Da appassionato di questo fantastico sport, pur essendo tifoso di un'altra squadra, non posso ignorare la vicenda legata a Donnarumma e al Milan, senza esprimere la mia idea sui fatti successi in questi ultimi giorni.

Accade, qualche giorno fa, che una notizia su una presunta lettera inviata al Milan dall'avvocato di Raiola, a firma di Donnarumma, chiederebbe l'annullamento del contratto in vigore fra lo stesso Donnarumma e il Milan perché, all'epoca della sottoscrizione, il giocatore avrebbe firmato subendo pesanti condizionamenti psicologici, che avrebbero determinato il mancato inserimento della clausola rescissoria, inizialmente prevista negli accordi precedenti alla stesura del contratto. Sembra inoltre che questa clausola sia oggetto di un secondo accordo, una scrittura privata, fra Fassone e il giocatore.

Qualora queste notizie si rivelassero fondate, è evidente che di fronte agli organi calcistici quella clausola non avrebbe nessun valore, poiché non è stata depositata in Lega e pertanto, per far valere l'accordo della scrittura privata, la parte interessata dovrebbe seguire un iter giudiziario ben più lungo e tortuoso, con la facile previsione che una eventuale trattativa con un Club, sulla base della clausola rescissoria, sfumerebbe prima ancora di nascere, visti i tempi ristretti delle finestre di mercato.

Fatto sta che questa fantomatica lettera non l'ha vista nessuno, a sentire le dichiarazioni degli interessati e inoltre Donnarumma ha affermato di non aver mai subito pressioni o ricatti psicologici all'atto della firma.

E' facilmente immaginabile il pandemonio scatenatosi fra i tifosi che, con il "sangue agli occhi" e memori delle vicissitudini estive, durante la partita di Tim Cup, hanno letteralmente massacrato il giovane Donnarumma. Si sa, il tifoso della curva, di qualunque colore esso sia vestito, ragiona "di pancia" e non va troppo per il sottile. Non si ferma troppo a riflettere ma individua "il bersaglio" ritenuto apparentemente colpevole e colpisce duro. Anche se amo altri colori rispetto al rossonero, è stato spiacevole vedere quel ragazzone, ma pur sempre di 18 anni, piangere per gli attacchi e le contestazioni ricevute.

L'immagine di questo ragazzo piangente mi ha dato lo spunto per fare una riflessione: è evidente che in questa storia qualcuno non la racconta giusta. Le lacrime versate dal portierone mi portano a pensare che il suo attaccamento al Milan sia vero e che mai vorrebbe fare un torto al club che ama. La sensazione è che il ragazzo si trovi accerchiato e con le spalle al muro: da una parte Raiola e la famiglia a cui comprensibilmente Donnarumma sarà legato, da un'altra il Milan e infine da un'altra ancora i tifosi rossoneri.

Ci sono in ballo tre elementi che minano la serenità del portiere: 1) i milioni, 2) gli affetti, 3) il cuore e la passione sportiva. Purtroppo quando ci sono tanti soldi che girano intorno ad una vicenda non ci si può permettere di rimanere ancora "bambinoni" e di mettersi in mano ad un manager, facendo fare tutto a lui con il consenso della famiglia. La triste verità è proprio questa: quando intorno a te girano i milioni, vanno abbandonati in fretta i sogni del ragazzino, ed è necessario diventare uomini quanto prima. Qui ci sono in gioco la serenità e la felicità di Donnarumma: se lui vuol stare bene è necessario che prenda in mano la situazione e decida di fare ciò che lo fa stare meglio. Non è possibile soffrire così per una vita, solo per compiacere qualcun altro. Se questo qualcuno rimarrà deluso, amen. 

Se lo fa stare meglio ottenere più soldi, segua Raiola e si lasci scivolare le contestazioni. Se lo fa stare meglio rimanere al Milan alle attuali condizioni (a mio giudizio sontuose), dica a Raiola e alla famiglia di stare fermi e di non fare casini, altrimenti molli addirittura il procuratore. Se non ha mandato nessuna lettera al Milan quereli il giornale che ha diffuso le notizie.

E' giunta l'ora di fare qualcosa caro Gigio. E la devi fare tu e solo tu.