Non vorrei apparire il solito tifoso che critica a prescindere la squadra avversaria di turno, ma francamente faccio davvero fatica a comprendere la strategia del Napoli. Sì, perchè di questo si tratta. Non mi si venga a dire che il Napoli si è arreso al Lipsia per manifesta inferiorità. Si è capito benissimo, fin dalle dichiarazioni di Sarri nella vigilia, che il Napoli non aveva nessuna voglia di gareggiare in questa competizione, considerandola di serie "C", con buona pace del ranking italiano nelle competizioni UEFA per club. Poi, però, il sig. De Laurentiis è il primo a criticare quando le cose non vanno, attaccando Platini, Infantino o qualche altro "capoccia" del calcio internazionale. Quando invece bisogna acquisire "peso politico" in Europa, cercando di guadagnare in prestigio e punti del ranking, il Napoli, con le carte in piena regola per fare bene, che fa? Si mette a curare solo ed esclusivamente l'orticello di casa, pensando unicamente al chiodo fisso, quello dello scudetto che la famigerata Juventus gli ha soffiato da sotto il naso diverse volte.

Pensiero legittimo quello del presidente, per carità. Ma per la figuraccia rimediata ieri sera, io al posto di De Laurentiis sarei piuttosto imbarazzato ad aver così palesemente rinunciato alla competizione, quando invece c'erano le potenzialità per fare la parte del leone in Europa League. Oltretutto è stato trascurato un aspetto molto importante che è quello di acquisire punteggio, al fine di essere collocato in fasce di primo livello ai sorteggi dei gironi europei. Che il Napoli vinca o meno lo scudetto, al 99% l'anno prossimo disputerà nuovamente la Champions e, vista l'uscita ai gironi della UCL e, salvo improbabili debacle dei tedeschi agli ottavi di UL, sarà anche verosimile che venga collocato ancora in terza fascia, se non peggio.

Rinunciando così a cuor leggero alla Uefa, uscendo senza offrire troppe resistenze dalla Coppa Italia, l'unico obiettivo rimasto per il Napoli è quello da sempre dichiarato, cioè lo Scudetto. Tuttavia un altro aspetto da tenere in considerazione è quello della possibilità di uscita della Juve (purtroppo) dalla Champions. Così si ritroverebbe anch'essa a giocare il campionato più la semifinale di Coppa Italia. Ma anche se la Juve riuscisse a ribaltare il risultato col Tottenham e dunque proseguisse la sua avventura europea, mi chiedo e chiedo a chi legge, chi può dare le garanzie al Napoli che avendo un solo torneo da giocare, arriverà senz'altro fino all'ultima giornata in lotta per lo scudetto? E se per ipotesi in qualche turno ci fosse un avvicendamento in testa alla classifica di A, come reagirebbe psicologicamente la squadra partenopea che ha "rinunciato" a giocarsi le proprie chances nelle altre competizioni? Il timore di conseguire un fiasco su tutti gli obiettivi, mandando "in cavalleria" l'intera stagione, potrebbe giocarle un brutto scherzo...

Infine, in antitesi anche al pensiero del sig. Agresti, che scrive che il Napoli ha fatto bene a mollare l'Europa, cito una dichiarazione del dopo-partita di Sarri in conferenza: "Se un gruppo smette di crescere, comincia a declinare e quindi ti devi dare dei nuovi obiettivi". Non so se Sarri ha detto questo per "salvare le apparenze" oppure perché ci crede davvero, ma questo principio da lui espresso è perfettamente il linea con il mio pensiero. Dunque se il Napoli ha rinunciato ai "nuovi obiettivi europei", con i conseguenti risvolti in fatto di ranking per i prossimi sorteggi e se ha lasciato per strada anche la Coppa Italia, che potrebbe succedere qualora si rivelasse più duro del previsto il cammino verso l'obiettivo storico fissato fin da luglio? Non so se potrebbero esserci dei contraccolpi, ma il rischio esiste. Ed è per questo che penso che la strategia dei partenopei sia una strategia suicida.