La sosta per le nazionali è una delle cose che meno digerisco nel calcio, in questo il mio pensiero non differisce da quello di Sarri. E' un inutile spreco di energie: calciatori che vengono sballottati in giro per il globo e costretti a tour de force mastodontici, allenatori che, nel frattempo, si trovano a dirigere allenamenti con gruppi di tredici calciatori, magari infarciti di qualche Primavera. Ecco, è una situazione piuttosto antisportiva. E lo diventa di più quando si accantonano le questioni di campo in virtù del dio denaro. In questo i procuratori non hanno rivali: sanno quando e come battere cassa, con provocazioni, frecciatine e talvolta ammiccamenti. La sosta è uno dei periodi di "massima": torna in auge il mercato, di conseguenza spuntano come funghi i procuratori che battono cassa. Il mio discorso, però, è rivolto soltanto in casa Napoli. L'agente di Allan ha aperto le danze, asserendo che il suo assistito guadagni poco e che in Inghilterra (dove, secondo lui, potrebbe finire) guadagnerebbe di più. Poi è stata la volta del procuratore di Insigne, che ha enumerato le pretendenti del suo assistito ma ha ribadito la sua volontà di diventare il Totti azzurro. Dulcis in fundo, l'agente di Hysaj, che ha messo in guardia il Napoli vantando fantomatici spendaccioni pronti ad accaparrarsi il terzino albanese. La dichiarazione che più mi lascia basito è la seguente: "Attualmente guadagna 500 mila euro, una cifra che era giusta solo quando era appena arrivato al Napoli". E poi: "Il Napoli deve stare attento alle offerte che arrivano per Elseid". Ecco, non vorrei insinuare nulla, ma a me queste parole sanno tanto di richiesta di ulteriore pecunia per arricchire il conto in banca dei calciatori. Cosa che a me va benissimo, per carità - non sono mica i miei soldi! - ma che va destinata a un dialogo interpersonale tra agente e società. Una volontà di "adeguare" i già ricchi stipendi che insomma non deve essere sbandierata ai quattro venti, specialmente in piena corsa per il titolo. Ecco, fossi in De Laurentiis vieterei questi comportamenti dei procuratori, che possono rivelarsi deleteri per il gruppo e per un rush finale in cui la testa dei ragazzi deve essere rivolta esclusivamente alle questioni di campo. Perché in fondo è lì che si pratica il giuoco del calcio. Le altre questioni lasciamole ai passacarte.