A salvare Allegri dalle mille critiche seguenti l'ennesima prestazione deludente ci aveva pensato Milik.
Non sarebbe stato sufficiente però.
Ormai per moltissimi tifosi e commentatori, giornalisti e semplici opinionisti per qualsiasi cosa è colpa di Allegri.
Ed allora ben venga lo scandalo della VAR a salvare dalle critiche, il condottiero un po' arrugginito di questa Juve che dopo 52 partite della scorsa stagione e 7 di questa, non riesce a far decollare il gioco della squadra.
Sia gli allegriani che gli #allegriout si uniscono contro questo strumento che ha molte colpe, ma una più di tutte, ben gestito, può dare e togliere a piacimento, tanto è distante dall'evento in sé e dal controllo di chi è presente all’evento.
Come se non bastasse le inaccettabili parole di Gravina mettono in moto vecchi fantasmi che ormai sembravano sopiti.

La Juve, la federazione, la Lega e la Superlega ovviamente. Con l'amico Cefferin sullo sfondo.
Ed allora tutti uniti contro il sistema, sistema che di fatto il Presidente Agnelli ha deciso di abbandonare quando si assentò dalla Lega e prese la presidenza dell'ECA. Organizzazione abbandonata quando si accorse che non poteva fare nulla contro una politica tesa ad ingrassarsi con i soldi degli imprenditori che investivano nel calcio.
Lotta impari, a meno che da Nion non esca il coniglio, lo sapremo già a dicembre, o almeno conosceremo in anteprima le intenzioni se non proprio il provvedimento, che si conoscerà poi nel nuovo anno. I precedenti lasciano ben sperare, ma il calcio, non è il basket, qui girano i soldi veri, e la politica non ci vuole rinunciare.
Quindi scontro duro, durissimo, da una parte il non riconoscimento di un errore palese, dall’altra solo silenzi. Silenzi di una Juve che non c'è, o così almeno pare.
Nessuno che parli, nessuno che risponda, nessuno che dimostri la presenza del Club.
Allegri, non è Conte, tantomeno Mourinho. Anche se per me è da questo punto di vista un bene, certo qualche parolina su arbitri e VAR sarebbe gradita.
Poi c'è la società silente. Silente in Nedved, silente in Cherubini, silente in Arrivabene, uno capace di fare la voce grossa con Dybala, senza contratto, ma di mostrarsi assolutamente inerme nei riguardi di Cuadrado o di Rabiot.
Arivvabene, pare il classico "uomo duro" che poi però quando la battaglia si fa dura sul serio, semplicemente si ritira o "non è di sua compentenza". Facile così.
Andrea Agnelli, pare in altre faccende affaccendato, si nota più per i suoi silenzi. L'ultima uscita è stata per difendere l'attuale tecnico dopo una stagione fallimentare e per mettere sotto silenzio le voci di un ritorno del Capitano che stavano montando, non tanto tra gli addetti ai lavori ma tra i tifosi.
Elkann, anche lui, poco ha detto, se non due parole due, per proteggere Allegri dopo un avvio di stagione agghiacciante se pensiamo ai giocatori presi, ed ai risultati ottenuti. Si è detto ottimista...
L'unico capace di colpire ed affondare sarebbe Lapo, lo ha già fatto in passato con qualcuno che dal Portogallo ne diceva di ogni, ma pare non sia questo il momento.
Silenzio...
Eppure qualche parola ci vorrebbe.
Forse è vero che Allegri è meglio che faccia l'allenatore e parli solo di campo, se pensiamo che fa danno anche solo in conferenza stampa quando presenta le partite.
Nedved ed Arrivabene non sembrano all'altezza, Cherubini vive nel silenzio mediatico.
La proprietà forse per queste beghe di cortile è un po' troppo in alto, e forse va bene così.
Quindi che si fa?
I problemi, "di primo livello", dalla faccenda arbitri, al VAR, passando per il rapporto con i tifosi, non solo quelli della curva, si stanno ammucchiando su una scrivania vuota.
Intanto dietro delle magliette improbabili, color lampone, si vedevano chiaramente i seggiolini vuoti di uno stadium con poco pubblico sugli spalti.

Cosa o chi manchi a questa Juve non lo so, so solo che il mio cuore mi dice un nome solo, Alessandro del Piero, ma con pieni poteri naturalmente.
Intanto si avvicina il Benfica.
Partita talmente importante da togliere il fiato. Partita che in caso di sconfitta, aprirebbe le porte ad una retrocessione in Europa Legue.
Bon Courage mister Allegri, nel caso esca senza sbattere la porta.