Mercoledì 1° Settembre: è (finalmente) finito il calciomercato. Da oggi conta soltanto una cosa: vincere. Tuttavia, mi ritrovo nel mio studio con mille pensieri, al pari di tutti i tifosi di ciascuna squadra: quanto fatto durante l'estate sarà sufficiente? La risposta è una sola: si vedrà. Ad oggi è impossibile capire se gli innesti estivi saranno sufficienti per ri-dare credibilità ad una Juventus ferita e schiava del suo stesso successo e blasone, ma di una cosa si è certi: era necessario, dopo anni di politiche molto dispendiose, ripartire da delle certezze. Vorrei quindi esporre un mio personale bilancio della campagna di mercato dell'estate 2021, cercando di dare una visione il più oggettiva possibile e non tenendo conto del tifoso che vive in me. 

Partiamo dalle cessioni: a mio parere, sono tutte giuste.

  • La partenza di CR7 a quattro giorni dalla fine del mercato è stato un fulmine, ma non a ciel sereno: tutti i tifosi si immaginavano una certa insofferenza verso la squadra che lo ha ospitato e pagato nelle ultime tre stagioni; pochissimi tra i tifosi si aspettavano una sua riconferma. È vero, la Juventus ha perso più di 100 goal in 130 presenze, ma è altrettanto vero che con CR7 la società era diventata drasticamente paralizzata e vittima del suo campione più celebre: sembrava che tutto ruotasse intorno a lui, e che tutti dovessero render conto al portoghese. Quindi, a mio modesto parere, è stato un bene assoluto riportare la Juventus al centro del villaggio. Unico peccato: aver dovuto registrare una minusvalenza a bilancio, che è stata obbligata a causa delle tempistiche. Tutti sapevano che CR7 voleva andar via, ed il Manchester ha fatto leva sulla sua volontà: la Juventus, senza grandi dirigenti, si è trovata spalle al muro e ha dovuto cedere. 
  • Altra cessione eccellente è stata quella di Demiral: il turco si prestava a diventare uno dei migliori centrali in giro per l'Europa, tuttavia la scorsa stagione è stato vittima di una serie di infortuni che, a mio parere, ne hanno bloccato la crescita. Si tratta di un difensore cattivo, che fa dell'agonismo e della cattiveria i suoi punti di forza: se però non si è integri fisicamente, allora è tutto inutile. Bene averlo ceduto a cifre importanti: un po' meno bene se questa stagione dovesse giocare molte partite e tornare ai suoi livelli, perchè sicuramente l'Atalanta lo rivenderà al doppio di quanto pagatolo.
  • Metto infine tra le cessioni quella di Romero, anche se in realtà non si tratta di un'operazione di quest'anno, e soprattutto di un'operazione orchestrata dall'attuale management. Questa è l'unica che veramente pesa in negativo: comprato a 26 milioni, rivenduto a 20 e infine acquistato dagli Spurs per 55. Un vero e proprio gioco masochista architettato dal più scaltro dei Lupin: Fabio Paratici. Probabilmente la cessione a meno del suo valore è stata necessaria per esigenze di liquidità, ma il fatto che sia stato proprio lui a ricomprarlo a 3 volte tanto quanto incassato l'anno prima getta delle strane ombre e fa nascere degli strani pensieri in più di un tifoso: magari se ne è accorto anche Agnelli, e pagherei per sapere cosa ne pensa.

Passiamo per gli acquisti: un mercato senza lode né infamia.

  • Andiamo in ordine cronologico: l'acquisto di Kaio Jorge. Sicuramente non è un fenomeno, ed altrettanto sicuramente è stata un'operazione ampiamente sufficiente: pensare a quanto sia stato pagato ed al basso valore dell'ingaggio fa ben sperare. Se dovesse segnare almeno 8/9 goal, distribuiti tra campionato, Champions e Coppia Italia, sarebbe già una scommessa vinta dai dirigenti bianconeri. Personalmente, considero il suo ingaggio il primo vero elemento che mi fa ben sperare: la scorsa stagione molti si sono lamentati del basso numero di punte. Quest'anno finalmente sono 4, con lo svedese che, all'occorrenza, può giocare vicino ad una di queste. Finalmente l'organico davanti è completo.
  • Passiamo per Manuel Locatelli: il vero grande acquisto estivo della Juventus. Inseguito per più di un anno, alla fine è arrivato. Chi si lamenta dei tempi, forse non ha ben chiaro il momento storico che stiamo vivendo, al pari di tutti quei tifosi anti-juventini che si lamentano con il Sassuolo per le condizioni ritenute eccessivamente favorevoli alla Juventus. Locatelli rappresenta, finalmente, un centrocampista italiano, giovane ma con esperienza e con piedi buoni: conosce il valore della Juventus, ma soprattutto conosce il valore del sacrificio. Sa che arrivare alla Juventus non è in realtà arrivare, e lo ha già sperimentato al Milan.
  • Infine, Moise Kean: il ritorno dell'ex-primavera, additato da molti come "insufficiente", rappresenta secondo me un gran bel colpo. Anche lui giovane e italiano: l'unica incognita è caratteriale, ma probabilmente la Juventus rappresenta l'unico Club in grado di insegnare a diventare "soldatini". Certo, non farà 30 goal a stagione, ma ha dimostrato di saper segnare e di farne anche di pesanti. Inoltre, ha maturato una certa esperienza internazionale, soprattutto giocando in Francia con il PSG a fianco di grandi campioni: sicuramente non sarà tradito dall'emozione o dalla pressione di giocare in un grande Club.

Infine, una menzione per la dirigenza. È qui che, secondo me, ci sono ad oggi i veri problemi. Il nostro Presidente è in totale confusione, sempre sulla scia di un'evidente mania di protagonismo e "invincibilità", che lo rende completamente cieco: puntare sul vice di un vice non sembra la miglior mossa possibile per un Club che afferma di essere il migliore in Italia e tra i migliori in Europa e nel Mondo. Oltre a questo, si deve anche registrare l'entrata in gioco di Exor, con Arrivabene che dovrà svolgere un vero e proprio ruolo di controllo all'interno del CdA, e riportare tutto al grande vero capo: Jhon Elkann. Non ho parole, invece, per Nedved: la sua credibilità è ormai totalmente azzerata, le sue parole non hanno più alcun valore né per i tifosi né per tutti gli addetti ai lavori. In effetti, il suo è semplicemente un ruolo di rappresentanza, ma vederlo spesso e volentieri a fitto colloquio con il Presidente, fa storcere il naso a chiunque.

Per concludere: la Juventus ha infinitamente bisogno di un vero DG, di qualcuno che abbia esperienza nazionale ed internazionale, che non abbia paura di prendere giocatori dal basso profilo e dal basso appeal, con nomi anche poco esotici. Se qualcuno non interverrà per limitare il potere di Andrea Agnelli e ridare credibilità a tutto il management, gli anni che verranno saranno moderatamente bui: probabilmente la Juventus continuerà a lottare per tutti gli obiettivi, ma difficilmente potremo assistere ad un ciclo come quello ormai passato.