La variopinta varietà del tifoso da curva (o meglio gradinata) non è mai stata classificata nella scienza attuale. Ecco perchè sentiamo necessario dover catalogare tutte le varie specie di tifosi (o pseudotali) che popolano le curve nazionalpopolari italiane. Prenderemo una tifoseria a caso, quella del Genoa. E da lì cercheremo di tracciare i profili che abitano i seggiolini più scomodi del pianeta.

1- IL SILENZIOSO. Lo riconosci subito, perchè ha lo sguardo di ghiaccio, segue la partita in religioso silenzioso, non fa un coro nemmeno sotto tortura. Non esprime un giudizio, insomma asettico. Non beve, non mangia, non fuma. Al triplice fischio se ne va qualsiasi risultato sia, senza colpo ferire.

2- IL MISTER. Postura da Serie A TIM appoggiato alla panchina, guarda la partita continuando a gesticolare come fosse al posto di Ballardini e a dare consigli manco lo sentissero quelli in campo. Consigliato un giro a Coverciano. Non canta perchè non è da Mister in erba.

3- IL REPRESSO. La settimana di lavoro è andata male? La donna a casa te le fa girare continuamente? Ho la soluzione per te. LO STADIO. Potrai gridare tutto quel che ti pare in questo ambitissimo porto franco, per 90 minuti e anche qualcosa in più, nessuno ti giudicherà per quel che dirai, siamo allo stadio. Al massimo qualche sguardo stranito. E allora, al primo passaggio sbagliato da un rossoblù inizia lo show…

4- L’ESAGITATO. Conosce tutti i cori, soprattutto quelli che si fanno solo in trasferta, canta 90 minuti anche quando stanno tutti in silenzio tra un coro e l’altro, senza neanche sapere quale sia il risultato in campo. Perchè “io canto per il Genoa, e vedi di cantare anche te che facciamo anguscia (schifo)..”. Crede che da solo possa spingere il pallone in rete ed incita gli altri a seguirlo, seguito dalle bestemmie più profonde per rimarcare il concetto se non si fosse capito.

5- IL BEONE. Non importa l’orario, il giorno o l’avversario. L’importante è la sciarpa rossoblu al collo. E bere, bere di continuo magari condendo il tutto con un paio di petardi maria giovanneschi. E rendersi conto di cosa abbia fatto il Genoa solo due giorni dopo, alla ripresa della sbornia totale.

6- L’ANSIOSO. E’ quello che sente troppo la partita, vorrebbe cantare 90 minuti, ma al 5′ del primo tempo comincia a farsi prendere da una sorta di tosse nervosa che blocca ogni possibilità di partecipazione corale a sostegno del resto della gradinata. E patisce ancora di più. Ansia da prestazione e patimento. In tutti i sensi.

7- IL TECNOLOGICO. E’ il tifoso di ultima generazione. Video a riprendere la gradinata, foto con i compagni di tifo da mettere sui social, cellulare sempre in mano durante la partita a rispondere a chiunque scriva un messaggio, manco fosse la cosa più urgente di questo mondo. E la partita vista a spizzichi e bocconi, come un diversivo tra un messaggio e l’altro.

8- L’ANTIDORIANO. E’ colui che prima del risultato del Genoa ha interesse per sapere cosa stia facendo la Sampdoria. Con il calcio moderno è un modello di tifoso un po' in estinzione, poichè i momenti per trovare partite in contemporanea sono sempre meno, ma le rare volte che succede è uno spettacolo notare le sue movenze. Cuffiette inserite ad ascoltare tutto il calcio minuto per minuto, mentre davanti a lui c’è una partita della quale non ha il minimo interesse. Fino a che non esplode per il gol dell’avversaria blucerchiata di turno. Manco per il Genoa esulterebbe così tanto. E poi di nuovo in trincea a sentire la radio in attesa della sconfitta della Samp.

9- IL POLITICO (di sinistra). Ogni tanto capita che ci sia quello a cui parta l’embolo con commenti non graditi, in special modo etnici. E allora interviene lui. A moralizzare tutti quelli intorno a lui e a quello che ha fatto il commento non gradito. Nel frattempo la partita va avanti ma il comizio continua manco fosse Berlinguer ai tempi d’oro. Tifando per un Genoa proletario e socialista.

10- IL POLITICO (di destra). L’obiettivo è il giocatore di colore o l’italiano dal cognome chiaramente meridionale per sfogare tutta la propria insoddisfazione, tra un’azione del Genoa e l’altra. E nel mentre c’è da questionare col tifoso numero 9 che gliene dice di ogni.

