Siamo davanti ad un'ingiustizia storica, perpetuata davanti ad una dirigenza, Agnelli in testa, che ha avuto una sola colpa, quella di non sottostare, ma di combattere, un potere costituito, formato negli anni, dai nonni, dai padri e dai figli dei figli che sono oggi seduti attorno ai tavoli del potere.
Attenzione, mi sono ritornate in mente le parole di Tavecchio, quando parlò di impresa temeraria…
Ecco a cosa alludeva. Non a tutto ciò che era stato detto all’epoca sul ricorso, ma al fatto che Agnelli avrebbe dovuto fare un passo indietro.
Di fronte a ciò non posso quindi non pensare che questa sia in tutto e per tutto, una scelta politica. Non tanto per colpire la Juve, ma per salvare il proprio potere.
Di fronte a ciò non posso quindi non pensare che le dimissioni del CDA siano state un atto dovuto di fronte a tutte le leggerezze commesse da una dirigenza che, nella ragione o nel torto, ha agito con troppa leggerezza, con sfrontatezza. Agire che ha demolito nei fatti la Juventus.
Non possiamo non pensare a questo punto che l’intervento di Elkan sia un vero e proprio intervento di salvataggio della Juventus, di fronte ai disastri creati da Andrea, con il suo agire. Attenzione, agire forse assolutamente legale, oserei dire, ma assolutamente arrogante, arroganza che il mondo gli ha fatto pagare.
Insomma, Elkan ed i suoi sodali si son visti costretti ad una vera e propria opera di ricostruzione della società, e l’inserimento di un modo di agire più consono, che spero ci restituisca la Juve che fu di Gianni ed Umberto, che dettavano le linee da fuori a dirigenti attenti a fare le cose per bene. E sto parlando di Boniperti, Giuliano, non certo di Moggi, Marotta e Paratici.

Detto questo, sono oggi profondamente deluso, non dalla Juve, alla quale perdono tutto, ma da un calcio italiano, al quale in cuor mio, non credo più.
E’ dal 2006 che sento parlare più di tribunali, che tribune sportive, di sentenze, più che di rigori, di attacchi, più che di attaccanti. Di battaglie tra tifosi sobillate da giornalisti in mala fede solo per vendere qualche copia in più, oggi qualche click.
E’ purtroppo il calcio delle battaglie, delle polemiche, quello della vittoria non per la gloria, ma per segnare un punto in più di quegli altri, una volta avversari, oggi veri e propri nemici, e cosa non sono i tifosi che si son dati battaglia in terra sconsacrata, in un autogrill in autostrada?
Il tutto a fronte di una calcio, in fin dei conti, sempre più deludente dal punto di vista sportivo.
Sì perché diciamocelo chiaramente, le partite della serie A sono inguardabili, noiose, salvo qualche rara eccezione. Ed in quanto a risultati, inutile sottolineare come per contare le coppe europee contiamo periodo di una decina d’anni, per tacere della Nazionale.

E allora mi chiedo, da vecchio tifoso, ma ancor giovane amante del gesto del campione, che senso ha seguire ancora questa banda che chiamano Lega di Serie A?
Nessuno, assolutamente nessuno.

Ma c’è una cosa che possiamo fare, disdire tutti gli abbonamenti e non guardare più nessuna partita. A quel punto, Dazn e Sky, seguita dagli sponsor, cominceranno a telefonare in federazione, e allora forse... qualcosa accadrà.