Doveva essere la partita della svolta, dei “tre punti” come scritto da Suso sui suoi social, e invece è stato l’ennesimo pareggio di questo avvio di campionato, con conseguenti 2 punti persi contro squadre più che abbordabili.
Come spesso accade al Milan, ad essere il migliore della partita è il portiere avversario, in questo caso Terraciano (a Cagliari fu Cragno) che con due grandissime parate su Suso nel finale e una su Kessié nel primo tempo ha tenuto a galla la squadra di Andreazzoli, che non ha sicuramente brillato sul piano del gioco. Ed è questa la cosa preoccupante. Nonostante i forti demeriti degli avversari nell’imbastire azioni pericolose, il Milan è riuscito a farsi raggiungere grazie a un errore, anzi orrore, di Romagnoli, a cui ahimé è stato erroneamente insegnato di non spazzare mai il pallone da Montella prima e Gattuso poi, che ha servito nella propria area Michelidze, abbattuto poi dallo stesso Romagnoli provocando il rigore realizzato da Caputo.
Il Milan, come scrissi dopo la partita di domenica contro l’Atalanta, non è “diavolo” nell’ammazzare la partita quando dovrebbe farlo, e oggi si è visto, ripetendo lo stesso identico errore. Ma la cosa che mi ha fatto veramente inverminare per tutto il secondo tempo è stato l’atteggiamento della squadra, riassumibile con una singola parola: provinciale. E sì, perché il Milan si è chiuso in difesa con l’Empoli (ripeto con l’EMPOLI) fino al rigore di Caputo, cercando contropiedi che, puntualmente, venivano sprecati in maniera a dir poco goffa dai vari Borini (inguardabile), Calhanoglu e compagnia.
Anche con l’Atalanta si era intravisto ciò ma in pochi tratti della partita, invece oggi è sembrato davvero palese che lo schieramento rossonero fosse frutto di istruzioni date da chi li guida, ossia dall’allenatore. Per questo motivo scrivo in data 28 settembre 2018 la mia piena sfiducia in Gattuso.
È vero, dopo il Cagliari scrissi che i risultati sarebbero arrivati, che bisognava essere fiduciosi in ringhio, e ne ero fermamente convinto. Ma è avvenuto ciò che temevo di più: il subentrare della paura di non vincere, lo stesso spettro giunto lo scorso anno. Finché non verrà scacciato la nostra stagione non sarà neanche minimamente vicina a quella auspicata del grande ritorno in Champions.
Squadre come Inter o Lazio non stanno sicuramente brillando ma, se non erro, entrambe sono a tre vittorie in fila, noi invece tre pareggi, il che ci porta a perdere ben 6 punti da loro.
Con Higuain sarebbe finita diversamente? Questo poco ma sicuro.
Il pipita è l’unico giocatore di personalità e spessore all’interno del Milan, senza di lui siamo una squadra moscia, impaurita e, soprattutto, provinciale. Preghiamo che il suo problema sia nulla di che, perché in caso contrario i problemi sarebbero belli grossi. Per salvare la stagione serve cambiare radicalmente...
E subito. In società, cui alti membri erano al gran completo stasera, sono pronti ad intervenire, bisogna vedere se con la carota o con il bastone. Sappiamo ormai tutti chi è il primo nome sulla lista di Gordon Singer in caso di esonero di Gattuso (perché ora è palesemente sulla graticola) ed è quello di Antonio Conte, opzione difficile che pretenderà un grande ingaggio ma soprattutto garanzie future sul mercato.
A meno di mezzi miracoli, solo così la nostra stagione potrebbe svoltare.