Suona la sveglia. È mattina. Sono le 7:00, e mi rendo conto di aver dormito solo 6 ore. Ne sono passate circa 8 da quando il Barcellona ha finito di demolire, più nella mente che nei fatti, una Juventus davvero troppo brutta per essere vera. 

Pronti via, Demiral la regala a Messi, Bonucci provvede in angolo, e sullo sviluppo dello stesso Griezmann spacca il palo della porta, come a mettere subito in chiaro le cose: noi siamo venuti qui per vincere, e voi? 
Le risposte che sono arrivate dal campo da parte della Juventus, di certo, non assomigliavano neanche vagamente ad un anche noi. Senza pubblico, è davvero sembrata un'amichevole interna, priva di valore e per questo incapace di dare una spinta emotiva. Ahimé, la partita non era un'amichevole, e un certo valore lo aveva. D'accordo, fallire il passaggio del turno sarebbe davvero un'impresa (negativa) per Pirlo; perdere in casa con il Barcellona è sicuramente più accettabile che perdere o pareggiare con il Verona o con il Crotone; loro avevano il proprio GOAT, a noi mancava il nostro. Di attenuanti così se ne sono cercate per tutto il post-partita, come quella dei giovani juventini inesperti (Bentancur, Arthur, Rabiot, Chiesa?) che si sono dovuti confrontare contro dei mostri sacri, ormai nel pieno della loro maturazione calcistica (De Jong, Dembélé, Pedri, Ansu Fati, Araujo?). Apriamo gli occhi: oggi la Juventus non vale il Barcellona

Partendo con l'analisi della questione giovani, ci rendiamo conto che questa sia tutta una montatura da parte della Juventus. Da anni ormai sappiamo che il Barcellona sia capace di sfornare talenti giovanissimi, in grado di mettere letteralmente a disagio giocatori con tantissima esperienza in più di loro, e considerati dei mostri sacri. L'emblema di ciò è rappresentato da Pedri: il Barcellona plasma questi giocatori sin da quando sono bambini, sin da quando non hanno neanche idea di ciò che vorranno fare "da grandi". Il Barcellona li prende, li alleva come se fossero figli, gli imprime una mentalità ed un'idea di calcio diversa da tutti gli altri club al mondo. Chiaramente, non esiste solo il modello blaugrana, ci sono altre società che battono vie del tutto differenti, ed ottengono anche più successi, basti pensare al Real Madrid ed al Bayern Monaco. La Juventus, invece, è costretta ogni anno a cercare di accaparrarsi i migliori giovani in circolazione, spendendo cifre astronomiche e, qualora questi presunti fenomeni si rivelino un nulla di fatto, l'investimento sarà stato totalmente gettato al vento.

Non si capisce quindi il motivo secondo cui sia più conveniente spendere 225 milioni circa per comprare: De Ligt, Chiesa, Kulusevskiy e Bernardeschi, premesso che il primo si potrà effettivamente rivelare un gran giocatore, quando con un decimo di quel capitale si potrebbe creare una vera scuola calcio, nella quale crescere giovani talenti spensierati, non impauriti dal grande salto nel calcio che conta. Forse il problema è anche nostro, nella mentalità italiana, in cui i primi a sbagliare sono i genitori, che passano un pensiero ed un modo di fare totalmente sbagliato ai propri figli: un qualcosa di risaputo ma che, nonostante ciò, siamo ben lontani dal capire.
Tornando alla Juventus, il vero centro di questo articolo, è evidente come questa abbia una concenzione di calcio totalmente differente da altre squadre top in Europa, dove nessuno ha paura di lanciare giovani talenti, e dove nessuno ha paura a responsabilizzarli, perchè, come dico ogni volta, alla fine di calcio stiamo parlando.

Infine, voglio esprimere un pensiero che nulla ha a che vedere con la questione giovani: la Juventus esce mentalmente ridimensionata dal match con il Barcellona. Nonostante tutte le attenuanti che le vogliamo dare, ad oggi si parla di due squadre che praticano due sport differenti, che hanno due diverse mentalità, che puntano a differenti obiettivi. La Juventus dovrebbe concentrarsi sul Campionato e sui trofei nazionali, perchè esiste davvero il rischio, quest'anno come non mai, di fare una magra figura. 
La Champions NON è il nostro terreno di caccia, non oggi almeno, non questa stagione.