Vi chiamo tutti come testimoni, tifosi di tutte le squadre, tranne l'Inter: abbiamo subito una grave ingiustizia. Perché? Solo perché la nostra squadra è l'ultima in classifica, perché siamo gli ultimi arrivati? Perché nel calcio vige la legge del più forte? Un'alba livida, gelida, ci attende, un risveglio privo di speranza perché siamo stati traditi: l'evidenza dei fatti dimostra che il calcio è “truccato”, un croupier senza scrupoli ha mescolato le carte, eliminando gli assi dal nostro mazzo.

Per l'intero primo tempo di Inter-Benevento, l'arbitro Pairetto ha finto di non vedere ripetuti falli ai danni dei nostri calciatori, meritevoli di ammonizione. Hanno puntato Guilherme, cercando ripetutamente di “azzopparlo”, con un cinismo mai visto finora. Nel secondo tempo ci sono stati negati ben due rigori, per gli evidentissimi atterramenti volontari in area di Cataldi, sgambettato vistosamente - episodio oggetto anche di esame dal VAR - e di Sandro, che altrimenti avrebbe potuto calciare nella porta dell'Inter.

Inoltre Sandro ha subito un terribile colpo alla gamba destra, con piede a martello, un fallo da espulsione, episodio che gli ha impedito di continuare a giocare, ma che non è stato sanzionato come grave danno al nostro capitano, mentre il nostro difensore Viola ha subito il doppio giallo ed è stato espulso, per episodi difensivi di scarsa importanza. Perso Sandro, abbiamo subito due gol che sono stati gli unici eventi offensivi dell'Inter per tutta la gara, dominata dal Benevento.

Abbiamo subito un'ingiustizia. Non è la prima e non sarà l'ultima. Ciò che è accaduto ci fa onore, perché dice che non facciamo parte di un sistema corrotto. Ormai è un'evidenza smaccata! Dovremo affrontarne altre di ingiustizie e bruceranno, perché non ci fermeremo fino al 20 maggio, niente esitazioni, niente piagnistei. Non siamo avvezzi alla “cattiveria”, quella - che alcuni dicono sia indispensabile in serie A - la lasciamo tutta ai nostri avversari di sabato scorso e dei prossimi match. Onore sempre e lotta durissima.

Non dimentichiamo mai l'onore che ci ha condotto fin qui. Che ci ha permesso di strappare - ormai è evidente che “chi decide” non ci vuole in serie A - quei 10 punti che c'inorgogliscono come fossero 50! Non cediamo alla rabbia, continuiamo a rispettare l'avversario, chiunque la sorte ci ponga di fronte come oppositore. Non si faccia illusioni però, di trovarci disponibili alla “resa”: questa è una parola che come, per il presidente Vigorito, non è mai entrata nel nostro lessico, è un concetto a noi ignoto.

Noi ci saremo: sempre in prima fila per sostenere una “santa” battaglia. Non ci lasceremo infangare, non cederemo alla tentazione di entrare nel sistema. Quello che otterremo sarà esclusivamente per il nostro valore. Perché saremo rimasti integri! Perché avremo combattuto ogni “battaglia” come fosse l'ultima: 13 battaglie campali ci attendono, non ci perdoneranno il minimo errore. Dovremo essere impeccabili. Nessuno ceda, nessuno arretri, manteniamo le fila, nessuno si fermi. Non chiedeteci di rinunciare: non rinunceremo. Non chiedeteci di accettare la sconfitta: mai!