"La storia si ripete". Quanto spesso abbiamo sentito questo mantra? Sin da ragazzini, sui banchi di scuola, ci hanno ripetuto ciò e ci hanno insegnato che la storia è formata da corsi e ricorsi e che, da questi ultimi, sarebbe opportuno trarre insegnamento.
Sì perchè così sarebbe possibile evitare il ripetersi di determinati errori.

Volendo applicare tale assunto anche su un tema "leggero e spensierato", come lo può essere quello calcistico, i primi mugugni e le prime critiche intorno a Charles De Katelaere assumono la connotazione di un evento già mirato nel recente passato. In ordine cronologico, prima Leao e poi Tonali (più di altri giovani rossoneri) erano finiti nel turbinio di critiche e dubbi da parte di stampa, opinionisti nonchè tifosi milanisti e non.
La medesima sorte sta toccando, oggi, al talento belga classe 2001. Lo stesso Pioli, in una delle sue recenti interviste ha ricordato questo particolare, volendo così lanciare una sorta di monito ai più scettici e mostrando la sua fiducia nelle capacità del numero 90, seppur con la consapevolezza che sarà necessario pazientare un po' per vederlo al meglio nello scacchiere rossonero.
Ovviamente esprimere delle perplessità o avere dei dubbi su un giocatore è cosa lecita, anche dopo appena nove giornate di campionato e tre di Champions League. Del resto, così come non tutte le ciambelle riescono con il buco, non tutti i giovani di grande talento diventeranno dei grandi giocatori. Non tutti possono avere un exploit come quello dei sopracitati Leao e Tonali (per citarne due recenti).
Si potrebbero fare tanti di esempi di giocatori che non c'è l'hanno fatta, ma ci limiteremo a dire che per la legge dei grandi numeri non può che essere altrimenti: non tutti possono farcela
Quindi, anche lo stesso De Katelaere potrebbe finire nel lungo elenco delle giovani promesse che si sono perse per strada, schiacciate da aspettative e pressioni troppo alte oppure da un carattere inadatto (vedi Balotelli).
Personalmente non credo che il belga diverrà una nuova "meteora", finendo nella triste lista dei "avrebbe potuto ma non c'è l'ha fatta". Staremo a vedere ed accetteremo a malincuore o con soddisfazione ciò che sarà l'esito di un giudice imparziale come lo è il tempo.
Nel frattempo io mi sbilancio ancora di più e dico che, da qui ad un paio di anni, il ventunenne sarà uno dei migliori giocatori del nostro campionato. Sostengo ciò perchè in lui sono evidenti quei lampi di classe e tecnica che in pochi giocatori possono permettersi alla sua età. Non a caso è secondo tra i giocatori del nostro campionato per occasioni create.
A tal proposito, la giocata con cui manda in porta Kalulu nel match contro il Bologna è un qualcosa per palati fini e che chi ama il calcio non può non apprezzare. Un po' meno bello, ma più utile, lo spunto che lo porterà a realizzare, sempre nella stessa partita, il suo primo assist in serie A, proprio per quel Leao che in rossonero ha avuto un inizio per certi versi simile al suo. Da lì in poi ha mostrato qualche altro colpo, come quello con cui ha dato il via all'azione del goal di Salemaekers contro il Salisburgo, o quello con cui manda in porta Theo contro la Juventus nell'ultima giornata di campionato.
Sprazzi di classe e talento messi in mostra all'interno di prestazioni complessivamente poco vistose e concrete, sintomo di un ragazzo di enorme potenziale, ma ancora acerbo. 

Nulla che non fosse stato messo in preventivo dalla dirigenza rossonera, già da tempo sulle tracce del trequartista nativo di Bruges. Del resto, se è stato investito quasi tutto il budget di mercato su di lui, una ragione ci sarà pur stata, così come le opportune valutazioni dei pro e dei contro di un simile affare. Qualcuno potrà sostenere che quest'ultima osservazione è più un attestato di fede che non un fatto dimostrabile. Sì, è in parte vero, ma per quanto mostrato fin ora da Maldini e company, un po' di "fiducia sulla parola" ci può tranquillamente stare.

Chiusa questa piccola digressione di natura più burocratica, nell'avvio di campionato di Charles noto delle analogie con quello avuto da Leao nel suo primo anno a Milano. Anch'egli era un giocatore con delle potenzialità enormi e con dei colpi da potenziale fuoriclasse. Se però la prima versione di Leao sembrava essere quella del classico studente intelligente ma che non si applica, De Katelaere sembra più appartenere alla categoria dello studente diligente che si applica, ma che non riesce a svolgere come potrebbe il compito in classe o l'interrogazione, in quanto un po' troppo timido ed insicuro. La stessa categoria a cui faceva parte il Tonali della prima annata in rossonero (a seguito della quale in molti si auguravano che non fosse nemmeno riscattato). Del resto quella di San Siro è una facoltà prestigiosa, con docenti molto esigenti e, come tale, un po' di soggezione e timore possono essere una naturale conseguenza. Non a caso, nel passato, è capitato anche ad alcuni giocatori affermati e con più primavere alle spalle di non riuscire a superare l'esame della Milano sia rossonera che nerazzurra.
L'unica certezza è che bisogna avere pazienza, senza balzare a conclusioni affrettate e senza sbilanciarsi in scomodi analogismi con quel Ricardo Kakà che tanto ha fatto sognare i tifosi del Milan e gli amanti del calcio. Dal momento del suo arrivo, infatti, in tanti hanno iniziato ad accostare il nome del belga a quello dell'ex pallone d'oro.
Allo stesso modo non bisogna nemmeno lasciarsi fuorviare dai trentacinque milioni complessivi investiti dal Milan sul ragazzo in quanto, nell'attuale mercato, possono rappresentare una cifra significativa per un campionato in difficoltà come lo può essere il nostro, ma non nel contesto internazionale. Oltre i nostri confini tali importi vengono tranquillamente spesi (non solo dai top club) anche per ragazzi con un background minore rispetto a De Katelaere. Un esempio lampante può essere quello rappresentato da Vinicius Jr e da Rodrygo, entrambi acquistati giovanissimi dal Real per 45 milioni di euro.

In conclusione, così come fatto da Maldini e Massara, io scommetto su De Katelaere perché, come già scritto, in lui intravedo doti tecniche non comuni, così come le si intravedevano in Leao ancor più che in Tonali.
Bisogna solo avere la capacità di aspettare, cosa che abbiamo perso negli ultimi anni in quanto, nel nostro campionato, si preferisce sempre più spesso l'usato sicuro.
Puntare su giovani ancora acerbi ma con grande potenziale, tramite un opportuno scouting, sta diventando sempre di più una rarità.