Tanto tuonò che piovve. L'inchiesta Prisma, almeno nella sua prima fase (in attesa che si concluda anche il processo stipendi), ha penalizzato la Juventus di 15 punti annullando di fatto qualsiasi (mera) velleità Scudetto e riaccendono acredini e dibattiti come non si vedevano dal 2006. Le scorie di odio e le cellule dell'anti-juventinità sono riemerse prepotentemente. 
Ma auspicando - come sarà - un processo equo e fondato su evidenza, e non come sta avvenendo (alla maniera del far West), con barile di catrame, piume e legge di Lynch, dopo averne lette di cotte e di crude mi sento di scrivere con una voce un po' fuori dal coro. 
Dice Brera che "i campionati vinti da altri, sono sempre persi dalla Juventus". In cielo, con lui, c'è anche Mario (Sconcerti) da Firenze, che sosteneva come la Juventus fosse necessaria all'intero Sistema calcio, proprio come metro di paragone per cosa fare (o non). Era il modo di far calcio in Italia. 
Indispensabile, quasi, al sistema. Certo, perché nello yin e yang del calcio, un nemico ci vuole. Al bene si contrappone sempre - al cinema, in letteratura e nella vita -  il male. E - nell'Italia del pallone - la Juventus è appunto vista come il male supremo, la bestia di Babilonia, Shaitan per gli Arabi (da qui deriva Satana) - l'Avversario - appunto. 

Non voglio entrare nel merito dell'inchiesta Prisma. Non ne ho le competenze. Sicuramente ne ho meno di chi fa giustizia di mestiere (è notizia di queste ultime ore che lo fa essendosi dichiarato in passati apertamente antijuventino), o di chi invoca sacrifici di sangue sull'altare della Patria Pedata. Se c'è dolo e colpa, si paga. Ma  - come diceva il Principe di Verona alla fine di Romeo e Giulietta - tutti sono puniti. Tutti. Gli affari non si fanno da soli. Ma questa è un'altra storia. 

Questa è una storia di eroi e di antieroi, forse di un "male" necessario. Sicuramente di un punto di riferimento. La Juventus. Che è il modo di fare (o non fare?) calcio in Italia. Il modo di promuovere il proprio brand e di fare merchandising, squadre giovanili e femminili. Ma non c'è crescita senza stimolo. Nè stimolo senza confronto. C'è sempre stata la Juventus, in Italia, a definire un modo (giusto o sbagliato) di fare o pensare calcio. Ed a dividere il popolo non in Juventini, Interisti, Milanisti, Laziali etc; ma in tifosi di Madama e Anti-Juventini. 
Come bianco o nero, caldo e freddo, Sith e Jedi per chi ama Star Wars. 
Ma esisterebbe Batman senza Robin? Superman senza Lex Luthor? Gli Avengers senza Thanos? Gli eroi esistono perchè esistono gli anti-eroi (vi ricordate l'uomo di Vetro di Unbreakable?) e - forse - si cresce (anche calcisticamente) anche e sopratutto se vi è un  benchmark, un punto di riferimento positvo (o negativo) che sia.

Ma forse i suddetti Eroi di questa vicenda, che ora vedono il Mostro (giustamente?) a terra esanime, non sanno che i buoni della letteratura sanno fermarsi? Non infierire? Sospendere il giudizio? Chi ha sbagliato pagherà, nella misura e secondo quando previsto dalla Legge. Né di meno, certamente non di più. Ma ricordino, gli amici Maramaldi (tu uccidi un uomo morto) che forse essere senza Juve è un po' come essere senza il compagno di scuola che hai sempre odiato (o amato) e non è più cosi soddisfacente progredire, vincere, convincere, crescere. 

Perdonatemi, amici miei tutti: blogger, velenosi leoni da tastiera, deliziosi brocchetti del mio tifo. Ne ho sentite troppe. Troppe attorno ad una brutta storia perpetrata da una Dirigenza che ha agito molto male per il proprio torna conto e contro l'interesse di una Squadra che fa parte della cultura italica, del costume, dello sviluppo stesso di questo paese (come Inter, Milan, Roma, come i miracoli di Sassuolo, Atalanta, del Verona Campione, del Napoli) del nostro modo di essere Italiani. Come diceva l'Avvocato a Enzo Biagi, essere juventini è una cosa di cui non pentirsi mai, come lo è di riflesso quella di essere anti-juventini. 
Cosa sarà di Noi e di Voi, qualora non ci sarà più la Juve che ruba, la Juve eliminata in Champions, quando d'estate non si potrà commentare la Juve che compra bidoni, etc. Cosa sarà del "bene" del calcio, se eliminiamo "il male"? O del male, se eliminiamo il bene? Sarà necessario crearsi un nuovo nemico?

