La Juve deve ricominciare da Federico Chiesa. E non solo dai suoi gol, ma dal suo carattere, dalla sua grinta di vincere. Nella notte sconvolgente dell'eliminazione dalla Champions League, la speranza è tutta in Chiesa: è colui che ci ha creduto più di tutti, di quello che da solo ha tenuto in piedi le speranze. Chiesa è un eredità importante di una serata crudele e ingiusta, nella quale la Juve deve lamentarsi per un arbitraggio non all'altezza della Champions League, che ha dato un rigore generoso al Porto, ne ha negato uno netto su Ronaldo nei supplementari e si è completamente inventato la punizione con la quale il Porto ha segnato il gol della qualificazione. L'arbitro ha fatto un grave errore che a questi livelli, nei quali una qualificazione vale milioni di euro e c'è in ballo anche la credibilità della squadra, è inammissibile. La Juventus è uscita non solo per l'approssimazione dell'arbitro, ma con il rigore su Ronaldo e la punizione fischiata ingiustamente a Rabiot forse racconteremo la promozione della Juve. Per i bianconeri un'altra eliminazione prematura in Champions League: ancora fuori agli ottavi, sette mesi dopo il flop con il Lione, una delusione per Cristiano Ronaldo che prima di venire alla Juve non era mai uscito agli ottavi di coppa e ora si aprono mille interrogativi dopo un'altra terribile notte di sconforto.

Pirlo senza la coppia Chiellini-De Ligt rilancia Bonucci con Demiral. Alex Sandro si riallinea sulla fascia, mentre in mezzo rispunta Arthur e in attacco c'è Ronaldo. Conceicao non cambia niente rispetto a tre settimane fa: gioca anche Pepe. I bianconeri partono forti: Morata di testa impegna Marchesin in quella che pare davvero un'occasione sciupata. Il Porto però capisce che gli spazi per fare male ci sono e Zaidu è uno dei più svegli. La Juve non dispiace: aggressiva, si alza in pressing ma con giudizio, cercando di allargare il gioco. Dura poco, perchè d'improvviso Demiral interviene maldestramente sull'attaccante del Porto, e Sergio Oliveira batte Szczesny dal dischetto. La Juve accusa il colpo e il Porto prende campo. Morata intanto spreca la seconda chance della serata centrando Marchesin, ma è un lampo perchè il giro palla bianconera non trova sbocchi. Il Porto si rinserra dietro la linea del pallone, Ronaldo e compagni si muovono poco. All'inzio del secondo dopo quattro minuti il lancio di Bonucci, Ronaldo appoggia a Chiesa che la piazza all'incrocio dei pali. Il gol galvanizza la Juve e il Porto perde la testa, tanto che Taremi commette la sciocchezza più grande quella di buttare via il pallone per protestare e già ammonito merita il secondo cartellin. Chiesa supera il portiere del Porto ma in scivolata centra il palo a porta vuota in virtù della pressione decisiva di Pepe. Un fallo di mano di Uribe su rinvio del capitano scatena la protesta juventina per un presunto rigore che ne l'arbitro e la Var vedono (strano). Chiesa fa il 2-1. Ancora Morata griffa il 3-1 nel recupero, ma era in fuorigioco, Cuadrado stampa un sinistro sulla traversa al 93' minuto quindi si va ai supplementari. Nei supplementari entrano Kulusevski e Bernardeschi. Nel frattempo Marchesin in uscita rovina su Ronaldo ma l'arbitro fa finta di niente. Volano più colpi proibiti che occasioni vere, fino alla punizione di Sergio Oliveira che beffa il portiere della Juve. Ma non è finita, Rabiot di testa fa il 3-2 alla Juve serve ancora un gol. Non arriverà fa festa il Porto e in casa Juve è tempo di riflessione.