Tra soia, quinoa et similia, in un delirio vegan di fine anni '10 del XXI secolo e di Gabbaniana semicitazione, si interrompe un rapporto professionale e di amicizia che ha le sue radici nelle primavera della Roma: Emanuele Marra non è più il preparatore atletico del Milan.
Nonostante Montella abbia quasi chiesto scusa all'amico storico a seguito della improvvisa decisione, prendendosene invero le responsabilità, e giustificando la scelta in una voglia di alzare l'asticella, l'impressione è che il primo capro espiatorio sia stato trovato, e prontamente la prima testa saltata.
Amen, ce ne faremo una ragione.

Condizione atletica - Qualche considerazione: MilanLab e preparatori atletici, tra infortuni, campi inadatti e casi di "pompaggi" alla Pato, è da sempre sotto i riflettori e nell'occhio del ciclone. Nulla di nuovo, insomma. Ma il Milan di domenica - nella persona di Kessié, su tutti - è parso in una condizione fisica precaria, a tratti imbarazzante. La Sampdoria non è più forte del Milan, vero, ma ha corso il doppio se non il triplo, e ha stralegittimato i 3 punti. Amen anche qui.
Poi, che si sia fatto neanche un tiro in porta, beh forse è conseguenza di questa penuria proteica, o forse no, ai posteri l'ardua sentenza.

A chi il Panettone? - Mazzarri? Come on, guys, be serious!. All'altezza del Milan, e da prendere a gennaio, ne trovi pochi (messo che lo siano): a braccio dico Luis Enrique, Tuchel, Sousa, o coloro che si sono quasi stancati di allenare, ma che accenderebbero i tifosi, al secolo Marcel Van Basten e Franklin Edmundo Rijkaard. O perché no, Clarence Seedorf, l'unico forse nel post-Allegri a voler essere davvero disruptive. E questo senza scomodare i Vavassori, i Mutti e i Papadopulo di turno. Tutti hanno poco - se non pochissimo - senso, specie nella misura in cui - come sembra - a giugno si vorrà puntare su uno tra Conte, Ancelotti, o forse Sarri. Bisogna continuare con Montella. Terzo Amen di giornata.

Fattore San Siro - In attesa della sfida europea di domani contro il modesto Rijeka, l'allenatore campano è pronto a un turnover copernicano, lasciando fuori praticamente 11 titolari su 11, col solo Calhanoglu dei big che dovrebbe scendere in campo. Non proprio il clima ideale in cui preparare una partita abbordabile pur tuttavia fondamentale, tra le solite destabilizzanti voci extra-campo, paura di fallire, debiti da ripagare, Champions da agguantare, buco dello Ozono, disastri naturali e fame nel mondo.

Tutto il peso del mondo sembra sulle spalle del Milan, della dirigenza e dell'allenatore. Lasciateci lavorare in pace! Ci aspettano 5 partite in casa (derby incluso)... proviamo a essere profeti in patria.