Benevento-Napoli al Vigorito il 4 febbraio, alle 20:45.

Perché negarlo? È questa la partita che sognavamo da sempre, fino da quando non eravamo neppure maggiorenni, fino da prima della Lega Pro, fino dai tempi del Napoli di Maradona! Sarà una notte come quelle cantate dai poeti, sarà una notte stellata ma cupa, il Vigorito, gremito, risplenderà in un cielo nero di pece…

«Nu' pianefforte 'e notte sona luntanamente / e 'a museca se sente pe' ll'aria suspirà. Dorme 'o vico ncopp'a sta nonna-nonna / è nu mutive antico 'e tantu tiempo fa».

Verrete per umiliare, sarete umiliati; verrete per trionfare, sarete gabbati; verrete per nuocere, cadrete con disonore. Noi vi stiamo aspettando da tanto: mesi che paiono decenni. Voi avete calciatori che valgono 10-100 volte i nostri, ma solo se monetizziamo; vi ergete dalla vetta della classifica per disprezzarci, perché siamo ultimissimi, però possiamo farvi una promessa, anzi abbiamo fatto un giuramento: ancora per poco!

Ci siamo guardati negli occhi, al Vigorito, quella sera del trionfo contro la Sampdoria, sulle prime inebetiti, ma poi un grido di orgoglio e di rinascita è serpeggiato come una vipera in amore: ancora per poco! Non era ancora risuonato il terzo fischio che già il patto di sangue era scorso nelle vene: non resteremo lì in fondo ancora a lungo.

Verranno giorni in cui c'invidieranno, in cui i talent scout punteranno le loro mire milionarie sul nostro campetto d'allenamento di Paduli e poi dell'Avellola… accorreranno a frotte per derubarci dei nostri migliori talenti; ma saranno respinti a muso duro, se ne torneranno a mani vuote.  Accadrà che quel sapore di sabbia in bocca che sentivamo quando chiedevamo una trattativa per qualche rinforzo, a una squadra di serie A, si trasformerà in “nettare”. Verrete voi a cercarci, a studiarci come fossimo un esperimento riuscito dopo infiniti tentativi. Ci assedierete colle vostre improbabili richieste e quei giocatori del nostro Team che avevano già la valigia pronta, ci supplicheranno di rimanere per un anno ancora o anche per pochi mesi.

Si ribalterà la prospettiva.

Un primo tempo che sembra non finire mai, dove il Benevento puntualmente rompe gli schemi. Sia nel senso che si muove in un altro modo rispetto al recente passato, ingaggiando brevi contrasti e poi ripartendo, senza mai cedere il possesso palla; sia nel senso che mostra l'attitudine a devastare ogni schema proposto dalla squadra ospite. E non ci si crede perché oggi, qui a casa nostra, giochiamo contro il Napoli, primo in classifica. Il Benevento non accenna a difendersi, non cala il suo baricentro dalla metà campo e dalla tre quartiPoche le azioni offensive del Napoli, veramente degne di nota e nessuna di queste davvero pericolosa. Ci hanno provato i più forti: Koulibaly è risultato fiacco e inefficace, braccato da Billong è finito ai margini di una partita dove i calciatori del Benevento l'hanno fatta da padroni. Poi anche Dries Mertens, capocannoniere della squadra partenopea, con un gol ogni due presenze, non è riuscito a incidere e così anche gli altri splendidi campioni: José Maria Callejon, il miglior realizzatore spagnolo nella storia della serie A - meglio addirittura di Luisito Suarez -; infine Lorenzo Insigne, il calciatore più caro in Italia, 100 milioni di euro!, però qui, sul campo del Benevento non vale nulla…

Un secondo tempo affollato di gol. Non vi diamo tregua, fino ai tre fischi finali. Alla fine la spuntiamo e voi non riuscite a violare la nostra porta, nemmeno una volta. Vinciamo! Vi rimandiamo indietro col sapore amaro di una sconfitta atroce, perché gli ultimi hanno sconfitto i primi e per questo non c'è prova d'appello; nessuna rivincita, questa è la parola fine!

Nessuno potrà cancellare l'onta; ciò che è accaduto qui, in questa notte di tenebra e di lampi di splendore rimarrà per sempre. Vi saremo ancora “simpatici” allora, come un gattino che non sa graffiare?! Applaudirete ancora al pullman dei nostri calciatori?! Quando si parlerà di voi, ogni volta che sarete ricordati, questa sconfitta immediatamente accompagnerà il vostro nome. Prima si parlerà di Maradona, ma subito dopo si dirà che noi vi sconfiggemmo, vi umiliammo, noi, gli ultimi, i “senza onore”, sconfiggemmo la squadra imbattibile.

Il nostro tripudio significherà per voi vergogna!

«Vì quanta stelle 'ncielo, che luna e ch'aria doce / quante 'na bella voce vurria sentì cantà. Ma sulitario e lento, more 'o mutivo antico. Se fa 'cchiu cupo 'o vico dint'all'oscurità».