Leo è tornato, e con lui quella competenza, quella intelligenza sul mercato, che serve per tornare grandi. Parole chiare, pochi sorrisi, tanta trasparenza: serve prudenza. Il TAS ci ha ridato l’Europa, ora non bisogna più sbagliare. Serve una rosa di qualità, con giovani talenti (come quelli che un tempo sapevamo pescare...), e soprattutto stipendi più bassi. La rosa del Milan è lunga, lunghissima, ma ha una qualità che al momento la rende inevitabilmente la quinta/sesta forza del campionato, con stipendi da big. Come ci muoveremo? Poco più di 20 giorni per il mercato in entrata, un mesetto abbondante per quello in uscita, e il tempo stringe.

Capitolo portieri: Reina ha dimostrato il suo valore, e sarà importante per lo spogliatoio. Per Donnarumma al momento non vi sono offerte, e la sensazione è che molto dipenderà da Plizzari (in finale con l’Italia under 19): dovesse arrivare un’offerta intorno ai 60 milioni per Donnarumma, i fratelli partono, con Plizzari che verrebbe a fare il secondo di “mamma Reina", altrimenti pace, ci si vede tra un anno, con Plizzari ancora in prestito. Gabriel in uscita.

Capitolo difensori: tanto ci sarebbe da fare. Tiene banco Bonucci (nessuno, almeno personalmente, lo ha mai chiamato capitano). Giusta la politica di Leo di volere solo ed esclusivamente Caldara, facendo la voce grossa (siamo il Milan, non dimentichiamolo). L’impressione è che alla fine l’operazione si farà, con buona pace di tutti: Bonucci che torna da quelli là, quelli là che vogliono vincere la loro terza CL, noi che avremmo la coppia di centrali dell’Italia dei prossimi 10 anni, e con monte ingaggi abbattuto di circa 10 milioni lordi, e Caldara sicuro del posto. Via Gomez, Gabbia (p), Simic (p), Antonelli e Abate (con tutto l’affetto, si spera).

A centrocampo anche si dovrebbe lavorare molto: bene lasciare andare Montolivo e il suo esoso stipendio, male non sostituirlo con Badelj a 0 (speriamo di rientrare in corsa e anticipare la Lazio). Via Mauri, via Locatelli (solo in prestito, altrimenti resta), via Bertolacci. Serve un vice Kessie, e dovesse partire Biglia, un regista (ricordo che c’è sempre Max Meyer fuori a 0).

In attacco siamo troppi, e paradossalmente pochi: Bacca andrà via, al pari di Kalinic. Come ha confermato Leonardo, André Silva è un caso spinoso, perché è giovane e ha margini, e il Milan ha paura di pentirsene come troppe volte nella sua storia recente. Suso per meno di 40 milioni non parte. Borini è un jolly utile e caro, ma dovesse esserci l’opportunità di cederlo di certo il Milan non farebbe opposizioni. Il grande attaccante potrebbe arrivare, ma occhio a non bruciare Cutrone. Per le ali ci sono sempre Bernard e Ben Arfa a 0.

Ricapitolando, dalle cessioni di Gabriel (4), Abate (0), Antonelli (0), Gomez (6), Montolivo (0), Mauri (0), Bertolacci (6), Bacca (13), Kalinic (18), Andre Silva (35), il Milan avrebbe una settantina di milioni “puliti”, cui sommare i 50 che Elliot ha messo in mano a Leo per il mercato. Contando anche lo scambio Bonucci-Caldara, e quindi l’ulteriore abbattimento del monte ingaggi, avremmo la forza per fare 3-4 operazioni importanti: centrocampo, esterno, attacco. La rosa del Milan sarebbe questa (ipoteticamente):

Portieri: Donnarumma G. (1°), Reina (2°), Donnarumma A. (3°)

Terzini: Calabria, Conti, Rodríguez, Strinić

Centrali: Caldara, Romagnoli, Musacchio, Zapata

Centrocampo (mancherebbero due tasselli, un vice Kessie soprattutto): Bonaventura, Biglia, Halilović, Locatelli, Kessié, ........, ............ .

Attacco (serve una punta, e uno che faccia rifiatare Cahla e Suso): Çalhanoğlu, Borini, Suso, Cutrone, ........., ......... .

Ricordo che a 0 ci sono Meyer e Badelj (ancora per poco) per completare il cc, e Bernard, che sarebbe la prima riserva di Cahla e Suso e nel 4-3-3 (Halilovic e Bonaventura, mal che vada, possono fare quel ruolo). Ma questo non mi preoccupa: Leo ha sapienza e sa come fare, ma il tempo stringe. Occorre cedere per capire cosa serve e quanti siamo. Poi occorre comprare. Speriamo da lunedì cominci il nostro mercato, intelligente.

Chiosa sul "tradimento": ha già espiato col 3 a 0 (Pato, Pato, Cassano) che valse lo scudo, e per questo non possiamo che volergli ancora più bene. Personalmente, non l'ho mai odiato (essendo stato uno dei miei primi amori calcistici con Zorro Boban). Ergo, buon lavoro Leo, e bentornato a casa!

Ps: a quale Leonardo Ringhio si stesse riferendo a Roma, nella festa scudetto 2011 (si veda foto), col senno di poi, non ci è dato saperlo.