Persino Bruno Pizzul, la voce storica delle telecronache della Nazionale e tifoso dell'Udinese, ha dettato il suo pronostico: «E' un buon momento. Speriamo che le indicazioni positive delle ultime gare trovino riscontro con il Benevento perchè è vero che siamo favoriti, ma se sbagli quella partita lì siamo punto e daccapo».

Tutti contro, anche oggi; ma questo ci scoraggia? Mai. Ormai siamo avvezzi a questa consuetudine ed anche in campo, seppure in svantaggio di reti e addirittura numerico, abbiamo sempre reagito.
Lontanissimi dal bel suol natio, nell'estremo nord-est, quasi al confine, laddove si parla tedesco più che italiano, i nostri attendono di entrare nell'arena avversa.

L'inverno pieno è arrivato e «mena “Tedeschi” pur com'è d'uso», perché nell'Udinese militano tutti “stranieri” tranne due, è la squadra infatti con più stranieri in Europa, con oltre il 95% della rosa dei calciatori. Non è certo un primato di cui vantarsi, al contrario bisognerebbe investire e tanto sui giovani e promettenti atleti italiani. Perché la differenza non deve farla la potenza economica dei presidenti, disposti a sborsare forti somme per aggiudicarsi i più quotati calciatori del mercato, ma al contrario intelligenza tattica e capacità atletica.

Il Benevento invece ha una stragrande maggioranza di calciatori italiani, sia fra i titolari che fra le riserve. Certo, non è il caso di metterla nel senso di: “Benevento contro il resto del mondo”; però la differenza è evidente. Anche perché l'Udinese è una squadra forte e strutturata, cosa che le ha permesso di guadagnare ben 15 punti in 14 partite giocate… sì, insomma fa una media di tutti pareggi, un solo punto a partita, però si tratta di un numero esorbitante, se confrontato col nostro misero, ma glorioso punticino. Paradossale è che questa media contraddica la realtà degli esiti, poiché l'Udinese non ha ottenuto un solo pareggio, bensì 5 vittorie e 9 sconfitte finora.

Anche con l'Udinese la classifica è stata inclemente, infatti l'ha comunque relegata fra le 8 squadre di coda, destinate a battersi per rimanere in A.
Ancora una volta è come se un plotone di sparuti armigeri, in terra straniera e ostile, si trovasse di fronte al dilemma se fuggire e rintanarsi, oppure rischiare tutto per sognare di sconfiggere il fortissimo avversario.

Ribaltiamo il pronostico iniziale di Pizzul, impiegando tutte le forze, affinché le stesse parole del grande telecronista sportivo, con le quali si conclude l'intervista, trovino definitiva conferma: «Il Benevento vale più della classifica che ha. Non è una squadra facilmente battibile. Ci credono perché effettivamente in qualche partita sono stati sfortunati. Anche se la classifica è impietosa, il Benevento spesso e volentieri ha giocato buone gare».

Ma voi cosa volete o Beneventani, aspettare immiseriti, dall'argine del fiume Sabato (vicino allo Stadio Vigorito) riguardandovi il singolo punto conquistato, oppure «affrontare a lancia e spada il Barbarossa in campo?». «A lancia e spada», rispondiamo ad una sola voce, questo decidiamo, a questo esortiamo i nostri valorosi: dobbiamo gettare l'anima oltre l'ostacolo - spazzare via ogni nefasto auspicio - e gridare compatti: solo Dio potrà fermarci, gli uomini e le cose mai!