Minuto 49: Suso innesca Calabria che con un bellissimo diagonale batte Ospina e porta il Milan in vantaggio 0-2 contro il Napoli. Il San Paolo è in silenzio, si sentono solo le urla dei tifosi e dei giocatori del Milan.

Minuto 80: Allan buca la difesa, mette in mezzo e Mertens segna a porta vuota il 3-2 per il Napoli.

Cos'è successo di così catastrofico al Milan in questi 31 minuti? Ciò che nessun tifoso vuole che accada alla propria squadra del cuore: un blackout mentale. Un blocco quasi inspiegabile, forse dato dall’inesperienza e forse dalla “paura” di vincere contro il Napoli.
Leonardo, a fine partita, l’ha detto: “Non si può essere sorpresi di andare avanti 0-2 col Napoli”.

La partita era chiaramente svoltata dalla parte dei rossoneri, bastava solo gestire e magari spazzare qualche pallone in più. Ed è proprio questo uno degli aspetti che ha portato alla rimonta del Napoli, ossia l’ossessiva ricerca di palleggiare anche vicino alla propria porta col rischio di sbagliare a servire il compagno e rischiare di prendere gol.
Cosa che è successa per l’1-2 di Zielinski, che ha riportato in partita il Napoli e tolto, invece, il Milan, che ne aveva ottenuto le redini. Questo tipo di possesso palla forzato il Milan l’ha fatto tutta la partita, ma un conto è far ciò sullo 0-0 o sullo 0-1, un conto invece è farlo ancora testardamente sullo 0-2, quando sai bene che un errore da quelle parti può riaprire una partita, soprattutto se sei fuori casa contro il Napoli nella bolgia del San Paolo.

Parliamoci chiaro, gli azzurri hanno meritato di vincere, hanno proposto molto di più e hanno tenuto meglio il possesso durante il corso della gara, ma questa partita, mi sento di dirlo, l’ha persa il Milan.
A tutto ciò si aggiungono prestazioni individuali davvero raccapriccianti: Rodriguez, magari distratto dal suo compleanno, ogni qualvolta avesse la palla tra i piedi dava la sensazione di perderla sotto la pressione dei giocatori di Ancelotti; Biglia, abbastanza lento e macchinoso, Bakayoko, l’uomo che doveva “spaccare tutto” è invece entrato in ciabatte, con una cattiveria agonistica rasente lo zero e senza avere la men che minima idea di cosa dovesse fare in campo.

Qualche nota positiva c’è, come Borini, criticatissimo dagli “allenatori dei social”, ha aiutato e non poco in fase difensiva e contribuito con un assist al gol di Bonaventura, lo stesso Jack ha fornito una buona partita, anche Suso a tratti è riuscito a far vedere il suo talento.
E Higuain? Qui si torna alle note dolenti, non perché il “pipita” abbia giocato male, anzi, il suo l’ha provato a fare, il problema è che nessuno è stato in grado di servire lui palloni decenti da spedire in rete.
E questo problema c’era anche lo scorso anno con André Silva e Kalinic. E se i gol degli attaccanti non arrivassero perché il centrocampo è inadatto a supportarli? Mi auguro di no, perché così il povero Higuain rischierebbe di fare la fine dei suoi predecessori. La prossima partita contro la Roma è di fondamentale importanza, perché siamo contro una diretta concorrente al quarto posto e perché si vedrà se questa squadra ha gli attributi e le forze mentali per ribaltare certe situazioni sfavorevoli che si è trovata ad affrontare, trasformando la rabbia in energia positiva.

Spero che tutte queste cose che sto scrivendo siano solo frutto del famoso “calcio d’agosto”, quel periodo che teoricamente è il meno indicativo di tutta la stagione. Ma certi blackout, soprattutto se si vuole tornare in Champions, non sono accettabili. Anche ad agosto.