Avevo fiducia in Antonio Conte. Quel giorno in cui, reduce dal disastro brasiliano, la Nazionale lo annunciò come nuovo Ct, credevo davvero che qualcosa potesse cambiare. Mi sbagliavo. Le arbitrarie convocazioni sono soltanto l'ultimo scandalo messo in atto da un uomo arrogante quanto incoerente. Arrogante perché preferisce sacrificare quella poca qualità (le ali d'attacco) in nome di un modulo che penalizza non poco la fase offensiva dell'Italia. Un modulo che, soprattutto, in Europa non funziona e che in Premier non gli permetterà di mangiare il panettone. Un consiglio a mister Antonio: se vuole mantenere il posteriore sulla panchina dei Blues, cambi sistema di gioco. Lasciare a casa il miglior regista d'Italia (Jorginho) e una delle migliori mezzali (Bonaventura) in nome di un sistema di gioco dove fanno fortuna i picchiatori e i falegnami è sintomo di arroganza. Lasciare in panchina a marcire Insigne ed El Shaarawy in favore di Eder, scandaloso da gennaio in poi, è anch'esso sintomo di arroganza. E poi l'incoerenza: quella di dichiarare ai quattro venti "Sarà convocato chi gioca con i propri club" e di inserire tuttavia in rosa Zaza e Sturaro. E Gabbiadini non meritava di più? Forse indossare la maglia bianconera ha un peso maggiore nelle preferenze del Ct. Purtroppo ci troviamo di fronte all'ennesimo omicidio della meritocrazia e all'esaltazione di raccomandazioni e favoritismi. E a farne le spese, ovviamente, sono quelli che in questa Nazionale credono e sperano, costretti ad assistere alla selezione peggiore di sempre. Colpa di un allenatore che in due anni ha distrutto il bel gioco, la meritocrazia, la voglia di seguire la Nazionale. E che oggi ha già la testa proiettata a Londra.