Dopo 6 anni alla guida del Benfica Jorge Jesus ha deciso di cambiare aria, senza allontanarsi dalla città: è passato al soldo del "nemico", lo Sporting Lisbona, rivale cittadina del Benfica. Il cambio, ovviamente, non è stato digerito dai suoi ex tifosi. Dalla rivalità calcistica si è passati alle minacce di morte: il passo è (purtroppo) breve. In poco tempo Jesus è stato minacciato sia telefonicamente che personalmente, ed ora è costretto a camminare sotto scorta, malgrado sulla panchina del Benfica abbia vinto due campionati, cinque coppe di lega e una supercoppa. La riconoscenza in questi casi va a farsi benedire, ed è anche lecito: un cambio di panchina del genere non è facile da digerire (Come quando i tifosi del Napoli dovettero affrontare il passaggio di Quagliarella alla Juventus). Ma, come detto in precedenza, la violenza è fuori luogo, che sia fisica (non ancora, per fortuna) o semplicemente verbale. Anche io, da tifoso del Napoli, mi irriterei non poco se Higuain cedesse alle lusinghe della Juventus, eppure non immaginerei mai di oltrepassare i confini dell'"odio" calcistico. Nel caso in cui ci dovessimo ritrovare al San Paolo, io sugli spalti, lui in campo in bianconero, mi aggiungerei ai fischi che pioverebbero incessanti. Ma, tornato a casa, dimenticherei tutto: niente minacce di morte, niente rancore.