Fu vera gloria?

Probabilmente ci ricordiamo bene l'Ancelotti del Milan di Pirlo, Sheva, Gattuso e Kaka; soprattutto è nella mente di tutti la trasformazione di Pirlo, che passò da un buon trequartista ad uno straordinario, anzi il miglior regista del mondo che fece la fortuna sia dei rossoneri che della Nazionale italiana. Il 4-3-2-1 passato alla moda come schema ad Albero di Natale ha permesso ad Ancelotti di vincere e stravincere e lanciarsi nel panorama mondiale come uno dei miglior allenatori del globo. La ciliegina sulla carriera di Carletto è stata sicuramente la "DECIMA" Champions conquistata a Madrid dopo anni di fallmenti blancos. Dopo il trionfo madrileno però, il buio, con le esperienze non entusiasmanti a Parigi e Monaco. 

Nel 2018 arriva la chiamata di Aurelio De Laurentiis per sostituire Sarri alla guida del Napoli ma soprattutto per dare razionalità ad una squdra che aveva impressionato in tutta Europa per il modo di imporre calcio ma a cui serviva una mentalità vincente e una contuità nei successi. Ancelotti in base al suo curriculum sembrava essere la persona giusta al posto giusto. L'inizio della sua avventura è stata un'alternarsi di alti e bassi ed ha avuto la giustificazione della piazza napoletana perchè gli azzurri dovevano passare dal Sarrismo all'Ancelottismo; in pratiuca passare dal puro diveritmento alle vittorie. Nel girone di ritorno del 2018/2019 il Napoli è arrivato a classifica secca solo sesto ma nessuno ha fatto drammi perchè finalmente arrivava la sessione di calciomercato e il mister avrebbe potuto costruire la squadra a sua immagine e somiglianza.

Come ho già scritto ad inizio campionato, il Napoli voluto da Ancelotti mancava di forza a centrocampo, avendo il solo Allan di corsa, non aveva preso un valido terzino sinistro e in attacco non poteva avere certezze con "Nonno" Llorente e il discontinuo Milik. Da agosto al 6 ottobre Ancelotti con l'assistenza del suo secondo, suo figlio (mah!), ha cambiato ben 4 moduli (4-2-3-1/ 4-4-2/4-3-3/4-2-4) andando in confusione ma soprattutto togliendo certezze a giocatori spostandoli in vari ruoli; valga come esempio i casi Fabian Ruiz, Zielinski e Lozano.

In questo momento la fortuna di Ancelotti è il suo sostanzioso contratto di 6 milioni netti a stagione che pone un limite al suo ESONERO. Carletto continua a proclamare in modo esplicito che quest'anno si lotterà per vincere lo Scudetto; ebbene Napoli non merita questa continua presa in giro. Sotto l'ombra del Vesuvio una cosa è certa: l'ANCELOTTISMO ha fallito