Una ricerca della riconquista così alta come nell'approccio alla gara con lo Zenit non si era mai vista nella stagione della Juve, coi bianconeri primi su tutti i palloni.
L'immagine della serata è stato Dybala, vivace e leader anche nel linguaggio del corpo inteso come arrembaggio totale.
In Svezia finì 3-0  e questa volta 4-2 sono le uniche due vittorie stagionali arrivate con più di un gol di scarto.
La Juve ha totalizzato undici tiri nello specchio e in totale 24 tiri sono numeri che non si erano mai visti nella stagione della Juve. Ci sono stati dei vuoti di sceneggiatura dopo l'1-0 puniti dall'autogol di Bonucci e poi dopo il 2-1, per poi riprendersi e rilanciarsi fino al 4-2.

La partita con lo Zenit non è stata una risposta alla vetta del campionato perché non ne può bastare una, ma ne serviranno tante insieme e in ogni caso certi danni non sono più riparabili.
La Juve ha dimostrato di voler ripartire da una fascia molto più offensiva, non nel modulo ma anche nell'atteggiamento.
Per questo vederla vincere in quattro partite di Champions League lo stesso numero di partite che ha vinto in 11 gare di campionato: è  il calcio che si gioca in Europa. Quello che a questo punto può dare un senso alla stagione della Juve.