Ricordo molto bene un'amichevole prima dell'Europeo 2012: Italia-Russia. Era il primo giugno e gli azzurri crollavano per 3-0 sotto i colpi di Shirokov e Kerzakhov, a pochi giorni dall'inizio della manifestazione in Polonia e Ucraina. Ecco, in virtù di quella sconfitta (che era, in verità, la terza di fila) le previsioni per l'Europeo vedevano un'Italia spacciata e presto eliminata. Previsioni poi capovolte: gli azzurri di Prandelli esordirono bloccando la Spagna sull'1-1, pareggiarono con la Croazia, vinsero con l'Irlanda, trionfarono ai rigori con l'Inghilterra. Poi la semifinale con la Germania: tutti sappiamo come andò, tutti abbiamo ancora impressa l'immagine del miglior Balotelli della sua carriera. La finale, purtroppo, andò come andò a causa di una squadra arrivata spompata all'appuntamento conclusivo. Ecco, questo momento amarcord serve per chiarire un concetto: i pronostici possono essere smentiti. E' successo nel 2012, perché non potrebbe accadere nel 2016? L'Italia non è spacciata, Belgio e Svezia sono sì clienti scomodi ma la qualità per fronteggiare questi impegni non manca. Così come non mancheranno le motivazioni. Gli azzurri hanno una rosa più che dignitosa, che, se schierata con il 3-4-3 che ha impressionato contro la Spagna, può rendere davvero bene: Buffon; Darmian, Bonucci, Chiellini; Florenzi, Verratti, Marchisio, Giaccherini; Candreva, ?, Insigne. Questa è la mia formazione ideale, dove saltano all'occhio due fattori: il primo è la mediana formata da Verratti e Marchisio. A Monaco a metà campo agivano Montolivo e Thiago Motta, due calciatori tecnici ma lenti e troppo simili. Verratti ha fantasia e ottime geometrie, Marchisio disciplina tattica e ottima capacità negli inserimenti: in coppia possono funzionare davvero bene, a patto che il giovane centrocampista del PSG recuperi dall'infortunio che lo tiene tuttora lontano dal campo. Montolivo, Motta, Jorginho e magari De Rossi possono rivelarsi buone alternative. Il secondo fattore che salta all'occhio è la mancanza di un centravanti: al momento nel panorama calcistico italiano non si trovano veri numeri 9. Pellè e Zaza sono gregari ma non top player, Immobile non è più quello che fu pagato quasi 20 milioni dal Borussia e su Balotelli è meglio non proferir parola. Personalmente proverei soluzione alternative, magari il falso nove. Ecco, questa è l'incognita principale dell'Italia. Oltre al successore di Antonio Conte: questa, però, è un'altra storia. Nel frattempo, l'Italia parte per l'Europeo già spacciata. Forse è questo il punto di forza degli azzurri.