Da diverso tempo a questa parte, sia nei salotti dei bar tra tifosi, sia su diversi articoli di testate giornalistiche (anche autorevoli) girano slogan sulla scarsa volontà, nonché disponibilità, di Elliott ad investire denaro nel Milan.
Sta, di fatto, diventando di uso comune associare il Milan alla schiera delle società con le mani legate sul mercato, in quanto a corto di denaro da investire. Con tutto il rispetto per le altre squadre del bel paese e con tutta la considerazione del caso legata al delicato momento attuale, ma il club rossonero è stato l'unico ad aver investito sul mercato. Alla voce spese, infatti, si possono già annoverare i 29,2 milioni per il riscatto di Tomori, i 13 (più 2 di bonus) per Maignan, i 7 cash per il riscatto di Tonali (più i 3 rappresentati dal cartellino di Olzer). A questi si aggiunge anche il milione di indenizzo versato nelle tasche del Chelsea per il cartellino di Giroud. A conti fatti, il Milan ha già investito 50 milioni di euro nel mercato in entrata, cosa che nessuno ha fatto, almeno finora in serie A; più in generale, come spese sostenuta, il Milan è terza a livello europeo.

Nonostante tutto ciò, però, l'etichetta di società senza soldi rimane. Il mercato è ancora lungo e, inevitabilmente, si dovrà accettare l'idea che il Milan non farà spese folli, che si porrà l'attenzione sul bilancio e sulla sostenibilità ma, allo stesso tempo, bisogna iniziare ad accettare l'idea che il Milan è tra le società, economicamente parlando, messe meglio. Per lo meno allo stato attuale dei fatti.
Per di più, fa molta specie vedere come la facile ironia sulla situazione economica del Club Meneghino, sia per lo più messa in atto da sostenitori dell'altra sponda del naviglio dove c'è un quadro, a livello economico e societario, ancora tutto da definire.

In conclusione, il quadro economico dell'industria calcio è in difficoltà, per usare un eufemismo, e questo lo sappiamo tutti. La crisi ha colpito tutti i club (eccezion fatta per il PSG che sembra vivere in un mondo a parte) ed è inutile far finta che non sia così. Però, come si usa dire "diamo a Cesare ciò che è di Cesare", in questo caso è opportuno dire "riconosciamo al Milan i suoi meriti".