Una cosa che spesso mi affascina è leggere la biografia dei vecchi giocatori che sono passati dalla Serie A, sia che fossero dei fenomeni, sia che fossero dei bidoni.
Non so in quale categoria rientrasse Taribo West, io forse lo metterei tra i bidoni, anche se lo ricordo con un po’ di nostalgia perché legato alla mia giovinezza ed a un Milan che non c’è più.

Una cosa che mi ha sempre fatto sorridere di Taribo, oltre che i suoi capelli bizzarri sono, i suoi comportamenti, tra cui la forte devozione per Dio, tanto da fondare la sua chiesa prima vicino a Milano e oggi nella sua patria.
Si racconta infatti che un giorno andò da Marcello Lippi, allora allenatore dell’Inter e disse: “Mister, Dio mi ha detto che devo giocare domenica” e Lippi rispose: “A me Dio non ha detto proprio niente“.

Si può dire un calciatore mediocre, ma un mito allo stesso tempo, nessuno come spesso capita a con i giocatori africani all'epoca sa dire con esattezza quanti anni avesse, nelle favole dei tifosi in tribuna si diceva che già all'epoca del Milan avesse ben 40 anni ed era per quello che nell'unica annata in rossonero non scese in campo e poi fu ceduto.
Di sicuro come calciatore ebbe una carriera mediocre, non un fenomeno, ma una Coppa Uefa l'ha vinta ed ha partecipato ai mondiali dai quali si dice che nel '98 la sua Nigeria fu eliminata dalla Danimarca perché la sera prima della partita i compagni di squadra di West fecero un festino con alcune donne, ma lui da buon uomo di fede rifiutò, ovviamente i suoi compagni invece fecero festa e la Nigeria fu eliminata.
Poi su di lui ho sentito leggende peggiori ma preferisco non rivangarle, le ho sempre viste come stupidaggini, ma leggendo su di lui nella vita fuori dal campo non mi stupirebbe nulla.
Di Taribo si può dire: un uomo, una leggenda, un illuminato dal signore.