Da diverso tempo, ormai, si parla della reale competitività del nostro campionato, definendo persino "non allenante" per le grandi squadre nostrane impegnate in Europa. Tale tematica si ripresenta puntualmente ad ogni nuova edizione delle coppe europee, dove le prime della classe in Italia arrancano contro le prime della classe degli altri campionati. Assodato che il nostro campionato non è il più competitivo e non è nemmeno più ai livelli di una quindicina di anni fa, mi soffermerei su un altro punto cruciale: il nostro arbitraggio è "allenante"?
Il dubbio sorge spontaneo ogni settimana, quando assistiamo a partite spezzettate da continui fischi del direttore di gara. Parte di suddetti interventi sono atti a sanzionare interventi che in campo internazionale, usualmente, vengono sanzionati. A tal proposito, ogni anno i vertici arbitrali promettono che sarà l'anno in cui si fischierà di meno, in cui si userà un metro "alla inglese" ma, puntualmente, tale proposito rimane una semplice bella idea destinata a rimanere tale. Un'idea.

Prendo ad esempio il primo giallo rifilato a Leao in Sampdoria-Milan. E' giusto fischiare il fallo, ma l'ammonizione è esagerata. Né in champions né in premier (da cui dovremmo ispirarci ad arbitrare secondo i vertici arbitrali) sarebbe mai arrivato il cartellino giallo. Ma di casi così c'è ne sono diversi, anzi direi troppi. Per non parlare di calciatori che cadono al più piccolo contatto, ottenendo il tanto agognato fischio. Ebbene, tale comportamento, da parte dei nostri calciatori, viene applicato anche il martedì ed il mercoledì quando si gioca in campo internazionale, non ottenendo nessun fischio, bensì un deciso invito a rialzarsi.

Stefano Pioli ha già lanciato l'allarme a tal proposito: i giocatori si adeguando a quello che è il metro arbitrale. Ma è più probabile abituarsi al metro arbitrale vissuto in 38 match o a quello delle poche (ahimè) partite di champions ed Europa League che le nostre squadre riescono a disputare?
Il nostro caro Rocchi dovrebbe iniziare a tenere conto anche di questo, inziare con il "rieducare" per quanto possibile la sua squadra arbitrale, renderla più europea nella gestione del match.
I fischietti italiani che applicano un gestione della partita più "alla inglese" sono davvero troppo pochi ed a farne le spese sono le nostre squadre impegnate in campo internazionale, che non sono allenate e preparate a certi arbitraggi.