Oggi, 16 dicembre è il centosettesimo compleanno del Parma Calcio 1913, la squadra della mia città e ho deciso di omaggiarla pubblicando un articolo che avevo scritto nel 2018 (a vent'anni) per un corso di giornalismo a cui avevo partecipato in università. Il 18 maggio 2018 è una delle date più importanti della storia del club e anche l'unico momento di festeggaimenti sfrenati che ha conosciuto la tifoseria gialloblù negli ultimi quindici anni: la promozione in Serie A in casa dello Spezia. Ho scritto quest'articolo il giorno seguente, ancora incredulo. La foto in copertina raffigura quella notte di festeggiamenti per le vie del centro ed è presa dal sito dei Boys, gli ultras del Parma.

Triplo sAlto mortAle

Ieri, 18 maggio 2018, il Parma è entrato nella storia centrando la promozione in Serie A, la terza consecutiva, grazie alla vittoria a La Spezia ed al pareggio del Frosinone, che andrà ai playoff.
“Come noi nessuno mAi” è il motto che ha accompagnato Parma in una notte surreale, magica, che tutti i parmigiani avrebbero voluto non finisse mAi, per l’appunto. Invece oggi siamo qui, a celebrare una vera propria impresa, che entrerà negli annali del calcio e nella già ricchissima storia di questa città. Nell’indimenticabile serata di La Spezia, i gialloblù hanno battuto per 2 a 0 i rivali spezzini, grazie ai gol di Ceravolo e Ciciretti (già protagonisti della storica promozione del Benevento nello scorso campionato) ed hanno raggiunto al secondo posto il Frosinone, fermato sul 2-2 dal Foggia con un gol di Floriano all’89° minuto, superandolo grazie al vantaggio negli scontri diretti.                       

Stamattina la città ducale si è risvegliata, ancora incredula e frastornata, da un incubo, poi dissoltosi in un sogno, che era durato per tre lunghi e travagliati anni. Millecentocinquantacinque giorni dopo il fallimento del 19 marzo 2015, un batter d’occhio per qualunque squadra, un’eternità per il Parma, i crociati sono tornati in serie A e lo hanno fatto nel più incredibile, spettacolare e rocambolesco dei modi. 

Ieri sera, Parma ha rischiato di veder dimezzare i propri abitanti, che avrebbero potuto morire di infarto, non tanto per quanto successo allo stadio Picco, dove i ragazzi di D’Aversa hanno battuto, non senza fatica, un agguerrita La Spezia, quanto per le notizie che arrivavano da Frosinone. Allo stadio Benito Stirpe ne sono successe di ogni: al 35’ passa in vantaggio il Foggia (la curva del Parma esplode di gioia), poi, in cinque minuti (tra il 68’ e il 73’) rimonta il Frosinone (parmigiani ammutoliti, esultano gli spezzini); sembra tutto finito, il Parma andrà ai playoff, ma all’89’ nel settore ospiti del Picco si diffonde una notizia, quasi non ci credono, poi realizzano, “Ha pareggiato il Foggia!”, la curva impazzisce di gioia mentre i giocatori non riescono a capire cosa stia succedendo; dopo pochi minuti l’arbitro fischia tre volte; non resta che aspettare, con il fiato sospeso e le dita incrociate, il verdetto di Frosinone, che irrompe qualche manciata di secondi dopo (un’eternità); il Parma è in Serie A!È iniziata così una notte frenetica, magica, indimenticabile, che ha sancito la fine di una cavalcata trionfale, di un’impresa storica, alla quale Giuseppe Verdi, se fosse stato in vita, avrebbe sicuramente dedicato una delle sue più patriottiche opere.

I Protagonisti

Nevio “Mazzini” Scala: il Sognatore

È lui il presidente della rifondazione: insieme ad altri grandi imprenditori parmigiani (fra cui Pizzarotti e Barilla), decide di investire i suoi soldi per salvare la squadra della sua città. Ripartendo da nomi storici per i gialloblù (l’allenatore Apolloni, il Direttore Sportivo Minotti ed il Club Ambassador Hernàn Crespo, oltre al capitano Lucarelli), riesce a portare il Parma in Lega Pro, ma si scopre presto inadatto per le sue stesse ambizioni di risalita e decide di mettersi da parte, in favore del nuovo acquirente cinese Jihang Lizhang.
Forse, il suo unico errore è stato, appunto, di essere troppo sognatore, come Giuseppe Mazzini, al quale è dedicata la via principale di Parma.

