Siamo nell'anno 2016, la seconda squadra di Manchester arriva quarta in campionato con al timone un certo Manuel Pellegrini, è l'anno del miracolo di Ranieri, l'anno della scoperta di un certo N'Golo Kantè, è l'anno degli Europei con Pellè e Zaza.

È anche l'anno che porta alla firma di quel genio catalano di nome Pep Guardiola, chiamato a risollevare una squadra senza una vera direzione, in una tempesta di ego simile a quella che colpisce ancora ora il PSG. Pep arriva a luglio e acquista, tra gli altri, Stones, Sanè, Gabriel Jesus, Gundogan e Zinchenko, 200 milioni in cambio di mezza squadra capace di vincere 5 Premier in 7 anni. E qui voglio iniziare con la disamina di una società fin troppo bistrattata per i "troppi soldi spesi".

Il Manchester city, parlando di spesa netta, quindi al netto delle cessioni, negli ultimi 10 anni ha speso meno dei rivali cittadini e sostanzialmente quanto Arsenal e Chelsea, con quest' ultima che però si è appena scavata la fossa, finanziaramente parlando, con contratti  quasi infiniti. Al contrario di queste squadre, ha però dominato ogni tipo di competizione aggiungendo alle cinque premier già citate 3 Coppe di Lega, 2 FA Cup, una Champions oltre a una finale e una semifinale sempre nella massima competizione europea. 

Il discorso è abbastanza semplice: Pep e la dirigenza non sbagliano un colpo di mercato. Si, certo, spendono parecchio negli acquisti ma il tipo di ritorno sull'investimento che riescono ad ottenere è semplicemente sbalorditivo. Dal 2016 potrei nominare giusto qualche nome, di quelli ricoperti d'oro, che non è riuscito ad imporsi in quella che è, ormai, la squadra più forte al mondo: Benjamin Mendy, tristemente impegnato più in tribunale che sul campo, e, se rapportato col prezzo pagato, Aymeric Laporte, fondamentale in alcune annate ma devastato dagli infortuni fino alla recente cessione in Arabia. Ogni altro acquisto ha contribuito notevolmente al progetto emiratino. Basti guardare la recente sessione di mercato: Doku sta già mettendo a ferro e fuoco la premier da subentrato, Gvardiol non ha avuto bisogno neanche di un minuto di adattamento, Kovacic e Nunes si sono perfettamente integrati nei complessi intrighi del centrocampo Citizen, e sottolineo che parliamo di giocatori relativamente giovani, tolto Kovacic.

E le cessioni? Fate voi, Sterling sparato via a 60 milioni una volta entrato nella sua parabola discendente, Zinchenko, buon mestierante, venduto per 50 ai Gunners, addirittura Cole Palmer, primavera con una decina di vere presenze da professionista, ha portato altri 50 milioni nelle casse.

D'altra parte è difficile non rendere quando hai il miglior allenatore del mondo pronto a metterti nella migliore posizione possibile per rendere, colui che ha riproposto il ruolo dei terzini invertiti nell'era dei Robertson, dei Davies e degli Hakimi, colui che si è inventato questo 3-2-4-1 con il famoso box a centrocampo di memoria olandese di modo da poter approfittare dell'intelligenza di Stones e Akanji, colui che, l'altra sera, ha spostato Rico Lewis addirtittura sulla trequarti, colui che ha ottimamente adattato Alvarez ad attaccante di sostegno in mancanza di De Bruyne, colui che ha reinventato Bernardo Silva a fantasista esterno, colui che ha rimodellato Gundogan togliendolo da dei limitanti ruoli di mediana. 

E anzi, analizziamo nel dettaglio la rosa di cui dispone Guardiola e cosa ci può dire del suo operato:
Ederson: avete presento quanto abbiamo decantato la regia di Onana in Italia? Bene, Ederson ha un piede migliore di Onana ed è decisamente più forte come shotstopper. Il miglior portiere al mondo per ciò che vuole Guardiola da questo ruolo, acquistato nel 2017 quando ancora una stellina per 40 milioni, ha davanti altri 5-6 anni di grandissimo calcio.
Ortega, Carson etc etc: Portieri normalissimi che aiutano nello spogliatorio e forniscono alternative in coppa.
Gvardiol: Fenomeno, forse il miglior centrale in prospettiva al mondo, ha pure un piede mica male.
Stones, Walker, Akè, Akanji: Li avete visti tutti, adattabili a centrali, terzini e mediani, sembrano non avere mai un problema tattico.
Ruben Dias: Leader difensivo e nello spogliatoio, per anni ha retto pura la fase difensiva del City da solo, ora in parte ha quel croato già citato giusto per distruggere ogni speranza avversaria.
Rodri: Forse IL giocatore del City, altrochè Haaland. Continuando così può entrare nel gotha dei mediani del calcio, un Busquets meno invisibile ma più fisico e con fiuto del goal.
KDB: Talento da pallone d'oro, poco altro da dire.
Kovacic, Nunes, Bernardo Silva: gente che fa girare il pallone a trecento all'ora e, quando in giornata, in grado di bruciare in dribbling ogni difesa.
Doku: occhio, questo può far saltare il banco e diventare il nuovo Vinicius belga.
Grealish: Sì, 117 milioni o quel che sono, parliamo di troppi soldi. Eppure, alla fin fine, in finale di UCL è lui che ha fatto diventare scema la povera difesa nerazzurra, Sempre lui è quello che ha dominato il Real in semifinale. Talento formidabile, carisma di livello, ha solo bisogno di costanza e di rimanere integro.
Foden, Lewis: Squadre italiane prendere nota, se questi con il ben di dio che hanno in squadra riescono comunque ad infilarci due primavera, perchè noi non dovremmo riuscirci? 
Alvarez: riserva. Si, un campione del mondo che sarebbe titolare in ogni altra squadra forse sul pianeta, fa la riserva. Pagato 20 milioni ricordo.
Haaland: gemma che mancava, se vuoi una dinastia hai bisogno del pallone d'oro per farti ricordare anche tra 100 anni, eccolo qui.

Sì, nemmeno un vero esubero, nemmeno un bidone, nemmeno un ingranaggio fuori posto, in una squadra con la settima età media più giovane della Premier, con le strutture più avanzate d'Europa e con il giocatore più forte al mondo (Mbappè imparasse l'umiltà).
E questi... chi li ferma più?