NOTA della redazione per i blogger: per il mese di febbraio, sono stati sospesi i voti agli articoli, ecco perché tutti i blogger ricevono una bassa valutazione con il voto 1; vogliamo dunque chiarire che non è un giudizio negativo al pezzo qui proposto. Grazie per continuare a scrivere su VxL.


La famiglia Inzaghi ha sempre vissuto di calcio, Filippo e Simone prima da giocatori ed ora da allenatori non hanno mai smesso di calcare i campi da gioco. Due carriere diverse ma entrambe vissute con passione. Da giocatore Filippo ha avuto piu' successo di Simone mentre in panchina le cose sembrano essere cambiate.

Il Pippo giocatore e' stato un attaccante micidiale, un rapace dell'area di rigore, col senso innato della posizione, sempre sul filo del fuorigioco. Un vero incubo per i difensori avversari. Una carriera di assoluto valore con tanti trionfi in squadre diverse fra cui Milan e Juventus. Decine di goal, coronate con la maglia della nazionale. Tanti sacrifici aiutati da madre natura con piedi delicati ed un intelligenza che lo hanno reso un attaccante di rara efficacia. Oggi non se ne trovano piu' di giocatori cosi'.

Il piu' piccolo Simone seguiva sempre il maggiore e l'amore per il calcio lo travolse ben presto. La classica famiglia casa e pallone , che spesso si portava a letto come una fidanzata. Simone non aveva calcisticamente lo stesso talento del fratello ma lo stesso ruolo: attaccante. La Lazio l'apice della sua carriera che e' stata comunque apprezzabile. Non aveva l'istinto del goal, ma non era nemneno un classico 9 come il fratello. Un ottimo giocatore che spesso veniva confrontato col suo piu' illustre famigliare levandogli spesso i suoi meriti. Vivere nell'ombra ed il paragome scontato con Filippo hanno pesato molto nella sua valutazione come calciatore.

Diverso il discorso quando bisogna valutarli come allenatori. Filippo a Salerno sta vivendo una stagione molto complicata e l'ultimo ko con l'Empoli potrebbe costargli la panchina. La societa' sta valutando. I risultati non arrivano la squadra sembra molto fragile sopratutto in difesa, nemmeno i nuovi arrivi e le diverse assenze nelle ultime partite, possono essere un alibi. Una carriera fra serie a e serie b con ricordiamo un'avventura nel suo Milan ma senza mai un vero e proprio acuto. Salvare la Salernitana fin dal suo arrivo, era chiaro, sarebbe stato difficile ma la sensazione e' che non ci sia mai stata quella svokta tattica e tecnica sperata.

Il fratello Simone invece fra Lazio ed Inter si sta togliendo molte soddisfazioni. Con la Roma potrebbe dare un ulteriore spallata al campionato, un grandissimo traguardo, da aggiungere ai successi conquistati con la Lazio. Obiettivi diversi rispetto a Filippo ma molte volte centrati ed anche con evidenti idee, tattiche e tecniche. Il suo peso nella squadra si sente, la gestione del gruppo sembra essere corretta ed il.campo gli sta dando ragione. 
Come tecnico meglio il minore dei fratelli, capirne il motivo non e' facile. Essere solo amico dei giicatori non sempre e' un vantaggio. Chi come Filippo e' stato un leader in campo, non per forza e' un grande allenatore. Nella propria squadra sopratutto se si lotta per salvarsi non sempre si trova un leader. A volte serve il bastone, a volte la carota.

Essere stato un fuoriclasse sul campo non da autamaticamente il patentino da grande allenatore, al contrario la storia dice il contrario. Filippo e Simone non fanno eccezione.