Roberto “Cavour” D’Aversa: lo Stratega

Arrivato a metà della scorsa stagione, l’allenatore nato a Stoccarda da genitori italiani, era stato chiamato al posto dell’inadeguato Apolloni, per ridare un senso ai ridimensionati sogni della dirigenza, ed aveva già compiuto un’impresa riportando il Parma in Lega Pro, grazie alla vittoria in finale playoff contro l’Alessandria. Quest’anno, grazie anche ai costosi acquisti della proprietà, riesce in un secondo capolavoro: un gioco poco spumeggiante ma cinico (a causa del quale viene più volte messo in discussione) e, soprattutto, la miglior difesa del campionato (37 gol subiti), gli permettono di centrare l’ennesima promozione. Meno cinico, invece, è il suo discorso a fine partita: “Sportivamente è la notte più bella della mia vita. Non ci sono parole per descrivere la felicità per quello che abbiamo realizzato. I ragazzi hanno fatto qualcosa di straordinario.” 
Roberto D’Aversa rappresenta il volto realista, concreto ed efficace dei successi del Parma, come Camillo Benso, conte di Cavour, a cui è stata dedicata la via dello shopping parmigiano.

Alessandro “Garibaldi” Lucarelli: il Condottiero

Nel 2015, dopo il fallimento, il capitano Lucarelli aveva promesso ai suoi tifosi che avrebbe riportato il Parma in Serie A, prima di smettere di giocare; ma nemmeno lui avrebbe immaginato che ci sarebbe riuscito in soli tre anni. Lui, come Mazzocchi e Baraye, c’è sempre stato fin dalla Serie D e, nonostante le difficoltà, non si è mai tirato indietro. Oggi, a quarant’anni (solo due in meno del suo allenatore), vive probabilmente la favola più bella ed intensa della sua lunga carriera calcistica.
A fine partita è il più commosso ed il più incredulo, riesce a malapena a parlare dall’emozione: “Non è vero, è impossibile, non ci credo. In questi ultimi tre anni abbiamo fatto una roba incredibile, una roba fuori dal mondo. Non si poteva mai immaginare un finale così. Sto morendo, non ce la faccio più. È più di un sogno. Questo è il finale di un percorso cominciato tre anni fa, ad Arzignano – dove si giocava la prima partita del campionato di Serie D (ndr) – davanti a questo splendido pubblico. Ci sono stati momenti di difficoltà, li abbiamo sempre superati, e questa promozione è un grande premio per questa gente che insieme a noi non ha mai mollato. Io sono orgoglioso di essere il loro capitano. Ora posso anche smettere, non sono più tanto giovane”.

Lucarelli è il principe azzurro di questa favola, ma soprattutto il condottiero di questa squadra: è lui a scendere sul campo di battaglia, l’ultimo a mollare, è lui che dà l’esempio ai suoi compagni e li guida verso la vittoria, come Giuseppe Garibaldi, a cui Parma ha dedicato una delle vie principali, la sua piazza più importante e la statua al centro di quest’ultima, abbracciata da Ciciretti durante i festeggiamenti, come se fosse il suo capitano.
Poi ci sono tutti gli altri: i bomber Calaiò e Ceravolo, i fantasisti Ciciretti e Di Gaudio, i baluardi difensivi Di Cesare, Iacoponi e Gazzola (parmense di nascita) e l’anima della squadra, il vice capitano Gianni Munari, senza dimenticare il grande lavoro svolto dal Direttore Sportivo Faggiano.

Infine giungiamo ai tifosi, che hanno sempre sostenuto i loro beniamini, dai campi sperduti della serie D, fino alla magica notte di La Spezia; e ad una città intera che ieri è letteralmente impazzita di gioia, in una frenetica notte di festeggiamenti, tra via Mazzini, via Cavour e piazza Garibaldi, sulle note della marcia trionfale dell’Aida di Giuseppe Verdi.     


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