11- L’ACCHIAPPACONSENSI. E’ quel tipo che non conosci e ti ritrovi vicino a guardare la partita che comincia a parlare al primo minuto di gioco e non si ferma più, prendendoti per un braccio ogni volta che vuole intervenire su un’azione o su un cambio che non capisce e vuole commentare. Arrivi a casa che il tuo braccio ha bisogno di ghiaccio e una pomata. E nei momenti di massima espressione si gira a voler fare sentire i propri commenti anche a quelli dietro e davanti, rimediando solitamente smorfie di pena.

12- L’ABBANDIERATO. Non c’è verso di fargli cambiare idea, lui sventolerà un bandierone gigante per 90 minuti, e non gliene importa nulla di vedere la partita o che tu non la riesca a vedere, il suo compito è quello e guai a contraddirlo. Una flotta di energumeni è pronta a farti tacere se non sei d’accordo.

13- L’AMICONE. Lui entra in gradinata solitamente pochi minuti prima dell’inizio della partita o addirittura a partita iniziata. E l’atteggiamento tipico è quello della schiena rivolta verso il campo a far chiacchiere con gli amici di una volta, tra una birra e l’altra, rimembrando ogni qualsiasi belinata gli venga in mente. Dando un’occhiata al campo nei momenti di pausa tra un ricordo e l’altro.

14- IL CABALISTA. Qui a dire la verità ne esistono di diversi tipi. Partiamo da quello che si siede sempre nello stesso identico seggiolino, stessa fila da anni, passando per quello che indossa sempre la stessa maglia/giacca/sciarpa dell’ultima vittoria, al disporsi in un determinato modo con gli amici sui seggiolini della gradinata. Ma siete sicuri di essere voi a decidere le sorti del Genoa?

15- LA MODELLA. Entra in gradinata sfoggiando Louis Vuitton e acconciature che manco ad un matrimonio, la partita è solo un pretesto per ciattellare tutto il tempo con l’amica di turno su come farsi le unghie o sull’ultimo flirt del tipo di Uomini e Donne. Ma perchè spendere soldi per un biglietto quando le stesse cose le potete fare a casa?

16- IL SAGGIO. Colui che ad ogni errore di qualsiasi giocatore, mister, guardalinee, arbitro, raccattapalle, è pronto a dire: "Eh belin ai miei tempi non si faceva così ed eravamo scemi, ora son tutti fenomeni!!!!!".

17- IL CASUALE. Non lo sa neanche lui perchè è allo stadio, probabilmente trascinato da qualche amico per passare 2-3 ore diverse dal solito. Fa finta di sapere qualche coro, per poi prendere le sembianze di uno dei precedenti personaggi. Nel caso di allegria allora si trasformerà nel numero 5- IL BEONE trangugiando litri di birra a nastro, nel caso di noia o indifferenza chiaramente nel numero 1- IL SILENZIOSO attendendo trepidante i tre fischi finali.

18- IL CONTESTATORE. Si dichiara Genoano con la G maiuscola, ma non gli va bene nulla. Dal Presidente fino all'ultimo dei raccattapalle, ne ha per tutti, scandendo 90 minuti di insulti e roba negativa a go-go per puro istinto contestatorio, per un domani migliore.

19- IL NEGATIVO. Non c'è nulla che gli faccia vedere la vita genoana di colore rosa, tutto sarà sempre grigio tendente al nero. Rigore per il Genoa? Vedrai che lo sbaglia. Vinciamo 2-0? Ci scommetti che finisce 2-3? Espulso un avversario? Ecco ora l'arbitro ci da tutto contro e finiamo per perderla.

20- L'ESPATRIATO. Quando si è trasferito all’estero per cercare di costruirsi un futuro si è scordato che il Ferraris non è a 10 min da casa e che non può entrare allo stadio ogni domenica come faceva prima di emigrare. E allora si va di siti internet illegali, di controlli maniacali all’orario d’inizio per poi calcolare il fuso orario. E così si ritrova magari da solo in un bar a guardare il Genoa sul cellulare, mentre loro trasmettono una partita di Premier, e quando si alza ad urlare per un goal fatto o a imprecare per un goal subito lo guardano tutti come un marziano. Con le bestemmie tirate dietro la connessione internet che gli fa crashare tutto quando il pallone è a un cm dalla riga di porta. Per non parlare di quando per caso capita di vincere un derby e va in giro per la città con un sorriso da ebete finendo col "menarla" al primo che passa in sella a una bici. Un ciclista. Neanche doriano.