"Provate a togliere cinque titolari al Milan, vediamo che risultato ottengono". Tra le tante cose dette da Allegri, il diciassette settembre in un intervista con Mario Sconcerti per Il Corriere della Sera, c'era anche questa infelice frase. Chissà se oggi, Max Allegri, non stia ripensando a quella famosa frase con un profondo senso di pentimento. Sì, perchè la sua "richiesta" ,per uno scherzo del destino, è stata esaudita e proprio prima del match con la Juventus. Uno scherzo però che, a differenza di quanto si potesse presagire, si è rivelato beffardo per lo stesso Allegri e la sua Juventus. 

Prima c'è stata la trasferta di Empoli, con un Milan incerottato, con i 3/5 della difesa titolare out, più le indisponibilità di Messias, Salemaekers, Florenzi ed Origi, che si sono aggiunte al lungodegente Ibrahimovic, quindi la sfida contro la Juvventus.
Risultato? Due successi per i rossoneri, entrambi con due goal di scarto. Probabilmente i più assidui e stoici difensori di Allegri avranno da obiettare, osservando come i titolari assenti all'appello, nelle file rossonere, fossero quattro e non cinque. Anzi, non volendo considerare Ibrahimovic come titolare ma, bensì Giroud, potremmo dire che i titolari assenti fossero "solo tre", lo stesso numero di assenti nelle file della juventus ( Chiesa, Pogba e Di Maria). Tutto vero, così come è vero che a Stefano Pioli, oltre ai titolari mancavano i diretti rincalzi, non a caso il Milan si è schierato in campo con una formazione a sorpresa, con l'inserimento dal primo minuto di Pobega e Gabbia, quest'ultimo il quarto difensore nelle gerarchie difensive del diavolo. Abbiamo visto schierati Kalulu terzino destro, Diaz largo a destra in attacco ( posizione che per mè dovrebbe occupare più spesso) in quanto ferma ai box, c'è tutta la corsia di destra : Florenzi, Messias, Salemaekers e Calabria, in rigoroso ordine termporale. I recuperi di Theo e di Origi hanno fatto da contralare all'ennesimo forfait, quello di Simon Kjaer.

Al netto di tutto ciò, un Milan incerottato e rimaneggiato, così come sembrava augurarsi Allegri, ha rifilato un secco due a zero agli ospiti, dimostrandosi più forte delle assenze (ancora una volta) oltre che della Juventus stessa. Il motivo di ciò è semplice quanto intuitivo: il Milan ha un gioco e la Juve no. In casa rossonera i giocatori sanno cosa fare sia quando hanno il pallone tra i piedi sia quando non c'è l'hanno, giocando da collettivo che può, inoltre, contare su due fuoriclasse come Theo e Leao. Non ho nominato casualmente questo secondo aspetto, in quanto, oltre all'assenza di un'idea di gioco, ai bianconeri mancavano anche dei veri fuoriclasse in campo. Aggiungendo questo aspetto, risulta immediato rendersi conto di come il "non gioco" protratto dalla juventus sia un peccato ancor più grave ed inammisibile. L'idea sembra essere sempre quella di affidarsi alla giocata del singolo. Giocata che puntualmente non arriva perchè, di fatti, manca il singolo in grado di farla. L'unico potrebbe essere Di Maria, il quale fin ora, più che una preziosa ed esperta risorsa, sembra essere un ennesima vittima della confusione tattica che regna sovrana in quel di Vinovo.

Ciò che il tecnico sembra non riuscire a capire è che nessuno gli sta chiedendo di mettere in atto un calcio champagne, con un gioco da stropicciarsi gli occhi, anche perchè non ci sono le risorse per poterlo fare. Semplicemente, ciò che si sta chiedendo è quanto meno un idea di gioco, in cui i giocatori sappiano per lo meno cosa fare in campo ed in cui non vengano esaltati i limiti ed i difetti, ma i punti di forza. Cosa che credo qualsiasi allenatore debba e voglia puntare a fare. In questo senso, anche nel match di ieri, la Juventus si è dimostrata fragile e molle, con poche idee ed anche confuse. Tatarusanu ha passato una serata tranquilla come nemmeno lui si sarebbe potuto augurare. La trasferta di Empoli è stata ben più impegnativa per lui e per tutta la squadra, il che la dice lunga sull'attuale livello della compagine juventina. Forse Allegri, ancor prima che parlare di come il Milan abbia creato poco, avrebbe dovuto sottolineare come la sua squadra non abbia creato pressoché nulla. Dopo un insidioso diagonale di Cuadrado al nono minuto, la partita dei bianconeri è di fatto finita. E' iniziato un monologo rossonero a cui la Juventus ha risposto con uno sterile possesso palla. E Come spesso accade, un possesso palla coì gestito, senza una reale idea di gioco, porta anche a sanguinose palle perse. Chiedere a Dusan Vlahovic, il cui unico sussulto è stato l'assist per Diaz, il quale ha anche messo in evidenza tutti i limiti di un Bonucci più bravo a parole che sul campo.

Per correttezza, oltre al "non gioco" citato in precedenza e ad un livello della rosa non sugli standard a cui la Juve si era ed aveva abituato negli anni addietro, va sottolineata una condizione atletica quanto meno precaria. Gli avversari sembrano sempre correre di più e sembrano sempre avere la meglio nei contrasti. Anche ieri, tutti i duelli a centrocampo sono stati vinti dai giocatori di Stefano Pioli e, come frequentemente accade, chi vince più duelli e contrasti porta a casa il match.

In conclusione, al netto delle assenze, qualcuno dovrebbe iniziare a rendersi conto che il livello della rosa non è all'altezza dei primi tre posti, esattamente come la passata stagione, nonostante un mercato tanto esaltato dalla stampa e dai tifosi. E' in particolar modo il centrocampo, nonostante sia migliorato rispetto alla passata stagione, ad essere ad un livello comunque troppo basso per certi standard, quelli a cui dovrebbe sempre competere una società come quella bianconera. Considerando anche questo aspetto, urge ancora di più trovare al più presto un idea di gioco capace di valorizzare un gruppo che, invece, sta continuando a peggiorare e risultare sempre più fragile.
Vlahovic è l'esempio più lampante del peggioramento vissuto dai giocatori della Juventus negli ultimi due anni: da bomber implacabile alla Fiorentina a giocatore impreciso e lento a Torino.