"E' una giostra che va". Ivana Spagna accompagava così le note della colonna sonora del più bel film Disney degli ultimi 20 anni. Il Re Leone. Stava a significare che in natura la vita, le cose, i destini iniziano e finiscono. Figuriamoci nel mondo pallonaro. Ora che è tutto finito, la Juve di Sarri, la Champions League, lo "Scudetto di tampone (ma nono di fila, amici miei)" e che tante se ne sono sentite di campane, sotto il sole, vorrei direi la mia, che ho sintentizzato in quattro "R". Quasi un sogno di una notte di fine estate. O di fine ciclo. 

RICONOSCENZA - A volte nel calcio è peccato mortale. Ricordiamo su tutte le figuracce della Nazionale in Germania 1974,  Messico '86 e in Sud Africa 2010. Nei tre casi i C.T. della Nazionale, rispettivamente Valcareggi, Bearzot e Lippi, reduci da un secondo posto (Messico '70) e da due vittorie, impostarono le convocazioni al mondiale seguente con debito di (giusta) gratitudine verso gli uomini di quattro anni prima. I risultati non potevano essere ripetibili, in quanto quei magnifici ragazzi non erano più (fisicamente e mentalmente) gli stessi. Lo stesso è per questa Juventus, che la società ha deciso di blindare nel tempo come se i suoi favolosi eroi, reduci da un decennio di imprese, non sentissero nelle membra e nella testa il passare degli eoni. Bonucci, Chiellini, Buffon, Matuidi, Khedira, lo sparuto Pjanic, Alex Sandro. La ribollita. Da tre anni la stampa indica la Juventus come "la più forte di ogni tempo" dall'arrivo di Cristiano Ronaldo. La verità è un altra. Questo fulgidi Campioni hanno avuto i loro successi e le loro occasioni (due finali di Champions). E' tempo di dar luogo, cedere il passo. Un po' come quando ad Allegri vennero acquistati Mandzukic, Dybala, Khedira, Alex Sandro, Matuidi e Cuadrado subito dopo la finale di Berlino. Almeno il primo mini-ciclo era finito. Allegri l'aveva predetto, lo scorso anno. L'hanno cacciato dicendo, "ti abbiamo preso il più bravo di tutti i tempi in Champions, fattelo bastare!". 

RIGETTO (preceduto da Rimpasto) - Nella pratica clinica, è riferito ad una riposta di un organismo che riceve un organo od un tessuto non suo e che reagisce contro questo riconoscendolo come "non self" cioè non appartenente. La successiva malattia si chiama GWH (graft versus host) che causa la crisi di rigetto, appunto. La dirigenza bianconera ha sperato e tentato di affidare a Maurizio Sarri da Fligine (ma lui è nato a Napoli dove il babbo lavorava all'Italsider e cresciuto a Lovere, nella Bergamasca), tecnico serio e preparato, la guida tecnica della squadra. In pratica dicendo: "Maurizio, vogliamo il bel gioco! Prendi questa squadra con l'aggiunta di un giovanotto olandese di 19 anni non abituato al calcio italiano e a due centrocampisti che non giocano da un anno, rimesta il tutto e fanne uscire calcio champagne. Ah, devi anche tenerti Higuain e Khedira che non siamo riusciti a vendere. Fai un po' tu". Se avesse presentato questo piatto a Master Chef, probabilmente Joe Bastianich avrebbe risposto "Dilusione, se lo mangio io muoro". La Juventus, abituata ad un quinquennio allegriano, ha rigettato in toto le idee di Maurizio. Del resto, sarebbe stato come chiedere agli Smashing Pumpkins di suonare una canzone napoletana melodica. Il rischio era concreto, come ho tentato di scrivere nel mio blog qui : https://vivoperlei.calciomercato.com/articolo/da-allegri-a-sarri-letologia-juventina-e-del-calcio-

RIPROGRAMMAZIONE - Ottima sul piano del branding e del marketing, con il nuovo centro sportivo, lo J-Hotel e le squadre Under 23 e femminile, la dirigenza ora deve fissare con calma i prossimi obiettivi. Non può essere il "ready to eat", cotto e mangiato. Non più. Il Liverpool di Klopp ne è un esempio. Ma in Inghilterra (sebbene sia la patria del fast-food), il calcio è uno sport, non un gioca come in Italia (lo diceva Luca Vialli), hanno pazienza, stile ed entusiasmo nel costruire i successi.  Tanto peggio se per un anno non si vince lo Scudetto (ma sarebbe il decimo!). Se non si cambia e si ricostruisce dalle fondamenta la squadra, si tira a campare ancora per un anno, poi per un lustro più niente. Andrea Pirlo, tecnico dell'Under 23 ha esordito dicendo: "Bisogna insegnare a questi ragazzi che cos'è la Juventus". Già. Da questo bisognerebbe ripartire. Dal plasmare uomini da Juventus. Anche con Sarri al timone, perchè no. In fondo lo Scudetto l'ha vinto. Anche se Brera diceva che uno Scudetto vinto da altri è sempre perso dalla Juventus. Forse ha diritto a misurarsi in una stagione europea "normale". Basta stipendi faraonici a tutti. Non è questo lo stile che ha portato alla Juve Pirlo, Vidal, Pogba, Khedira, Mandzukic solo per citarne alcuni. Basta coni 7 milioni all'anno ai Rabiot e Ramsey. Basta operazioni alla Emre Can al Dortmund (non sarebbe servito Emre, vero?) né micragnoserie alla Haaland. Kulusevski può rappresentare un buon viatico. Per Arthur sospendo il giudizio, tutti meglio dello sparuto Pjanic dell'ultimo biennio (ma grazie Miralem, Catalunya ya te espera).

La RINASCITA parte dall'acquisto mirato di leaders. Le squadre che vincono ne hanno sempre (almeno) tre in campo, uno in panchina e almeno uno in società. Il grande Real aveva (ha) Sergio Ramos, Modric e Cristiano; il Manchester United aveva Roy Keane, Rio Ferdinand e Sir Alex Ferguson. La Juve di Lippi aveva Montero, Deschamps e Luca Vialli. La Juve di Allegri Pirlo, Buffon e Barzagli. Questo manca. A prescindere da Cristiano (che non è eterno). Un leader difensivo speriamo sia De Ligt. A centrocampo secondo me da acquisire assolutamente Tonali, in alternativa riportare in Italia Marco Verratti. Altro aspetto fondamentale è riportare quell'italianità che ha sempre permeato le file Juventine e che ha spesso rifornito anche la Nazionale. Chiesa, Zaniolo, lo stesso Moise Kean, Emerson Palmieri. La storia è maestra di vita, diceva Cicerone. Da questo dovrebbe ripartire il nostro bravissimo giovane presidente. Motivazione, talento, impegno, sacrificio, classe. Parole sempre ripetute nel primo biennio da allenatore juventino di Antonio Conte. Che forse (adesso) ha capito che la Juve è un'altra cosa. La Juve, appunto. 

"The end is the beginning is the end" (la fine è l'inzio che è la fine) cantava Billy Corgan ne la Colonna Sonora di Batman Forever (film dimenticabile, pezzo immortale). La notte di fine estate non potrà non essere lo spunto di un nuovo inizio.