ventisettenne bosniaco dell’Arsenal, Sead Kolasinac potrebbe essere l’ideale: è dato in partenza sicura a gennaio e Transfermarkt lo valuta 8 milioni. Un’importante controindicazione potrebbe però essere rappresentata dall’ingaggio. In ogni caso, qui occorre non cadere in una grave e tracotante dimenticanza: a capo dell’area tecnica rossonera c’è Paolo Maldini, figlio di Cesare, che secondo France Football è stato il miglior terzino sinistro della storia del calcio e che, dato non di minore importanza, ha recentemente comprato uno dei migliori terzini sinistri al mondo, pagandolo 20 milioni. Che ci pensi lui.

Le cessioni

Come già detto in precedenza, numericamente il Milan è a posto, il che significa che sarebbe auspicabile, soprattutto per dare respiro alle casse del club, che ad ogni entrata corrisponda un' uscita. Se Musacchio ha già fatto sapere che intende restare altri sei mesi a percepire il suo lauto stipendio per poi liberarsi a zero e poter scegliere con più comodità la sua prossima destinazione, occorre invece trovare una sistemazione, se possibile definitiva, per Duarte e Conti, che sembrano ormai ai margini del progetto tecnico di Pioli.