Passa il tempo, talvolta velocemente, in altri casi è inesorabilmente lento. E il bello è che l'una, o l'altra ipotesi è determinata unicamente dalla percezione soggettiva.

Dal lontano (o vicino?) 2014, anno in cui, in quel torrido luglio, Antonio Conte lasciò d'improvviso il comando della nave bianconera, ad oggi, sono passate 5 stagioni.

Gli anni di mister Allegri, appunto, dove il dubbio iniziale che riuscisse ad affermarsi ad alti livelli, con la rosa lasciata dal tecnico leccese, non solo in Europa, tentando la scalata alla Champions League, ma addirittura nel torneo di casa nostra, era più che fondato. Tale sentimento covava in molti dei tifosi, sottoscritto compreso, accompagnato dalla spiacevole sensazione in cui ci sembrava quasi impossibile, dopo il 3° scudetto consecutivo, di ripetersi con successo nella serie positiva iniziata da Antonio.

Troppo tempo avevamo patito nel periodo pre-Conte, in cui al ritorno in serie A dopo calciopoli, non era stato prontamente affrontato un doveroso programma ricambio generazionale, dalla nuova dirigenza instauratasi dopo la "triade". E il timore di ricadere nelle anonime stagioni, non dico dei settimi posti, ma dei piazzamenti comunque non consoni al blasone della società, era molto forte.

Questa convinzione era il frutto di un'errata valutazione dei meriti della dirigenza nei successi ottenuti, attribuendoli in toto a Conte. E' chiaro che Antonio ha avuto una parte predominante nel ricostituire uno spirito e una mentalità vincente, ormai persa negli anni precedenti, ma anche il duo Marotta-Paratici, corroborati dalla assidua presenza e fattiva partecipazione agli eventi societari del presidente Agnelli e di Nedved, aveva avuto il suo innegabile peso nell'allestire, pur con qualche incidente di percorso, una rosa sempre più competitiva negli anni, proporzionalmente a quello che il bilancio annuale consentiva, grazie ad una saggia programmazione.

Quando però abbiamo scoperto che in Italia si vinceva anche con il bravo tecnico livornese, ottenendo inoltre un immediato riscontro positivo anche nei risultati delle competizioni europee, allora molti tifosi, fra i quali mi schiero anche io, hanno riconosciuto i dovuti meriti alla dirigenza, constatando che l'errore di valutazione, probabilmente, era stato provocato dalle coinvolgenti emozioni che Conte ci aveva regalato nei 3 scudetti da lui conquistati. Inoltre, con Allegri, abbiamo avuto più di una volta l'illusione di essere nell'anno giusto per conquistare il tetto dell'Europa, pur senza mai riuscirci.

I paragoni con l'esperienza europea di Conte sono tuttavia improbabili, vista l'innegabile differenza di tasso tecnico messo a disposizione degli allenatori. E non potremo mai sapere se con gli uomini di oggi Conte avrebbe potuto fare meglio di Allegri.

A meno che non capiti il famoso COLPO DI SCENA.

Sappiamo tutti quali sono state le dichiarazioni della società e del tecnico livornese. Entrambe le parti, a caldo, hanno dichiarato che proseguiranno insieme, palesando un rapporto sereno e di comuni intenti. Ma a mio parere è sembrata persino troppo affrettata una simile dichiarazione.

Ma come... si era sempre detto che il possibile rinnovo di contratto sarebbe stato discusso a fine stagione, che prima è prematuro ecc. ecc. e poi si viene a sapere che c'è stato un incontro qualche giorno fa, fra andata e ritorno di un delicato quarto di finale di Champions, in cui entrambi confermano l'intenzione di continuare il sodalizio?

Il tutto appare poco plausibile e dunque, in molti addetti ai lavori e tifosi, si fa strada l'idea che si tratti di una dichiarazione di facciata, che in seguito potrà essere rivista e corretta, resa intelligentemente per evitare scossoni di dubbio gusto e per non rovinare la festa all'alba della sfida con i viola di sabato prossimo, che presumibilmente conferirà alla Juve l'ottavo titolo d'Italia.

Ad onor del vero, poi, si può osservare come il "commiato" non sia proprio il piatto forte in casa Juve, visto l'epilogo della collaborazione con Marotta, ma anche l'addio con alcuni giocatori, come Del Piero, Higuain o con lo stesso mister Conte... Insomma la ragion di stato prevale su tutto, il "Noi" prima del "Io", tutti concetti questi qua, coerentemente portati avanti dalla società e chi deve esser tagliato, Presidente escluso (o forse no), non se ne abbia a male.

Alla luce di questi principi non mi meraviglierei se nel periodo post-pasquale, all'indomani della festa per l'ormai scontato 8° scudetto, cominciassero a filtrare voci di un ipotetico avvicendamento dello staff tecnico sulla panchina bianconera e se addirittura tornasse in auge l'ipotesi di un clamoroso ritorno di Antonio Conte.

In fondo con Allegri, con il suo gioco, la sua mentalità, le sue intuzioni, che siano condivise o meno, va ammesso che comunque il buon "Acciuga" è stato bravo: ha vinto tantissimo in Italia, quasi tutto direi. Ci ha fatto sperare, sfiorando per 2 volte il massimo risultato in Europa, anche se, nelle sue 5 partecipazioni, la vittoria finale non è arrivata.

Quindi grazie di tutto mister Allegri ma, Conte o non Conte, credo sia giunta l'ora di affidare la rosa bianconera ad un altro tecnico di livello internazionale e di provare con lui, ancora una volta, la scalata all'Europa.

Anima_bianconera