Da neo-romantico non ci sto. Sono contro le vittorie in cui si irride l'avversario, contro le dimostrazioni inutili di forza contro nemici già sconfitti. Ma se lo scudetto andrà MERITATAMENTE al Napoli (squadra spaziale) non sarebbe stato più bello con la Juve ancora in corsa (già per altro asfaltata nello scontro diretto) fino alla fine? Non che la penalizzazione non sia giusta, qualora i reati contestati trovino riscontro nelle prove, ma tempi e modi della penalizzazione hanno a mio parere poca logica e assai poco tempismo, se si parla di campionato "falsato", impossibile allora non considerare anche questo. 

Riesce a farmi tenerezza persino Allegri (pensa te), mi torna in mente il 2006 e quei 4 professionisti (Buffon, Del Piero, Trezeguet e Nedved) che retrocedettero con la Juve e mi ritrovo nel Danilo odierno. Il calcio moderno rientra nell'epica. Siamo figli della cultura pop e di tempi bui. Se sarà condanna, sia definitiva, senza stillicidio. E, una volta scontata, possa la compagine bianconera tornare ad esser odiata da tutti ed amata da chi - come me - adora quei colori da sempre. 
Credetemi, amici e nemici del popolo bianconero: c'è bisogno della Juve, c'è bisogno dei mostri, dei cattivi, dei buoni. Altrimenti, senza i ladri non possono esserci gli Onesti. Senza il modello (?) Juventus il metro di paragone, il modo di fare calcio e business in Italia chi lo definisce? (O lo ridisegna, o anche lo evita).

Chiudo questo mio sfogo - vagamente ironico e durato sin troppo -. Ma siamo sicuri che i cattivi siano solo gli Juventini? Che in un mondo di soldi finti e plusvalenze siano stati gli unici a far compra-vendite farlocche? Che la vera SuperLega non sia già di fatto la Premier Inglese con i 630 milioni di euro spesi dal Chelsea? Siamo un popolo che negli ultimi anni prima si è professato dapprima pieno di Virologi, poi di Epidemiologi, poi di esperti di vaccini e riposta immunitaria, sismologi poi di Commissari Tecnici. Ora siamo tutti Pubblici ministeri ed esperti di giustizia sportiva. Fa parte del nostro DNA. 
In Inghilterra il calcio è uno sport, in Italia un gioco diceva il compianto Gianluca Vialli (oh Capitano, mio Capitano), qui sta la differenza (sebbene nubi dense si stiano addensando anche sulla sponda City di Manchester). E' una differenza di rispetto, di regole, di rigidità di vedute, di codice di comportamento. Dell'accettare e accertare le decisioni. Del "se sbaglio pago" ma poi è finita li. 

Ma lasciate che io insinui un'idea dentro di Voi, lo spunto me lo dà un capolavoro dei racconti horror: "un lupo mannaro americano a Parigi". Ultima scena: il ragazzo diventato Mostro viene ucciso dalla folla, accanto alla ragazza che ama. Qualcuno della folla mormora: "per quel che ne so, dovrebbe trasformarsi in uomo". La risposta - iconica - della ragazza: "e perchè non dovreste essere voi a trasformarvi in mostri?".  

La Juve è ora impantanata nell'abisso. Va guardata con sospetto (forse) ma non con disprezzo. La parola "fine" su questa vicenda è ancora lontana e - come già scritto - se verrà accertata colpa (come probabile) con metro unanime ed una volta che la relativa pena (pro e non sproporzionata) verrà scontata, che sia finita li. Alla stessa stregua di altre socierà, se verranno giudicate. 
Non conviene mai festeggiare sui cadaveri, basta ricordarsi cosa diceva Mohammed Ali: "Non ridete perchè sono caduto, preoccupatevi, perchè mi sto rialzando".