Dimenticare Roma, dare seguito a quanto di buono visto in Austria, e soprattutto raggiungere i 3 punti. Ecco gli obiettivi primari della domenica rossonera, in casa contro l'Udinese di Del Neri. Tiene ovviamente banco, in casa Milan, l'infortunio occorso a Conti (operazione al crociato andata a buon fine), giocatore imprescindibile nel sistema tattico che Montella sembra da ora in poi intenzionato a proporre, ovvero la difesa a 3, con centrocampo a 4 o 5, a seconda dell'attacco che si vuole schierare.

Chi al posto di Conti? - Calabria e Abate, dando uno sguardo al reparto difensivo, sarebbero i sostituti naturali di Conti, entrambi però con caratteristiche tecnico-tattiche diverse. Più terzini vecchia maniera, per dirla in soldoni. Entrambi non così bravi ad offendere, ed entrambi (diciamocela tutta) che non solleticano le fantasie di noi tifosi. E se il ritorno alla difesa a 4 sembra ormai una via non percorribile, ecco che allora ci si deve inventare qualcosa. Ora, vedere Suso così largo su quella fascia sembra un'eresia, dando lui il meglio di sé a 20-30 metri dalla porta. Meglio seconda punta accanto a un puntero, o alle spalle dello stesso. Per cui la scelta (poi non così tanto celata in conferenza dal mister) ricade proprio su quel Fabio Borini, bersaglio delle critiche dei tifosi verso Montella nelle prime tre uscite di campionato: de facto attaccante, ma tecnicamente non dotatissimo né tantomeno uomo-gol. Le prime uscite con il 4-3-3 hanno dimostrato che non può certamente essere un'ala pura, tuttavia largo in un 3-5-2 o 3-4-3 potrebbe dare il meglio di sé, in virtù di spiccate qualità da velocista, grande esplosività, voglia, cuore e abnegazione. Darebbe quella pericolosità offensiva che Abate e Calabria non potrebbero garantire, andrebbe al cross con più facilità, e potrebbe clamorosamente rivelarsi un jolly utilissimo, dando ex-post maggior valore a un mercato sì importante nei numeri, ma parso talvolta frettoloso in alcuni acquisti. 

Un allenatore deve anche correre - e saper correre - certi rischi se vuole definirsi tale, e questo anche nella eventualità di sbagliare, o magari indovinare la mossa che possa valere una fetta di stagione. La rosa non offre tante alternative alla sfortuna, ma c'è pur sempre lo spazio per inventarsi qualcosa. A Montella diventare alchimista.